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Il fascismo è stato un periodo che ha caratterizzato vent’anni della storia d‘Italia del Novecento e, si può dire, della storia italiana successiva: Mussolini, infatti, ha rilevato un paese distrutto dalla crisi economica e uscito depresso, anche se vittorioso, dalla prima guerra mondiale e l’ha trasformato in una potenza. Nessuno, per esempio, nel 1919, quando la Grande Guerra era appena terminata, che quello sparuto gruppetto di ex soldati delusi che si facevano chiamare “fasci di combattimento” sarebbe salito al governo e in più di vent’anni di governo avrebbe totalmente cambiato il volto del paese. 
Abbiamo approfondito questa parte della storia italiana in un dettagliato ed esauriente riassunto sul fascismo, in cui abbiamo esposto anche delle note di approfondimento e curiosità che però lo rendono prolisso per chi necessita rapidamente delle informazioni necessarie. Per questo motivo, abbiamo prodotto una sintesi schematica del fascismo, in cui esporremo per punti fondamentali le informazioni necessarie su questo periodo storico.

Fascismo sintesi

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Sintesi Fascismo

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L’Italia alla fine della prima guerra mondiale era essenzialmente un paese allo sbando: l’economia era in grave difficoltà, la disoccupazione continuava a salire e la lira perdeva ogni giorno che passava sempre più valore. La situazione politica non aiutava, perché nessuna formazione politica aveva la piena maggioranza in parlamento e non si riusciva a far fronte ai problemi. Tutto ciò nella popolazione creava un grande sentimento di malcontento e di depressione che spessissimo sfociava in scioperi, proteste e movimenti di piazza. Il biennio ’20-’21 fu, in particolare, un periodo molto teso da questo punto di vista: le congregazioni degli operai portarono avanti enormi movimenti di protesta che sfociarono anche nell’occupazione delle fabbriche, il che creò un danno economico non indifferente: questo periodo viene chiamato “biennio rosso“, perché i movimenti operai si rifacevano a idee di stampo comunista, tant’è che si temeva lo scoppio di una rivoluzione operaia come quella russa. In più, circolava anche la convinzione della cosiddetta “vittoria mutilata“, nel senso che si credeva che la vittoria in guerra fosse in qualche modo incompleta, perché l’Italia non aveva ottenuto tutti i territori sperati. In questo ambiente nascono i Fasci Italiani di Combattimento, creati a Milano da Benito Mussolini, che nel 1921 cambiano nome in Partito Nazionale Fascista e si presenta alle elezioni con scarsissimo successo. Il 22 ottobre del 1922, i “Fasci” decidono di marciare su Roma, un’azione clamorosa che convince re Vittorio Emanuele III ad affidare il governo a Mussolini, soprattutto per evitare di incorrere in ulteriori rivolte e disordini, incarico che viene legittimato dalle elezioni politiche del 1924.

Con Mussolini e il partito fascista al potere, le libertà di stampa, di associazione e di sciopero subiscono forti limitazioni, fino alla totale cancellazione. Un’opportuna modifica dello Statuto Albertino, successivamente, consegna praticamente tutto il potere nelle mani del duce e del “Gran Consiglio del fascismo“, che di fatto andava a sostituire la funzione legislativa del parlamento. Ogni forma di opposizione è illegale e viene duramente represso: allo scopo viene istituita la “Milizia volontaria per la sicurezza nazionale”, un corpo di polizia creato con lo scopo preciso di perseguitare gli oppositori e i sovversivi. Tutte queste misure vengono prese da Mussolini dopo che un parlamentare socialista (quindi un avversario politico), un certo Giacomo Matteotti, denuncia in parlamento la presunta irregolarità delle elezioni del ’24, il cui risultato sarebbe stato frutto di brogli e violenze. Lo stato si avvia sempre più a essere uno stato autoritario, il primo regime totalitario del ‘900 europeo.

Sintesi del fascismo

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Nel nuovo stato totalitario assume quindi enorme importanza la figura del duce, che tiene sotto controllo tutta la società: sia attraverso l’eliminazione di ogni avversario politico, sia attraverso l’intensissima opera di propaganda (Cinecittà, Istituto Luce, manifesti, scritte sui muri degli edifici) Si viene a creare un forte culto della personalità di Mussolini, anche grazie alla valori e agli ideali portati avanti dal suo partito: amore per la patria e per la famiglia, spirito di sacrificio, disciplina e obbedienza. Nel 1929 Mussolini firma i Patti Lateranensi con il Papa, favorendo le relazioni diplomatiche con la chiesa cattolica e aumentando enormemente il suo prestigio. Tutte queste caratteristiche contribuiscono all’esportazione del modello fascista fuori dall’Italia negli anni successivi. 

La politica economica del regime fascista è fortemente condizionata dall’enorme crisi mondiale sorta immediatamente dopo il crack di Wall Street del 1929. Il regime interviene direttamente nell’economia nazionale: favorisce e sovvenziona l’agricoltura (battaglie del grano e bonifica dei terreni paludosi) creando nuovi posti di lavoro; con la sua politica protezionista viene incontro alla grandi fabbriche e ne crea di nuove a conduzione statale (come per esempio l’Agip, per far fronte al problema energetico). Viene anche rivalutata la lira, in modo da frenare l’inflazione e aiutare le aziende. Sul piano della politica estera, il fascismo porta avanti una politica aggressiva, volta all’acquisizione di nuove terre in Africa (rioccupazione della Libia e guerra di Etiopia) e alla formazione di un Impero Coloniale. Questa politica porta l’Italia ad allontanarsi dalle potenze della società delle nazioni e ad avvicinarsi alla Germania di Hitler, con cui nel 1936 firma il Patto d’acciaio. L’alleanza con la Germania porta al regime fascista alcune conseguenze tragiche e violente, come la promulgazione delle leggi razziali e l’entrata nella seconda guerra mondiale, il resto lo potrai leggere nel riassunto sulla seconda guerra mondiale.

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