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Hegel, il grande Hegel, il grande e irreprensibile Hegel… Però! Non sapevo fosse anche un filosofo…”
Oggi, nel caso in cui non si fosse ancora capito, parleremo di Hegel, questo sarà un riassunto della vita e delle opere di Hegel, il quale fu criticato dal suo collega Karl Marx. Hegel aveva una filosofia abbastanza distante da quella di Marx, questo perché Hegel dava più risalto, cioè più importanza alle idee piuttosto che alle persone, e proprio per questo motivo si beccò le critiche da parte di Marx, il quale invece dava più importanza alle persone che alle idee, questo parlando in chiave storica, e per la determinazione della storia stessa, purtroppo Hegel non poté mai replicargli perché morì quando Marx era un ragazzo delle medie.
Hegel ha fatto parte della gloriosa e prolifica scuola filosofica tedesca del 18-19 secolo, che ha visto tra i vari protagonisti anche filosofi del calibro di Immanuel Kant, Schopenhauer, Schiller, Nietzsche e tantissimi altri. Tutti grandi filosofi che hanno fatto la storia, e Hegel non sfigura affatto tra questi.

Hegel Riassunto

Chi era Hegel?


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Questo aforisma alla Aldo Baglio è la tipica reazione dello studente medio quando il professore in classe inizia a parlare di Hegel, uno dei più grandi filosofi dell’Ottocento, dell’età moderna, e forse in assoluto, ma è anche uno dei più difficili e duri da affrontare. Il suo studio, tuttavia, comprende gran parte del programma del Quinto anno dei licei in cui è previsto lo studio della Filosofia e insieme con Nietzsche è uno dei più indiziati ad essere il filosofico protagonista del vostro esame di maturità. Eccovi quindi questo riassunto della vita e delle opere di Hegel, per aiutarvi a preparare questo filosofo in modo da non trovarvi costretti a rispondere come sopra. Il riassunto contiene tutto quello che c’è da sapere sulla sua vita, sulle sue principali opere e sul suo pensiero.

Vita di Hegel

Georg Wilhelm Friedrich Hegel nacque a Stoccarda nel 1770, in una famiglia abbastanza ricca. Studiò presso il ginnasio di Stoccarda e terminati gli studi classici si iscrisse all’Università di Tubinga, dove strinse rapporti d’amicizia con il poeta Friedrich Hölderlin e il filosofo Friedrich Schelling. Terminati gli studi di filosofia e teologia, Hegel svolse la professione di insegnante privato, lavorando all’inizio a Berna nel 1793, poi a Francoforte nel 1797. Due anni dopo morì il padre, lasciandogli in eredità una certa rendita che gli permise di sospendere l’attività di insegnante e di dedicarsi alla filosofia.

Nel 1801 si trasferì a Jena, dove si trattenne fino all’ottobre del 1806, quando l’occupazione francese lo costrinse alla fuga. Dopo aver soggiornato per un breve periodo a Bamberga, dove lavorò come giornalista presso il ‘Bamberger Zeitung’, divenne professore di filosofia al ginnasio di Norimberga. Dieci anni dopo si spostò a Heidelberg, quindi nel 1818 a Berlino, dove gli era stata offerta la cattedra di Filosofia, che prima era stata del filosofo Johannes Fichte, all’Università della città. Si fermò a Berlino fino alla morte, sopraggiunta nel 1831.

Hegel adulto
Hegel in età matura

Opere e pensiero di Hegel

Nel periodo di Jena, Hegel scrisse il suo maggior successo, la “Fenomenologia dello Spirito” (1806) in cui è espresso gran parte del suo pensiero. Negli anni di Norimberga si dedicò principalmente alla logica, componendo “La scienza della Logica” (1812-1816); mentre a Heilberg pubblicò l’esposizione completa e sistematica della sua filosofia, l’ “Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio”(1817).

L’ultima, grande opera di Hegel sono stati i “Lineamenti di filosofia del diritto” (1821); dopo la sua morte, a cura dei suoi allievi, furono pubblicati gli appunti delle sue lezioni: le “Lezioni sulla filosofia della religione” (1832), le “Lezioni sulla storia della filosofia” (1833-1836), “l’Estetica” (1835-1838) e le “Lezioni sulla filosofia della storia” (1837).

Caratteri generali della filosofia di Hegel


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L’intento di Hegel è stato quello di elaborare un sistema filosofico che potesse comprendere in sé le idee dei suoi predecessori, in modo da formare una cornice concettuale al cui interno potesse essere filosoficamente appreso il “divenire storico”.

Questo tipo di approccio era indirizzato a una comprensione unitaria della realtà, concepita nella totalità delle sue manifestazioni come processo di sviluppo dell’essere, il pensiero puro o Ragione, che Hegel chiama Spirito assoluto. Secondo Hegel il compito della filosofia è “tracciare l’itinerario di sviluppo dell’assoluto” e ciò implica in primo luogo il chiarimento della struttura intrinsecamente razionale dell’assoluto; in secondo luogo una dimostrazione delle modalità con cui l’assoluto si manifesta nella natura e nella storia; in terzo luogo, un’illustrazione del carattere teleologico dell’assoluto, che esibisca il finalismo intrinseco alla dinamica, al “movimento” dell’assoluto nella storia.

