Karl Marx è stato un filosofo molto discusso e controverso, sia in vita sia dopo morto. Egli, infatti, è stato il teorizzatore del Socialismo Scientifico e del Comunismo, teorie economico/politiche che hanno avuto conseguenze abbastanza discutibili nella storia del mondo. L’obiettivo principale di questo riassunto su Marx è quello di fare luce sulla persona e sul pensiero di questo filosofo, che rimane comunque uno dei più grandi pensatori del XIX secolo, a prescindere dalla corrente politica in cui ci si riconosce.

Marx riassunto

Vita di Marx

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Karl Heinrich Marx nasce a Trier, nella regione tedesca del Palatinato, nel 1818. Suo padre, Heinrich Marx Levi Mordechai, era un avvocato ebreo, figlio di un rabbino, molto colto e raffinato, che era stato educato al razionalismo religioso di stampo illuminista teorizzato da Kant

Dopo aver iniziato gli studi universitari a Bonn, nel 1836 Marx si trasferisce all’ Università di Berlino, dove consegue il dottorato in filosofia nel 1841 con una tesi dal titolo: “Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro“. 
Nel 1842 inizia a collaborare con la ‘Rheinische Zeitung’ (Gazzetta renana) di Colonia, della quale diviene in breve tempo caporedattore. I suoi articoli sono incentrati principalmente sulla critica delle condizioni sociopolitiche dell’epoca e gli creano non pochi problemi con le autorità del governo: il giornale, bollato come sovversivo, viene soppresso nel 1843. 
Marx da giovane
Marx da giovane

Marx si reca quindi a Parigi, dove stabilisce contatti con i movimenti socialisti e si dedica ai primi studi di economia politica. Nel 1844 incontra Friedrich Engels e entrambi si accorgono di essere pervenuti per strade differenti alla stessa teorizzazione della necessità storica di una rivoluzione. Da quel momento Marx ed Engels collaborano alla sistematizzazione dei principi teoretici del comunismo, oltre che all’organizzazione di un movimento operaio internazionale fondato su tali principi.  Dopo essere stato espulso dalla Francia nel 1845, Marx si stabilisce a Bruxelles dove organizza una rete internazionale di gruppi rivoluzionari definiti ‘comitati di corrispondenza comunista’. Espulso anche dal Belgio, torna per un periodo in Germania e poi si trasferisce in Inghilterra, a Londra, dove muore nel 1883.

Opere e Pensiero di Marx

Il Materialismo Storico Marxiano

Nei cosiddetti “Manoscritti economico-filosofici” del 1844, Marx utilizza gli strumenti della dialettica hegeliana per mettere a fuoco il tema del ‘lavoro alienato’ nella società capitalistica. Se fino a questo periodo Marx appare vicino alla generazione dei filosofi della ‘sinistra hegeliana’, in particolare a gente del calibro di Ludwig Feuerbach, in seguito se ne distanzia per dare al suo pensiero un carattere più nettamente materialistico. 
È nell'”Ideologia tedesca”, scritta in collaborazione con Engels nel 1845-46 (ma pubblicata dopo morte, nel 1932), però, che trova le sue basi il materialismo storico marxiano. Il materialismo Marxiano è una concezione della Storia che afferma la dipendenza di ogni fattore della coscienza (le cosiddette sovrastrutture ideologiche, religiose, politiche) dalle strutture economiche e dalle condizioni materiali nelle quali gli uomini riproducono, nelle varie epoche, la loro esistenza. 

Il “Manifesto del Partito Comunista” (1848)

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Nel 1847,  Marx pubblica la “Miseria della filosofia“, in cui  polemizza con le dottrine economiche di Pierre-Joseph Proudhon e in generale dell’economia borghese. Nello stesso anno la Lega dei Comunisti sporge a Marx e a Engels la proposta di formulare un manifesto in cui siano contenuti i principi fondamentali del comunismo. Nasce così il “Manifesto del Partito comunista“, che viene pubblicato nel gennaio del 1848, alla vigilia dei moti insurrezionali che sconvolsero l’Europa durante il risorgimento.

Nella sezione centrale del Manifesto Marx articola per una seconda volta la teoria del materialismo storico, che individua nel sistema economico dominante di ogni epoca ciò che determina la forma di organizzazione sociale e la configurazione storica e politica dell’epoca stessa; inoltre il Manifesto evidenzia la lotta di classe come processo “dialettico” atto a plasmare il corso della storia.

Da queste premesse teoriche Marx conclude che, nell’epoca dominata dalla forma di produzione capitalista, la classe dei capitalisti sarebbe dovuta essere stata eliminata da una rivoluzione organizzata dal proletariato, che avrebbe dovuto ‘abbattere’ la società esistente per costituire una società senza classi.

Il Capitale (1867)

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Il Capitale è un’ opera articolata in tre volumi, di cui il primo è stato pubblicato nel 1867, mentre il secondo e il terzo sono stati composti da Engels e sono stati pubblicati dopo la morte di Marx, nel 1885 e 1894. 
Si tratta di un’analisi storica e sistematica dei meccanismi di produzione e di distribuzione della ricchezza relativi al sistema capitalistico, effettuata con l’intento di spiegarne le contraddizioni e di individuare le tendenze economiche che conducono al superamento di questo sistema. In questa opera Marx presenta la teoria dello sfruttamento della classe operaia da parte dei capitalisti: questi ultimi pagherebbero agli operai solo una parte del valore prodotto nel ciclo di produzione delle merci, realizzando un ‘plusvalore’ frutto del ‘pluslavoro’ estorto all’operaio.

Le opere minori e il successo postumo di Marx

Nel 1871, Marx pubblica “La guerra civile in Francia”. In quest’opera, il filosofo analizza l’esperienza della Comune di Parigi, quel governo rivoluzionario di stampo proto-socialista istituito a Parigi durante la guerra franco-prussiana, interpretando questa esperienza come una conferma storica delle sue teorie, e quindi della necessità per i lavoratori di impadronirsi del potere politico con una rivoluzione armata e di distruggere quindi lo stato capitalistico. Queste idee sono presentate anche nella Critica del programma di Gotha (1875).
La fortuna delle dottrine di Marx si accrescerà enormemente dopo la sua morte con l’affermarsi del movimento operaio, la nascita dei sindacati e la fioritura del marxismo, una delle principali correnti del pensiero contemporaneo. La sua analisi dell’economia capitalista e la sua teorie del materialismo storico, della lotta di classe e del “plusvalore” sono alla base del socialismo moderno. Una lettura “esagerata” porterà alla teorizzazione della “Dittatura del Proletariato“, concetto che sarà poi alla base del sistema politico sovietico.

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