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Dopo il trattato di pace di Versailles l’opinione che la guerra del 1914-18 fosse “la guerra che poneva fine a tutte le guerre” era diffusa in tutto il mondo. Ma non fu così, perché si misero le basi per lo scoppio della seconda guerra mondiale

Più di nove milioni di persone avevano infatti perso la vita in quegli anni, gli stati vincitori avevano l’intenzione di creare un nuovo ordine globale basato sulla pace.
Nonostante ciò, appena ventun’anni più tardi il mondo era di nuovo in guerra. Gli imperfetti trattati di pace e l’economia mondiale in crisi hanno infatti portato alla nascita di regimi totalitari (Nazismo, Stalinismo, Fascismo…) che entrarono in conflitto con il sistema capitalista dei paesi democratici. Vediamo però ora nel dettaglio cosa successe veramente e perché il mondo tornò a darsi battaglia. Una battaglia che è costata carissima al mondo perché i morti sono stati milioni, e come ogni grande battaglia non ha avuto vincitori ma solamente vinti.

Mussolini: Dichiarazione di guerra
prima pagina de “La Stampa ” dell’11 giugno 1940 (archivio storico)

Il Primo Dopoguerra: il mondo si avvia verso il secondo conflitto mondiale

La società delle Nazioni

All’inizio del 1920, si tenne a Parigi una nuova conferenza di pace dopo quella che pose fine alla Grande Guerra. Durante questa conferenza venne istituita la Società delle Nazioni, l’antenato dell’attuale Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Come la sua diretta discendente, la SdN avrebbe dovuto contribuire al mantenimento della pace nel mondo, in base al principio della sicurezza collettiva. Ciò stava a significare che ciascuno degli stati membri si sarebbe impegnato a contribuire alla difesa degli altri. Ciononostante, questa organizzazione non si rese risolutiva, perché neanche vent’anni dopo il mondo era di nuovo in guerra.

Il nuovo assetto del mondo nel 1920

Come già vi abbiamo anticipato nell’articolo riguardante la Prima Guerra Mondiale, i trattati di pace del 1919-1920 misero la parola fine ai grandi imperi sovranazionali. In particolare, uno dei paesi più ridimensionati dal punto di vista territoriale e coloniale fu la Germania, che perse tutte le sue colonie, le quali vennero divise tra le potenze vincitrici. Gran Bretagna e Francia, poi, si divisero anche i territori in Medio Oriente lasciati liberi dalla caduta dell’impero Ottomano. Nacquero poi gli stati nazionali Baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria e Jugoslavia.

Il Medio Oriente dall’Impero alla divisione

Mappa del trattato di Sevres
La situazione del Medio Oriente nel 1920 (www.treccani.it)


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Il collasso dell’impero Ottomano portò alla nascita della Repubblica Turca, Mustafa Kemal riuscì ad allontanare i Greci dalla Nazione e a creare uno stato laico e moderno e, nelle elezioni democratiche che ne seguirono, venne eletto presidente quasi all’unanimità e venne soprannominato “Ataturk”, che significa “padre dei Turchi”. Nelle restanti parti, la Società delle Nazioni creò dei “mandati”, affidandone l’amministrazione a Gran Bretagna (Palestina, Trans-Giordania e Iraq) e Francia (Siria e Libano). Questa soluzione provocò enormi tensioni e conflitti con i nazionalisti arabi, i quali speravano di ottenere con la pace l’indipendenza che si erano conquistati combattendo durante la guerra contro l’Impero Ottomano; in particolare, gli arabi Palestinesi, che avevano resistito combattendo sotto la guida del generale Lawrence. Con l’aumentare delle tendenze  antisemite in Europa, inoltre, molti ebrei iniziarono ad emigrare verso la loro “terra santa” creando maggiori tensioni con la componente araba. Questi fatti contribuirono a lasciare in eredità conflitti di lunghissima durata in corso ancora oggigiorno.

