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Breve riassunto della vita e delle opere di Ludovico Ariosto, uno degli esponenti di spicco dell’Umanesimo italiano. Egli è stato uno dei più importanti personaggi della letteratura del 500′, difatti sua è l’opera “L’Orlando Furioso”, molto famosa anche tra coloro che non sono esattamente degli amanti della letteratura italiana. Come molti altri intellettuali del suo tempo perse il padre in tenerà età.

Ariosto ha fatto parte di quella serie di personaggi della letteratura italiana più influenti del periodo che ha preceduto l’illuminismo. Tutt’oggi è ritenuto da molti il più importante personaggio della letteratura italiana originario dell’Emilia Romagna. Ha condiviso molti aspetti della sua vita con molti altri suoi eminenti colleghi letterati, tant’è che le similitudini tra lui e gli altri mostri sacri della letteratura italiana si sprecano, tra cui, come detto poc’anzi, il fatto che abbia perso il padre in teneressima età.

Era un uomo tranquillo, come molti altri letterati del suo tempo, tant’è che amava la vita sedentaria, grazie alla quale poteva dedicarsi alla creazione delle sue opere straordinarie.

Ludovico Ariosto riassunto

Ludovico Ariosto: Vita e Formazione

Ludovico Ariosto nasce a Reggio Emilia nel 1474. Il padre Niccolò è comandante del presidio militare degli Estensi a Reggio, mentre la madre è una nobildonna di Reggio. Nel 1484 si trasferisce con la famiglia a Ferrara, dove viene costretto dal padre a intraprendere studi giuridici. Nel frattempo però partecipa vivacemente alla vita di corte, dove entra in contatto con alcune delle menti umaniste più prestigiose. Quando ottiene la facoltà di poter decidere della sua vita, lascia lo studio del diritto per dedicarsi alla letteratura, intraprendendo anche la carriera di scrittore e poeta presso la corte degli Estensi. Muore a Ferrara nel 1533. Come molti altri personaggi della letteratura non visse grazie ai proventi derivanti dalla vendita delle sue pubblicazioni, bensì fece dei lavori piuttosto umili, anche se non umilissimi per quelli che erano i lavori dell’epoca. Fu costretto sin da giovanissimo a mantenere la famiglia, visto che il padre morì quando aveva appena 25 anni, Per diverso tempo fu impegnato con la vita ecclesiastica, era un cortigiano, ma dopo qualche anno grazie anche ad una serie di eventi favorevoli e a tutta una serie di favori ecclesiastici riuscì a trovare il tempo per dedicarsi al suo più grande amore, la scrittura. Da lì a breve pubblicò l’Orlando Furioso, che è tutt’oggi una delle opere della letteratura italiana più importanti.

Riassunto di Ludovico Ariosto: Le Opere

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La sua opera di maggiore importanza è l’Orlando Furioso, un poema che tratta argomenti epico-cavallereschi basati fondamentalmente sulla ripresa della Chanson de Roland