La dialettica Hegeliana

Riguardo a questa struttura razionale dell’assoluto, Hegel afferma:

Ciò che è razionale è reale e ciò che è reale è razionale

Quest’affermazione può essere interpretata considerando il concetto hegeliano secondo cui l’assoluto deve essere concepito come pensiero puro, o Spirito puro, coinvolto nel processo della sua stessa crescita. Secondo Hegel la logica che riguarda questo processo di sviluppo è la dialettica.

Secondo il metodo dialettico il movimento, il processo, è il risultato del conflitto tra opposti. Questa dimensione del pensiero di Hegel è analizzabile secondo tre categorie:tesi, antitesi e sintesi. La prima, la Tesi, può essere ad esempio un’idea o un movimento storico ed è in generale incompiuta; ciò genera il suo opposto, l’Antitesi, che è un’idea o un movimento opposto alla Tesi. Il risultato della contraddizione tra tesi e antitesi e del “movimento” degli opposti, è la sintesi, che supera e risolve il conflitto a un livello superiore conciliando in una verità più comprensiva la verità dei due poli opposti (tesi e antitesi). La sintesi è quindi una nuova tesi e perciò innesca un ulteriore movimento dialettico, generando in questo modo un processo di sviluppo storico e intellettuale continuo. Lo stesso Spirito assoluto si sviluppa con un movimento dialettico verso il fine ultimo, che è la conoscenza di sé.

Per Hegel, quindi, la Realtà è il processo dialettico dell’Assoluto rivolto allo sviluppo di se stesso. In questo processo lo Spirito assoluto si manifesta sia nella natura sia nella storia. La natura è l’ “Idea assoluta”, l’Essere che oggettiva se stesso in forma materiale. Le coscienze finite e la storia dell’uomo sono il movimento in cui si manifesta l’assoluto stesso in ciò che gli è più affine, cioè la coscienza o lo spirito. Nella “Fenomenologia dello spirito” Hegel contrassegnò i momenti successivi di questo manifestarsi, dal livello di coscienza più semplice all’autocoscienza assoluta, fino alla ragione.

Il punto di arrivo di questo divenire dialettico può essere compreso più chiaramente nello stadio della ragione: mentre la ragione finita progredisce nella comprensione, l’assoluto progredisce in direzione dell’autocoscienza. L’assoluto infatti giunge a conoscere se stesso mediante l’accrescersi della capacità di comprensione della realtà da parte dell’intelletto umano. Hegel arrivò a concepire che il pensiero progredisce in tre stadi: arte, religione e filosofia.

L’arte coglie l’assoluto nelle forme materiali, esprimendo la razionalità nelle forme sensibili del Bello. L’arte viene superata dalla religione, che coglie l’assoluto per mezzo di immagini e simboli. Per Hegel, la religione più filosofica è il cristianesimo, perché nel cristianesimo il manifestarsi dell’assoluto nel finito è simbolicamente riflesso nell’incarnazione di Cristo. La filosofia, invece, è lo stadio supremo, poiché dal momento che razionalmente l’assoluto. Quando ciò si realizza, l’assoluto giunge alla piena autocoscienza e il processo raggiunge il proprio fine. Solamente a questo punto Hegel identificò l’assoluto con Dio. Hegel affermò che “Dio è Dio solo nella misura in cui conosce se stesso”.

Nel corso dell’analisi delle manifestazioni dello Spirito assoluto, Hegel contribuì significativamente a molte discipline filosofiche, in particolare alla filosofia della storia e all’etica.

Hegel e la Storia

Per quanto riguarda la storia, per Hegel esistono due categorie-chiave, che sono ragione e libertà. Hegel sostenne che ”L’unico pensiero che la filosofia reca alla riflessione sulla storia è il semplice concetto di ‘ragione’; che la ragione è sovrana del mondo, che la storia del mondo, quindi, si presenta a noi come un processo razionale”. La storia, quindi, essendo uno sviluppo razionale, documenta la crescita della libertà umana, poiché secondo Hegel la storia umana è un processo dalla schiavitù alla libertà. In sostanza, quando Marx teorizzò la sua ideologia materialistica della storia e la necessità della rivoluzione, probabilmente si rifece ampiamente a queste teorie.

Hegel e l’etica

Il pensiero etico di Hegel emerge con chiarezza nella discussione sulla moralità (Moralität) e l’eticità (Sittlichkeit). Al livello della moralità, ciò che è giusto o sbagliato riguarda la coscienza individuale. Si deve però, secondo Hegel, procedere oltre, fino al livello dell’eticità, questo perché il dovere, per il filosofo, non è nella sua essenza un risultato del giudizio individuale: gli individui si completano solo all’interno di un contesto sociale; di conseguenza, la sola cornice entro la quale il dovere può esistere davvero è lo Stato.

Hegel considerava la partecipazione alla gestione dello Stato uno dei doveri civili supremi. Idealmente, lo Stato è la manifestazione della volontà generale, che è l’espressione più alta dello spirito etico: l’obbedienza alla volontà generale è pertanto l’atto di un individuo libero e razionale.

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