Il Fascismo è stato un movimento politico e un sistema di governo autoritario e fortemente nazionalista, lo vedremo in questo riassunto sul fascismo, che venne fondato in Italia da Benito Amilcare Andrea Mussolini pochi anni dopo la fine della prima guerra mondiale, più precisamente fu fondato nel 1919 a Piazza San Sepolcro in quel di Milano sotto il nome: “Fasci di combattimento“.

Mussolini sfruttò il caos generale e la depressione in cui viveva l’Italia dopo la vittoria nel conflitto del 1915-18, in modo da assicurarsi così il sostegno della classe sociale degli industriali e dei proprietari terrieri, destabilizzati dalla situazione di forte protesta operaia che caratterizzava i due anni del cosiddetto “biennio rosso” (1919-1920).

Mussolini fu un leader autoritario, e riuscì ad organizzare in maniera perfetta la presa al potere, fu agevolato dal fatto che nessuno, Re in primis, credevano potesse arrivare a fare ciò che poi in realtà riuscì a fare. All’inizio i fascisti, cioè le camicie nere, erano visti come dei poveri esaltati e non facevano paura a nessuno, proprio come accadde in Germania con lo NSDAP, cioè il partito di Hitler.

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Cosa vuol dire “Fascismo”?

Il nome del fascismo deriva dal Fascio littorio, una fascina di bastoni con un’ascia nel centro che nell’antica Roma simboleggiava l’autorità consolare. I Littori erano infatti le “guardie del corpo” del console e lo seguivano ovunque andasse portandosi appresso questi fasci, che appoggiavano al suolo ogni volta che il console si fermava.
Con questo termine ci si riferisce non solo al regime ventennale di Mussolini in Italia, ma ad ogni regime totalitario con tendenze vicine all’estrema destra, come per esempio i vari regimi militari sudamericani, e per ovvie ragioni anche al Franchismo e al Nazionalsocialismo.

Chi è Benito Mussolini?  Come prende il potere?

Benito Mussolini nacque il 29 luglio 1883 in quel di Dovia di Predappio, una cittadina nei pressi di Forlì, in Emilia Romagna. Inizialmente fu un convinto sostenitore del socialismo tanto da diventare, all’età di soli 29 anni, direttore del quotidiano socialista Avanti! Dal quale venne cacciato due anni dopo poiché divenne un convinto sostenitore dell’interventismo, ovvero rientrava tra coloro che volevano la prima guerra mondiale, ciò era in forte contrasto con le idee dei socialisti, che erano diametralmente opposte.

Dopo aver prestato servizio nell’esercito durante la Grande Guerra, nel 1919 fondò i Fasci italiani di combattimento, i quali all’inizio si proponevano come una congregazione di militari delusi dall’esito della guerra (Vittoria “mutilata”) ma che poi alla fine diventò un movimento in cui si rispecchiavano tutti quegli italiani che in qualche modo erano stati danneggiati dalla guerra.

Nel 1921 il movimento cambia nome in Partito Nazionale Fascista e si presenta alle elezioni, ottenendo però un risultato non troppo entusiasmante (appena lo 0,5%).

La Marcia su Roma

L’anno dopo (2 ottobre 1922) un gran numero di sostenitori del partito marciò su Roma e il re Vittorio Emanuele III, temendo lo scoppio di una guerra civile, si vide costretto a nominare Mussolini Presidente del Consiglio del Regno, affidandogli l’incarico di formare il nuovo governo.
Due anni più tardi, nel 1924, il ruolo di Mussolini venne legittimato con delle elezioni in cui il PNF ottenne la quasi totalità dei voti, questo grazie anche dei brogli elettorali attuati dal fascismo.
Una volta diventato primo ministro, Mussolini iniziò a governare il paese con stampo autoritario, tanto da assumere il nome di Duce (dal latino Dux, comandante). I partiti dell’opposizione venivano quindi banditi e i gli oppositori  perseguitati, in seguito il governo fascista assunse anche il controllo di polizia, industria e stampa.

La politica estera: l’Impero e l’Asse Roma-Berlino

Uno dei punti fondamentali dell’ideologia del Partito di Mussolini era la determinazione a voler accrescere l’influenza Italiana all’estero e l’affermazione dell’Italia come potenza economica e militare.

Così, a cavallo tra il 1935 e il 1936, andando contro le norme della Società delle Nazioni, l’Italia invase l’unico stato africano ancora libero dalla dominazione europea, il regno di Abissinia dell’imperatore Hailé Selassié, attaccandolo a sorpresa dall’Eritrea e dalla Somalia.

I paesi membri della SdN si opposero a questa aggressiva politica coloniale al punto tale da infliggere all’Italia delle sanzioni a carattere economico-commerciale: da quel momento, l’Italia non poteva intrattenere relazioni commerciali con nessun paese membro della Società delle Nazioni.

