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Il 10 Febbraio di ogni anno ricorre la Giornata del Ricordo delle vittime del Massacro delle Foibe e dell’ Esodo Giuliano-Dalmata.
Con la locuzione “Massacro delle Foibe” o “Eccidio delle Foibe” si intendono i massacri portati avanti dai partigiani comunisti jugoslavi e dall’OZNA (Odeljenje za Zaštitu NAroda, il “dipartimento per la sicurezza del Popolo” jugoslavo, presieduto dal generale Tito) ai danni della popolazione italiana dell’Istria e della Venezia Giulia. Si stima che i morti furono all’incirca 11,000, ma è impossibile determinare il numero esatto e vedremo il perché nel corso di questo articolo sulle Foibe.
Un’immagine d’epoca attinente alle Foibe |
Cosa sono le foibe?
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Le foibe sono uno dei tanti fenomeni geologici che si possono apprezzare nella zona dell’altopiano del Carso, in Venezia Giulia. Si tratta di profonde cavità nel terreno, profondi inghiottitoi che l’acqua ha scavato nella roccia nel corso dei millenni e in cui l’acqua si raccoglie per dar vita a una immensa rete di torrenti sotterranei. Purtroppo però, tra il 1943 e il 1945, questi grandi buchi non hanno raccolto solo acqua, ma anche migliaia e migliaia di corpi umani uccisi da persone estremamente violente e assetate di sangue e di vendetta, che è possibile definire soltanto in questo modo. La violenza non ha bandiera, né ideologia.
Le cause delle Foibe
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Le cause che scatenarono la violenta rappresaglia delle foibe furono molte, ma principalmente vanno ricercate nel periodo dell’occupazione Nazifascista della Jugoslavia e dei Balcani.
“Oasi italiane in un deserto slavo” oppure
“Isole italiane inghiottite da un oceano slavo”
La persecuzione degli slavi e la situazione fino all’8 settembre
Come viveva l’appartenenza allo stato Italiano la “minoranza” slava? Come tutte le altre minoranze linguistiche. Durante il Fascismo si è cercato di “italianizzare” tutte le minoranze, italianizzando i nomi dei luoghi e i cognomi delle persone (per fare un esempio stupido, avete presente la famiglia Maldini? Quella che ha prodotto gli storici capitani dell’AC Milan? Bene. Loro sono triestini di etnia Slovena e per effetto del Regio Decreto Legge 494 del 7 aprile 1926 il loro cognome è cambiato da Mladic in Maldini), vietando l’insegnamento della lingua della minoranza nelle scuole (in questo caso lo sloveno e il croato) e imponendo l’uso dell’italiano negli uffici pubblici. Gli slavi erano in qualche modo esclusi dalla società, o meglio, o si “italianizzavano” o altrimenti erano emarginati.
Tito – il maresciallo assassino |
Dopo l’occupazione di tutta la penisola balcanica e l’unione all’Italia di tutta la Slovenia e della Dalmazia, il provvedimento viene esteso anche ai nuovi “sudditi” del Re Vittorio Emanuele III, ma il malcontento era percepito e molti slavi si uniscono alle varie organizzazioni di resistenza, tra cui anche l’OZNA di Tito, che mirano ad allontanare con ogni mezzo gli “oppressori” italiani dalle loro terre. Per far fronte al problema, viene inviato l’esercito, con il compito di reprimere con la forza i nuclei eversivi, ma diciamo che la situazione “scappa leggermente di mano”: per stanare i ribelli, interi villaggi vengono rasi al suolo e dati alle fiamme, intere comunità slave innocenti vengono torturate, uccise e deportate nei campi di concentramento, messi in piedi per l’occasione, di Arbe (sull’isola dalmata che adesso porta il nome di Rab) e Gonars; qualsiasi atrocità era ammessa e regolata dalla circolare 3C emanata dal generale Mario Roatta, comandante assoluto dell’esercito nelle provincie slave. Questa dichiarazione, riletta oggi, fa paura: è a tutti gli effetti una dichiarazione di guerra contro i civili slavi. Vi si legge:
“Il trattamento da fare ai partigiani non deve essere sintetizzato dalla formula: “dente per dente” ma bensì da quella “testa per dente”.”
Tirando le somme, significa che, per esempio, se in un villaggio si presumeva la presenza di un nucleo di partigiani, quel villaggio poteva essere dato alle fiamme e tutta la sua popolazione uccisa e/o deportata, perché in qualche modo si pensava che chiunque potesse proteggere in casa propria un partigiano, Se desiderate leggere il testo di questo atroce documento, potete trovarlo qui: circolare 3C del generale Roatta
Per molti slavi, gli Italiani erano peggio dei Tedeschi e degli Ustascia, che dal canto loro perseguitavano i serbi, gli zingari e gli ebrei, i quali venivano protetti dagli italiani.
Ora, qui non si vuole sfociare in nessun tipo di estremismo. Ognuno ha le proprie idee politiche e in queste righe può leggerci quello che gli pare, non si vuole dare ragione all’una o all’altra parte (anche perché, quando ci sono di mezzo delle vite umane innocenti, entrambe le parti hanno torto), però è intuibile capire il motivo per cui si è arrivati agli eccidi delle foibe. È un po’ il concetto del “chi la fa l’aspetti”… E ribadisco che con questa affermazione non voglio giustificare la violenza slava, la quale ha stroncato la vita anche a qualche mio antenato, ma è soltanto una semplice constatazione. Detto questo, torniamo alla Storia.
La situazione dopo l’8 settembre e l’inizio dell’eccidio
Le conseguenze delle foibe: l’esodo giuliano-dalmata
Bambina nell’esodo giuliano |
Il susseguirsi delle violenze perpetrate anche a pace raggiunta contro la popolazione Italiana spinge, per tutto il corso degli anni ’50, un numero enorme di persone (si parla di circa 300 mila persone) a fuggire da Pola, Rovigno, Pisino, Capodistria, Fiume, Zara e da tutte quelle terre per recarsi all’interno dei nuovi confini nazionali. Molti si recano, insieme agli immigrati meridionali in cerca di fortuna, nei grandi centri industriali del Nordovest (Milano, Genova e Torino.), molti si recano a Roma, moltissimi emigrano all’estero, soprattutto verso gli Stati Uniti (conoscete Joe Bastianich? Il famoso ristoratore e showman televisivo? Sua madre Lydia giunse a New York dall’Istria).