Gli USA: dall’età del Jazz alla Grande Depressione

Passati gli orrori della guerra, i politici statunitensi volevano tenersi alla larga dagli affari europei, infatti si rifiutarono di ratificare il trattato di Versailles e di unirsi alla Società delle Nazioni. Si aprì quindi un periodo caratterizzato da una certa prosperità economica, che portò ad un generale innalzamento del tenore di vita della popolazione americana. Il secondo decennio del XX secolo passarono alla storia come “età del Jazz”, dal nome del genere musicale, e negli Stati Uniti si viveva in un clima di euforia e gioia generale: si iniziava ad appassionarsi allo sport (in particolare al Baseball e al Pugilato), alla musica e al ballo, si facevano debiti per acquistare automobili, elettrodomestici e altri oggetti di consumo e la gente amava investire denaro in borsa. Nel 1929 però crollò la borsa di New York e questo portò ad un collasso economico internazionale: le potenze commerciali europee smisero di vendere agli USA, milioni di persone persero il posto di lavoro. La crisi finì quando nel 1933 venne eletto presidente il democratico Franklin Delano Roosevelt, il quale attraverso un insieme di provvedimenti passati alla storia come “New Deal” (Nuovo Corso), riuscì a dare una scossa all’economia del paese e a migliorare la situazione generale.

      La Nascita dell’URSS e la dittatura di Stalin


La rivoluzione d’Ottobre del 1917 aveva dato alla Russia un nuovo governo guidato dai rivoluzionari di Vladimir Ilych Ulyanov “Lenin”, che riuscirono a stabilire un governo forte e stabile a conduzione popolare. Nel Marzo 1918, la “nuova Russia” firmò la pace con cui usciva dalla Grande Guerra in cambio della cessione di molti territori in Europa (la Polonia, l’Ucraina, la Finlandia, le Repubbliche Baltiche). Tra il 1918 e il 1920 la neonata Armata Rossa, fondata dal grande statista Lev Trotskji, dovette fronteggiare in una sanguinosa guerra civile l’Armata Bianca, un gruppo di nazionalisti, soprattutto Ucraini, in forte disaccordo con la politica di governo comunista portata avanti da Lenin. Concluso il conflitto, Lenin e i suoi si concentrarono sulle riforme e riuscirono ad ottenere un forte consenso popolare e, nel 1922, l’Ucraina e altre due repubbliche si unirono alla Russia e diedero origine all’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). 
Nello stesso anno, Lenin viene colpito da un ictus e due anni dopo muore, durante la sua malattia, un eroe della rivoluzione, un prete mancato nato in Georgia da un ciabattino e da una lavandaia che rispondeva al nome di Josif Vissarionovic Dzugashvili detto “l’uomo d’acciaio” (in russo Stalin), diventò Segretario Generale del Partito. 

Questo avrebbe dovuto significare che lui fosse l’unico erede di Lenin, però nel testamento dello stesso Lenin si leggeva che “dare un potere eccessivo alla persona di Stalin avrebbe rappresentato un problema per la sopravvivenza della nazione”; l’ “uomo d’acciaio”, quindi, entrò in lotta con Lev Trotskij per il potere, ebbe la meglio e Trotskij venne estromesso dapprima dal partito e poi anche dal paese. Trotskij morì nel 1940, assassinato in Messico dove si era rifugiato da una spia del governo sovietico. Salito al potere nel 1929, Stalin instaurò una feroce dittatura e facendo fede al suo soprannome, fece assassinare tutti i suoi oppositori e mandò milioni di russi a morire nei campi di lavoro (GULAG, dall’acronimo che identificava la polizia responsabile dei campi). All’inizio, i suoi audaci piani di industrializzazione ebbero un discreto successo, ma le rigide politiche agricole portate avanti dal suo governo furono disastrose e milioni di contadini persero la vita.