La Germania, dove dal 1933 era al potere Adolf Hitler, non faceva parte della SdN, appoggiava le politiche italiane. I due paesi si avvicinarono molto e nel 1936 proclamarono l’alleanza che tutti conosciamo come Asse Roma-Berlino, cioè l’alleanza che collegò inesorabilmente l’Italia al Nazismo.

Questo patto fu ulteriormente rafforzato nel 1939 con l’allargamento al Giappone e assunse quindi il nome di “patto tripartito” o “Patto d’Acciaio”. Sempre nel 1939, anche l’Albania entrò a far parte della sfera d’influenza Italiana. Nel 1929, Mussolini firmò con Papa Pio XI un concordato tra l’Italia e la Chiesa Cattolica (i famosi Patti Lateranensi), creando così lo Stato della Città del Vaticano.

Corriere della Sera Etiopia
Prima pagina del Corriere della Sera annunciante la conquista dell’Etiopia, 6 maggio 1936 (Archivio storico del Corriere)

La politica economica del fascismo

L’Italia, non potendo commerciare con gli altri paesi, aveva bisogno di poter contare solo sulle proprie forze, doveva quindi raggiungere l’autarchia economica. Il governo Mussolini, quindi, introdusse nuovi programmi atti a sviluppare l’economia, in particolare attraverso aiuti all’agricoltura e attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro. Grazie ai programmi della “Battaglia del Grano” e della “Battaglia della Terra” riuscì a rendere l’Italia autosufficiente dal punto di vista agricolo, bonificando le aree paludose e favorendo le coltivazioni. Man mano che portava avanti la sua politica, il governo di Mussolini riceveva sempre più ammirazione popolare e si instaurò anche una specie di “Culto del Duce”, anche grazie alla grande opera di propaganda portata avanti dal regime, ma per ovvi motivi quella era tutta apparenza, in quanto i metodi per far mantenere l’ordine erano cruenti.

Mussolini ha creato le pensioni?

Non si sa perché ma c’è il falso mito che Mussolini abbia creato le pensioni in Italia, questo è un falso storico clamoroso, perché le pensioni già c’erano in Italia ben prima che nascesse il fascismo, risalgono a molti anni prima. Forse questo errore viene commesso perché si confonde la nascita delle pensioni con la nascita dell’INPS, quella sì, Mussolini creò l’INPS. Il Fascismo ha fatto tante opere egregie, tra cui la riforma Gentile che è stata in vigore per tantissimi anni ed è stata ritenuta straordinaria anche a livello internazionale. Oggi stesso molte delle leggi italiane risalgono al ventennio fascista, di certo non si può dire che il fascismo non abbia fatto nulla per l’Italia, ma obiettivamente gli errori sono stati troppi, ed imperdonabili.

Le opere del Fascismo

Tra le tante opere del Fascismo ce ne sono alcune importantissime che dobbiamo assolutamente andare a sottolineare, e sono le seguenti:
  • Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale(INPS): Istituito dal Fascismo negli anni ’30 esso è tutt’ora in vigore ed è uno degli enti statali più importanti in assoluto, anche se nel corso degli anni naturalmente ha subito diverse mutazioni.
  • Istituto di Ricostruzione Industriale(IRI): Pure questo fu fondato negli anni ’30 cioè quando al potere c’era il fascismo, fu abolito diversi decenni fa in quanto non c’era più bisogno della funzione di quest’ente.
  • Abolizione schiavitù in Etiopia: In Etiopia vi era ancora un regime dittatoriale spaventoso, decisamente peggiore di quello fascista, il Fascismo una volta conquistata l’Etiopia all’epoca chiamata Abissinia abolì la schiavitù.
  • Bonifiche:  I fascisti bonificarono molte zone d’Italia, in primis le paludi.
  • Opera Nazionale Orfani di Guerra: Quest’ente fu istituito dal fascismo alla fine degli anni ’20 per dare supporto a quei ragazzi che avevano perso il padre durante la prima guerra mondiale.
  • Assegni famigliari: Anche questi furono creati dal Fascismo negli anni ’30, Fascismo che tra l’altro fino a quel periodo, metà anni ’30, fu anche molto apprezzato, ma poi ci fu un inesorabile declino quando i rapporti con il Nazismo divennero più forti.

