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L’Australopiteco è stata la prima scimmia antropomorfa che ha iniziato a scendere dagli alberi e a provare a camminare sulle zampe posteriori, e per questi motivi molti studiosi sono concordi nel definire l’Australopiteco come il vero e proprio anello mancante tra l’uomo e la scimmia, oltre che come il primo, il più antico esempio di essere che in qualche modo è possibile definire ‘umano’. Impareremo a conoscerlo in questo riassunto sull’Australopiteco.
Non tutti gli scienziati sono d’accordo nel sostenere che l’anello mancante tra uomo e scimmia sia l’australopiteco, ma sul nostro passato ci sono ancora tantissime ombre e pochissime luci, questo perché la ricerca scientifica ha iniziato a portare i primi risultati solamente negli ultimi anni.
Lucy, l’Australopiteco più famoso del mondo |
Riassunto Australopiteco
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Caratteristiche Australopiteco
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In base a quanto trovato nei resti fossili rinvenuti in Africa (come per esempio quello di Lucy, un esemplare femmina di Australopiteco di circa 20 anni d’età scoperto negli anni ’70 in Etiopia) gli Australopitechi erano in tutto e per tutto delle grandi scimmie che iniziavano a muoversi sulle due zampe posteriori. Non erano particolarmente alti, infatti non superavano il metro e 30 di altezza, anche perché se è vero che si muovevano su due gambe, è molto probabile che camminassero piegano molto le ginocchia, proprio come fanno qualche volta le grandi scimmie antropomorfe viventi ai giorni nostri (per esempio l’orango o il gorilla).
Chi era l’Australopiteco?
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L’Australopiteco era una particolare specie di scimmia antropomorfa che è stata definita dai paleontologi come il primo ominide, o se preferisci il primissimo esempio di uomo.
Sicuramente tra una cinquantina di anni avremo risposte molto più interessanti su questa tematica, poiché la scienza riuscirà a fare altri passi da gigante e potremo indagare meglio sul nostro passando, magari riuscendo anche a rispondere finalmente alla domanda:”Qual è l’anello mancante tra l’uomo e la scimmia?” e c’è una buona probabilità che già conosciamo questa risposta.
Siamo certi del fatto che un giorno sapremo vita, morte e miracoli dei nostri antenati più remoti, e quel giorno avremo fatto giustizia perché avremo lottato per ricordare i nostri avi.