Il Tramonto dell’Impero Britannico

Anche se il Regno Unito uscì vittorioso dalla Grande Guerra, dovette fare i conti con numerosi problemi interni. Le perdite furono molte, sia in termini di vite umane, sia in termini finanziari, sia in termini di fiducia nei confronti della corona. All’Estero, molte colonie iniziavano a reclamare l’indipendenza, per questo motivo venne istituito nel 1931 il Commonwealth of Nations (Il patto per il Bene Comune della Nazioni), che prevedeva la creazione di stati indipendenti (all’inizio furono Canada, Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica), in cui però la carica di “capo dello Stato” era detenuta dal sovrano Inglese. Questa organizzazione sussiste ancora oggi e ne fanno parte più di 50 nazioni. Nella colonia dell’India, l’avvocato Mohandas Gandhi portava avanti un programma di opposizione non violenta al dominio britannico. Nel 1937, l’isola d’Irlanda ottenne dopo violente dispute l’indipendenza totale dal Regno Unito.

L’Estremo Oriente tra Cina e Giappone

Invasione Giapponese della Cina
L’invasione Giapponese della Cina (wikipedia)
La Cina nei primi anni ’20 era governata dalle bande armate di “signori della guerra” locali. Successivamente, i nazionalisti guidati da Chiang Kai-shek riuscirono a sgominare queste bende armate e tentarono di stabilire una nazione governata a modello europeo, non riuscirono nel loro intento perché un’altra congregazione politica, ispirata dagli ideali della rivoluzione Russa, assunse un’importanza non indifferente e il suo leader, un certo Mao Tse-tung, era una figura molto amata e apprezzata dalla classe contadina. Le due fazioni entrarono in guerra tra loro seminando distruzione nel già semidistrutto paese, tuttavia nel 1931 dovettero deporre l’ascia di guerra e unirsi per far fronte all’invasione dei Giapponesi, i quali nel giro di pochissimi anni sottomisero gran parte della Cina e distrussero la capitale Nanchino seminando morte.

Il Fascismo e la Guerra Civile Spagnola

Guerra civile spagnola
le fasi della guerra civile spagnola (digilander.libero.it)
All’inizio dei ’20, nei paesi dell’Europa Mediterranea (Italia e Spagna) iniziava a spadroneggiare la componente militare. In Italia la guerra aveva lasciato una generale situazione di depressione, al quale consegnò il massimo potere nelle mani di Benito Mussolini, che instaurò un regime autoritario e nazionalista (vedi approfondimento). La Spagna non aveva preso parte alla Grande Guerra, ma il regno di Alfonso XIII fu ugualmente un periodo che mise a dura prova la vita del popolo iberico, il quale nel 1931 si sollevò e proclamò la repubblica, la seconda dopo quella del 1873-1874. Nella nuova repubblica, però, la distanza di idee tra gli schieramenti politici della sinistra repubblicana e della destra cattolica e nazionalista erano abissali. Talmente abissali che i nazionalisti, guidati dal generale capo di stato maggiore Francisco Franco, dichiararono guerra agli avversari politici. I combattimenti durarono quattro anni, dal 1936 al 1939, e dilaniarono il paese. 700 mila persone morirono.

L’ascesa di Adolf Hitler e la nuova Germania Nazionalsocialista

Espasione del Reich
le tappe dell’espansione del Reich (wikipedia)
Come ho scritto in precedenza, il paese uscito più economicamente, territorialmente e politicamente sconfitto dalla guerra fu la Germania, dove il Kaiser era fuggito lasciando il paese allo sbando più totale. L’inflazione era rovinosa, il Marco perse valore al punto tale che per comprare un Dollaro erano necessari più di due miliardi di Marchi.

Nel 1921, Adolf Hilter, un giovane austriaco trasferitosi in giovane età in Baviera, prese il controllo del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi e provò a prendere il potere con un colpo di stato. Quello passato alla storia come il “Putsch della Birreria di Monaco” fallì e Hitler venne incarcerato. Nel 1932, Hitler si candida alle elezioni presidenziali ma venne battuto dall’ex generale e eroe delle battaglie di Tannenberg e dei Laghi Masuri Paul von Hindenburg, il quale lo nomina cancelliere una volta diventato presidente. Il governo di Hitler venne “legittimato” da elezioni popolari nel 1934 e il nuovo Fuehrer dei Tedeschi proclamò il “terzo Reich” (terzo impero, dopo il Sacro Romano Impero e il Kaiserreich prussiano).