Si tratta di un poema epico composto di 46 canti e scritto in ottave, cioè composto da strofe formate da otto versi endecasillabi. 
La trama è piuttosto complessa e difficile da riassumere, perché l’opera non presenta uno svolgimento lineare dei fatti. Si intrecciano senza uno schema preciso scene di combattimenti, amori, scene fantastiche e continuamente vengono introdotti nuovi personaggi. Nonostante ciò, possiamo distinguere tre filoni narrativi principali.
Il primo filone riguarda principalmente il racconto d’armi o epico, l’argomento di base che fa da sfondo a tutti i vari episodi.
Dopo il Proemio, doverosa introduzione di ogni poema epico che si rispetti, il poema si apre con la scena dell’assedio di Parigi, che vede opposte l’armata cristiana, guidata da Carlo Magno, a quella saracena, agli ordini di Agramante, re d’Africa, e di Marsilio, re di Spagna. La guerra termina in un sanguinoso duello che va in scena sull’isola di Lipadusa (Lampedusa), da cui i cristiani escono da vincitori.
Il secondo filone, invece, è quello amoroso. Ruota intorno alla fuga della bellissima Angelica dai suoi spasimanti, numerosi cavalieri sia cristiani sia saraceni. Un cristiano, però, tale Orlando, prova un così forte amore per Angelica da impazzire totalmente quando viene a conoscenza del fatto che lei in realtà ami il saraceno Medoro. In preda alla pazzia, l’eroe cristiano distrugge tutto ciò che incontra sul suo cammino. Sarà compito di Astolfo, un altro paladino cristiano, recuperare il senno perduto dell’eroe; per farlo dovrà recarsi sulla Luna a cavallo di un Ippogrifo (una sorta di incrocio tra un cavallo e un’aquila). Una volta recuperato il senno, l’eroe può tornare alla battaglia e condurre i cristiani alla vittoria definitiva.
Il terzo filone, infine, può essere definito celebrativo: attraverso il racconto della storia d’amore tra Bradamante(figlia del cavaliere cristiano Rinaldo) e l’eroe saraceno convertito al cristianesimo Ruggero, il poeta narra l’origine della casata degli Estensi, discendente, secondo il poema, da questa coppia.

Ludovico Ariosto: Le opere minori

Ariosto Opere

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Oltre al Furioso, l’Ariosto ha messo la firma anche ad alcune altre opere minori come ad esempio le Satire, che si ispirano alle Epistole e alle Satire del poeta latino Orazio. Esse sono componimenti scritti sotto forma di lettere in versi (terzine dantesche, cioè che seguono lo stesso schema della Divina Commedia) indirizzate a parenti e amici. I temi delle Satire sono soprattutto autobiografici e lo stile con cui vengono presentati è bonario, ironico e colloquiale, ma anche per certi versi arguto. Con quest’opera, l’autore ha voluto rappresentare i difetti dell’uomo, esaltando l’ideale epicureo della vita quieta e libera da condizionamenti esterni. In un certo senso, le satire possono essere considerate come una critica dell’ambiente cortigiano, in cui l’autore sente che la sua libertà intellettuale sia in qualche modo costretta ad assecondare la volontà del principe.

Altra opera minore dell’Ariosto sono le Commedie, dei componimenti teatrali destinati alla rappresentazione nelle feste alla corte di Ferrara. Ariosto avrebbe potuto benissimo limitarsi a tradurre le commedie latine (tra l’altro già divertentissime) di Plauto e Terenzio, ma da buon umanista riprende queste commedie e le traspone in chiave rinascimentale, inaugurando una nuova stagione della commedia italiana. Le ambientazioni sono familiari agli spettatori (la corte, l’ambiente universitario, la città di Ferrara…) come pure le situazioni rappresentate. Così come faceva Plauto, anche Ariosto attraverso le commedie critica la società cortigiana in cui vive, il suo opportunismo e la sua meschinità.

Oltre a tutto ciò, Ariosto vanta anche una folta e raffinata produzione lirica, composta da poesie in latino risalenti al suo periodo giovanile e alcune rime in volgare composte durante tutto l’arco della sua esistenza. Le liriche latine sono soprattutto opere erudite, che rappresentano il grande amore dell’autore verso la cultura classica, anche se in alcuni casi non mancano riferimenti alla contemporaneità; le seconde invece, quelle in volgare, sono come le satire componimenti soprattutto autobiografici, come per esempio l’amore per la cortigiana Alessandra Benucci, che viene rappresentato in toni molto intimi e affettuosi molto più vicini a Dante rispetto che a Petrarca, al quale si ispirava la maggior parte dei poeti suoi contemporanei. Questa particolare vicinanza allo stile Dantesco si vede benissimo nelle Satire e in molti altri suoi componimenti lirici, come i cosiddetti Capitoli, molto simili alle Satire.

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