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Voglio iniziare questo articolo ponendovi una domanda: secondo voi, qual è l’opera letteraria francese più famosa, venduta e tradotta nel mondo? Ebbene signori miei, forse vi stupirò, ma quest’opera è il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry.
Sull’autore: Antoine de Saint-Exupéry
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Antoine de Saint-Exupéry è l’autore del Piccolo Principe, ma di lavoro non faceva esattamente lo scrittore. Per lui la scrittura era infatti poco più che un hobby, perché il suo vero lavoro era servire il suo paese: nel 1921, dopo aver conseguito il brevetto di pilota d’aereo civile e militare, si arruola nell’esercito come aviatore. Tuttavia poco dopo è costretto a lasciare il suo ruolo a causa di un incidente nel quale aveva riportato un violento trauma cranico. Negli anni successivi all’incidente ha quindi molto tempo libero e decide di investirlo scrivendo: nel 1926 pubblica il suo primo racconto su una rivista. Successivamente, riprende l’attività di aviatore ma decidendo di restare nel campo civile, prestando servizio nell’Aéropostale. Questo nuovo lavoro gli permetterà di viaggiare in lungo e in largo per il mondo e quindi di conoscere gran parte delle diverse culture e costumi. Nel frattempo riceve anche qualche incarico come giornalista e pubblica anche altri romanzi e racconti, grazie ai quali riesce a vincere anche dei premi.
Di cosa parla il Piccolo Principe?
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La storia del Piccolo Principe di per sé non è complicatissima. Il libro si apre con l’aviatore bambino, identificato nell’autore stesso, che è intento nel disegnare un serpente boa che aveva appena ingoiato un elefante e credendo che fosse un disegno spaventoso lo mostra agli adulti di casa, i quali però non sono per niente terrorizzati perché credono che il piccolo abbia disegnato un semplice cappello. Il bambino prova a disegnare il serpente dall’interno ma continua a non sortire effetto. Il piccolo cresce e col tempo lascia perdere i disegni dei serpenti per dedicarsi ad altro; una volta divenuto adulto, si dedica alla professione di aviatore.
Un giorno, il nostro aviatore è costretto a effettuare un atterraggio di fortuna nel deserto del Sahara (evento che realmente capita all’autore) e in questa occasione gli si para davanti un bambino che gli chiede di disegnargli una pecora. Questo bambino è il Piccolo Principe e proviene dall’asteroide B612, dove vive assieme a tre vulcani e a una rosa molto supponente e presuntuosa, alla quale è molto affezionato, quasi sottomesso.
Il Piccolo Principe racconta all’aviatore che prima di mettere piede sulla nostra Terra aveva visitato altri piccoli pianeti, sui quali vivono dei personaggi alquanto bizzarri: un re che pretende di regnare su tutto l’Universo esercitando un enorme potere, ma che in realtà ha come unico suddito un topo; un vanitoso con un vistosissimo cappello in testa che sostiene di essere il più bello ed elegante del suo pianeta ed effettivamente lo è, essendone l’unico abitante; un ubriacone che beve per dimenticare che ha vergogna di bere, un impegnatissimo uomo d’affari che passa il tempo a contare le stelle, un lampionaio che accende e spegne il suo lampione e infine un vecchio geografo, che lo convince a visitare la Terra. Sulla Terra, il Piccolo Principe incontra delle rose identiche alla sua e si chiede perché la sua rosa sostenga di essere speciale quando ce ne sono moltissime identiche a lei. La risposta gli proviene da una volpe, la quale gli insegna che per conoscere veramente qualcuno o qualcosa è necessario “addomesticarlo/a”, perché come dice la volpe “l’essenziale è invisibile agli occhi”. In quel momento, il Piccolo Principe comprende che la sua rosa è diversa da tutte le altre perché l’ha addomesticata e ciò l’ha resa unica ai suoi occhi.