Una volta ottenuto il potere massimo, Hitler mise in atto i suoi piani espansionistici atti a dare il giusto “spazio vitale” al popolo Tedesco (una sorta di applicazione della teoria del Pangermanismo del Kaiser Guglielmo, di cui vi ho parlato nel pezzo sulla Prima Guerra Mondiale): dopo aver rioccupato la regione della Renania, presa dalla Francia come ripianamento dei debiti di guerra, nel marzo 1938 Hitler invade militarmente l’Austria, suo paese d’origine, e ne proclama l’annessione al Reich (anschluss).

Italia, Germania e Giappone si staccano dalla società delle nazioni e formano il “patto tripartito” o “Asse Roma-Berlino-Tokyo”, nato come alleanza antisovietica. Qualche mese più tardi, Hitler incontrò il primo ministro inglese Chamberlain, Mussolini e il premier francese Daladier in una conferenza a Monaco, in cui Hitler rese pubblica la sua volontà di prendere possesso della regione della Cecoslovacchia di lingua tedesca e di offrire la possibilità agli altri cechi di unirsi al Reich. Gran Bretagna e Francia non si opposero alla volontà del capo di stato tedesco e firmarono l’accordo. Successivamente Hitler firma un “patto di non aggressione” con l’URSS, con cui i due paesi si impegnavano reciprocamente a non invadersi. Il 1 settembre 1939 le truppe tedesche invasero la Polonia, ignorando l’ultimatum inglese. Era iniziata in Europa quella che di lì a pochi mesi sarebbe diventata la Seconda Guerra Mondiale.

La prima fase della Guerra (1939-1942)

(www.doncurzionitoglia.com)

Blitzkrieg in Europa (1939-1941)

La seconda guerra mondiale iniziò come conflitto europeo tra le forze alleate di Gran Bretagna e Francia e la Germania Nazista. L’Unione Sovietica, avendo firmato un patto con Hitler, nei primi mesi non partecipò attivamente contro la Germania. Come per la Prima Guerra Mondiale, la prima fase della guerra fu caratterizzata dal metodo della Blitzkrieg (Guerra Lampo): il 9 aprile 1940, Hitler invase i paesi neutrali di Danimarca e Norvegia ottenendo il controllo dell’Atlantico Settentrionale. A Maggio la Germania invase la Francia da Nord come era successo nel 1914, occupando dapprima il Belgio. Questa volta però Hilter non si limitò ad arrivare vicino a Parigi, la città venne occupata il 14 Giugno 1940 e nel frattempo anche l’Italia prese parte alla guerra (10 giugno 1940). Occupata la Francia, Hitler lanciò attacchi aerei anche alla Gran Bretagna e tentò (operazione Seeloewe, “leone marino”) anche un’invasione di terra, ma grazie ad una nuova straordinaria invenzione (il Radar) gli inglesi riuscirono a prevenire ed allontanare la minaccia tedesca. Nell’ottobre 1940, l’Italia invase la Grecia. I greci però opposero una strenua resistenza e l’Italia dovette chiedere aiuto alla Germania , la quale preparò l’attacco alla Grecia con una serie di accordi preventivi con Romania, Ungheria e Bulgaria. Nell’aprile 1941 Germania e Italia attaccarono la Iugoslavia, rea di essersi schierata al fianco della Grecia. Dopo la caduta di Belgrado, i tedeschi penetrarono in Grecia dalla Bulgaria e il 21 aprile sconfissero l’esercito greco.