Perché Mussolini è entrato in guerra nel 1940

Mussolini decise di entrare in guerra alleandosi con Hitler perché era convinto che Hitler potesse vincere a mani basse la guerra, tant’è che vi era fortemente la convinzione che la guerra stessa per finire, così il 10 giugno del 1940 Mussolini dichiarò guerra alla Francia dopo che per tutto il periodo precedente della guerra aveva dato lo stato di non belligeranza, cioè l’Italia era rimasta neutrale e così doveva rimanere, ma poi scorse la possibilità di vincere la guerra e sedersi al tavolo dei vincenti, facendo ad avere all’Italia una posizione importantissima in quella che sarebbe poi diventata l’Europa post-seconda guerra mondiale. Mussolini infatti disse:

Ho bisogno di alcune migliaia di morti per sedermi al tavolo della pace

Questo errore fu imperdonabile perché non solo la guerra fu molto più lunga dell’immaginato, ma l’Italia non era pronta alla guerra, basti pensare in che condizioni andarono a combattere i reparti dell’esercito italiano ad El Alamein, armati di catorci(carri armati di pessima qualità) contro i più importanti e sofisticati mezzi bellici dell’epoca. Il fascismo entrò in guerra contro la Francia, la quale era a pezzi poiché veniva da uno scontro furioso con i tedeschi, eppure nonostante questo l’Italia perse, e fu solo la prima di una lunga serie di grandi delusioni.

Perché Mussolini si alleò con Hitler?
Non si può certamente dire che Hitler avrebbe vinto la guerra, perché contro aveva il mondo intero e alla lunga avrebbe comunque perso, ma sicuramente avrebbe potuto resistere di più se non avesse avuto  il fascismo come palla al piede probabilmente avrebbe potuto resistere di più, questo perché l’Italia era completamente impreparata alla guerra e perdeva sistematicamente tutte le battaglie, basti ricordare cosa accadde in Grecia, dove furono costretti ad intervenire i Nazisti per evitare all’Italia una sonora sconfitta.
Mussolini si alleò con Hitler perché gli faceva comodo, in realtà Mussolini odiava Hitler o meglio, non lo riteneva un uomo intelligente, e gli riconosceva il fatto che Hitler sia stato l’unico ad ammirarlo veramente fino in fondo.
Per sapere cosa pensasse Mussolini del Nazismo basti sapere che era in buoni rapporti solamente con Hitler, considerava tutti gli altri gerarchi del Nazismo come dei folli fuori di senno, celebre fu il discorso che fece Mussolini dopo aver incontrato il ministro tedesco Von Ribbentrop, il Duce ebbe non poche cose da dire su di lui, arrivando persino a sostenere che la scarsa intelligenza di Von Ribbentrop era causata dalla grandezza della sua testa.
Mussolini decise di allearsi con Hitler perché Hitler stava spazzando via tutti gli avversari politici, e decise di non schierarsi contro, anche perché Hitler si era ispirato a lui nella creazione del Nazismo, tant’è che tutt’oggi il Nazismo viene chiamato “fascismo tedesco”, così fece leva su questo e se lo fece “amico” anche se i rapporti non sono mai stati idilliaci.
I rapporti tra i due si deteriorarono quando Hitler senza avvisare Mussolini diede vita alla Seconda Guerra Mondiale attaccando la Polonia con il patto Molotov-Von Ribbentrop ma successivamente i rapporti tornarono sereni quando Mussolini fu supportato nelle campagne africane da Hitler, il quale gli mandò il miglior stratega di guerra di sempre per ciò che concerne le battaglie nel deserto, e stiamo naturalmente parlando di Rommel, detto “La volpe del deserto”.

 

Perché Mussolini veniva chiamato Duce?

Il fascismo si ispirava all’antica Roma e Duce in latino significa “capo” o anche “condottiero”, proprio per questo motivo Mussolini venne soprannominato “Duce d’Italia e dell’Impero fascista”.

Tant’è che tra le opere del fascismo ci sono vari monumenti dedicati proprio a Mussolini con la scritta latina “DVX” alcuni dei quali sono stati rimossi in seguito alla disfatta del fascismo. Lo stesso Fuhrer ha lo stesso significato di Duce, perché è una parola tedesca che è appunto il corrispettivo di Duce.

Come finì il fascismo in Italia?

Quando nel 1943 le truppe alleate decisero di sbarcare in Sicilia, la seconda guerra mondiale ormai stava per terminare, il Gran consiglio del Fascismo decise di sollevare Mussolini dall’incarico di capo del governo e il potere venne riconsegnato al Re. Mussolini venne fatto prigioniero dalle forza angloamericane ma venne poi liberato dai tedeschi, scesi nel frattempo nella penisola.
L’ormai ex-primo ministro divenne quindi un fantoccio nelle mani della Germania che lo mise a capo della cosiddetta Repubblica Sociale Italiana. Quando la guerra si stava avviando verso la fine, Mussolini fu catturato e ucciso dalla resistenza partigiana.Speriamo che questo riassunto sul fascismo ti sia tornato utile per arricchire la tua cultura su una delle pagine più contorte della storia italiana.

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