Le campagne Africane (1941-1943)

Nel settembre 1940, l’Italia iniziò una campagna per l’occupazione dell’Egitto, ma l’esercito guidato dal maresciallo Graziani venne fermato dagli inglesi nell’oasi di Sidi Barraini. Gli inglesi quindi occuparono i porti libici di Tobruk e Bengasi nel dicembre seguente. Hitler decise di inviare in Africa il feldmaresciallo Erwin Rommel in aiuto dell’Italia. Questa mossa ebbe all’inizio successo ma, in seguito, una nuova offensiva alleata nel dicembre 1941 respinse le potenze dell’Asse fino a El Agheila. Nel novembre 1942 fu combattuta la battaglia di El-Alamein, che vide la netta vittoria dell’esercito alleato, dopo la sconfitta i tedeschi furono costretti a ritirarsi in Tunisia e gli inglesi, cui erano giunti in aiuto anche gli Stati Uniti d’America, nel settembre 1943 sbarcarono in Sicilia.

La Guerra del Pacifico e l’ingresso in guerra degli Stati Uniti

Il 7 dicembre 1941 con l’attacco a sorpresa del Giappone, alleato di Hitler e Mussolini, contro la base navale statunitense di Pearl Harbor. In quella data, gli USA dichiararono guerra all’impero del Sol Levante e ai suoi alleati europei. I combattimenti proseguirono nei mesi successivi con l’espansione giapponese nei possedimenti coloniali americani, britannici e olandesi nel Sud-Est asiatico e nell’oceano Pacifico. Il Giappone dovette però presto confrontarsi con la crescente superiorità militare degli Stati Uniti, che si imposero nelle successive battaglie del Mar dei Coralli e delle Midway e riuscirono ad arrestare l’avanzata giapponese nel Pacifico. Tuttavia, la controffensiva degli Alleati fu lenta e difficile.

La Fine della Guerra

L’Invasione della Russia e la fine della Blitzkrieg (1941-1945)


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Il Patto Molotov-Ribbentrop (patto di non aggressione) avrebbe dovuto assicurare la pace tra Germania e URSS ma e ambizioni territoriali tedesche e le opposte ideologie dei due governi tedesco e russo mostravano l’evidente fragilità dell’alleanza. L’alleanza fu rotta nel giugno del 1941 quando Hitler ordinò l’invasione dell’Unione Sovietica, che fu portata avanti con il nome in codice di “Operazione Barbarossa”. L’offensiva fu sferrata senza dichiarazione di guerra e iniziò il 22 giugno 1941. All’inizio la Germania non trovo difficoltà ad occupare la porzione di URSS fino alla foce del Don, ma l’arrivo del rigido inverno russo favorì la controffensiva dell’Armata Rossa. Tornata l’estate, i tedeschi sferrarono di nuovo un’offensiva e riuscirono a raggiungere Stalingrado il 23 luglio 1942. Un anno prima era anche iniziato l’assedio a Leningrado (San Pietroburgo), che durò quasi tre anni dal 1941 al 1944. Nel 1943, i Russi rialzarono la testa e dopo la vittoriosa battaglia di Kursk, riuscirono a rioccupare i territori persi. Il primo agosto 1944, la resistenza polacca,  organizzò un’insurrezione contro le forze di occupazione dell’Asse. I russi, che pure erano giunti alla periferia della città, non riuscirono a portare aiuti agli insorti né a permettere alle forze alleate di inviare rifornimenti via aerea. L’insurrezione, nata nel ghetto ebraico, fu sedata dai tedeschi dopo più di due mesi di bombardamenti: la città fu distrutta e la popolazione decimata e deportata nei campi di sterminio di Auschwitz, Brikenau, Treblinka e Sobibor. Varsavia fu infine liberata dai sovietici nel gennaio 1945. 

La Shoah

Alle mire espansionistiche di Hitler si associò anche un programma di sistematica eliminazione della componente di popolazione formata da tutti quegli individui che “contaminavano la razza”. Tutte queste persone venivano internate nei cosiddetti campi di concentramento e sterminio e costretti dapprima al lavoro forzato, poi in seguito venivano anche utilizzati come cavie per esperimenti scientifici di eugenetica e infine eliminati. Ciò portò allo sterminio di circa sei milioni di ebrei, ricordato da tutto il mondo col termine di Olocausto (che in greco indica il “sacrificio”) oppure con il più corretto termine ebraico “Shoah” (che vuol dire invece strage, devastazione). Il campo di concentramento di Auschwitz in Polonia venne liberato il 27 gennaio 1945 dall’Armata Rossa, questo giorno viene in tutto il mondo riconosciuto come il “giorno della commemorazione della shoah”.

Il Fronte Italiano

Dopo la vittoriosa campagna in Africa nel 1943, gli Alleati prepararono l’invasione dell’Italia. Le prime truppe sbarcarono in Sicilia il 10 luglio e sulla terraferma il 3 settembre. Nel corso dell’invasione in Sicilia, Mussolini fu allontanato dal potere e arrestato, mentre un nuovo governo, guidato dal maresciallo Badoglio, negoziò l’armistizio con gli alleati (8 settembre 1943). L’arrivo degli Alleati fu però contrastato in ogni modo dai tedeschi, che presidiarono i passi alpini, deportarono 700.000 militari italiani, allo sbando dopo la firma dell’armistizio, e occuparono gran parte della penisola. Mussolini, intanto, liberato dai tedeschi, fu messo a capo di uno stato fantoccio nel Nord Italia, la Repubblica Sociale Italiana, le cui truppe combatterono con i tedeschi contro l’avanzata alleata da sud, contro i partigiani italiani nell’Italia centro-settentrionale e contro gli uomini di Tito a est. I tedeschi si arresero in Italia il 2 maggio 1945.

La vittoria alleata

Gli alleati sbarcarono in Normandia il 6 giugno 1944 prendendo di sorpresa i tedeschi. Tra il giugno 1944 e il maggio 1945 le forze alleate avanzarono dalle spiagge della Normandia fino al cuore del Terzo Reich. La Germania venne chiusa in una morsa: a ovest premevano gli angloamericani e a est i Russi avevano già liberato la Polonia. Vista la situazione disastrosa, il 30 aprile 1945 Hitler si suicidò nel suo bunker di Berlino e il 7 maggio le truppe tedesche firmarono la resa incondizionata. La Germania e l’Austria vennero suddivise in quattro zone d’influenza e la Germania venne ulteriormente divisa tra Repubblica Federale e Repubblica Democratica. Il 26 luglio, vennero firmati a Potsdam i trattati di pace e al Giappone fu offerta la possibilità di “scegliere” tra la resa e la distruzione totale. Scelsero quest’ultima e il 6 e il 9 agosto vennero lanciati gli ordigni nucleari sulle città di Hiroshima e Nagasaki. Il 2 settembre, l’imperatore Hirohito firmò la resa

3 COMMENTS

  1. […] I trattati di pace della Prima Guerra Mondiale vengono firmati nella reggia di Versailles tra il 1919 e il 1920. La Germania viene completamente disarmata e le vengono tolte tutte le colonie in Africa (il Camerun, il Tanganica e il Ruanda-Urundi). Gli Ungheresi, i Cechi e gli Slovacchi ottengono l’indipendenza dall’Austria, in cui viene proclamata la Repubblica. L’Italia prende ciò che le era stato promesso, la Romania si allarga aggiungendo ai suoi territori la Bessarabia (l’attuale Moldavia) e la Transilvania. I Serbi, i Croati e gli Sloveni si uniscono nel regno degli Slavi del Sud (la Jugoslavia). I Polacchi ottengono uno stato dopo secoli. l’Impero Russo lascia il posto all’Unione delle Repubbliche socialiste Sovietiche. La Grecia si allarga, in Turchia viene proclamata la repubblica. Questo trattamento terribile riservato ai vinti, cioè alla Germania, fu una delle cause della Seconda Guerra Mondiale. […]

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