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Breve riassunto della vita e delle opere di Ludovico Ariosto, uno degli esponenti di spicco dell’Umanesimo italiano. Egli è stato uno dei più importanti personaggi della letteratura del 500′, difatti sua è l’opera “L’Orlando Furioso”, molto famosa anche tra coloro che non sono esattamente degli amanti della letteratura italiana. Come molti altri intellettuali del suo tempo perse il padre in tenerà età.
Ariosto ha fatto parte di quella serie di personaggi della letteratura italiana più influenti del periodo che ha preceduto l’illuminismo. Tutt’oggi è ritenuto da molti il più importante personaggio della letteratura italiana originario dell’Emilia Romagna. Ha condiviso molti aspetti della sua vita con molti altri suoi eminenti colleghi letterati, tant’è che le similitudini tra lui e gli altri mostri sacri della letteratura italiana si sprecano, tra cui, come detto poc’anzi, il fatto che abbia perso il padre in teneressima età.
Era un uomo tranquillo, come molti altri letterati del suo tempo, tant’è che amava la vita sedentaria, grazie alla quale poteva dedicarsi alla creazione delle sue opere straordinarie.
Ludovico Ariosto: Vita e Formazione
Riassunto di Ludovico Ariosto: Le Opere
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La sua opera di maggiore importanza è l’Orlando Furioso, un poema che tratta argomenti epico-cavallereschi basati fondamentalmente sulla ripresa della Chanson de Roland.
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Oltre al Furioso, l’Ariosto ha messo la firma anche ad alcune altre opere minori come ad esempio le Satire, che si ispirano alle Epistole e alle Satire del poeta latino Orazio. Esse sono componimenti scritti sotto forma di lettere in versi (terzine dantesche, cioè che seguono lo stesso schema della Divina Commedia) indirizzate a parenti e amici. I temi delle Satire sono soprattutto autobiografici e lo stile con cui vengono presentati è bonario, ironico e colloquiale, ma anche per certi versi arguto. Con quest’opera, l’autore ha voluto rappresentare i difetti dell’uomo, esaltando l’ideale epicureo della vita quieta e libera da condizionamenti esterni. In un certo senso, le satire possono essere considerate come una critica dell’ambiente cortigiano, in cui l’autore sente che la sua libertà intellettuale sia in qualche modo costretta ad assecondare la volontà del principe.
Altra opera minore dell’Ariosto sono le Commedie, dei componimenti teatrali destinati alla rappresentazione nelle feste alla corte di Ferrara. Ariosto avrebbe potuto benissimo limitarsi a tradurre le commedie latine (tra l’altro già divertentissime) di Plauto e Terenzio, ma da buon umanista riprende queste commedie e le traspone in chiave rinascimentale, inaugurando una nuova stagione della commedia italiana. Le ambientazioni sono familiari agli spettatori (la corte, l’ambiente universitario, la città di Ferrara…) come pure le situazioni rappresentate. Così come faceva Plauto, anche Ariosto attraverso le commedie critica la società cortigiana in cui vive, il suo opportunismo e la sua meschinità.
Oltre a tutto ciò, Ariosto vanta anche una folta e raffinata produzione lirica, composta da poesie in latino risalenti al suo periodo giovanile e alcune rime in volgare composte durante tutto l’arco della sua esistenza. Le liriche latine sono soprattutto opere erudite, che rappresentano il grande amore dell’autore verso la cultura classica, anche se in alcuni casi non mancano riferimenti alla contemporaneità; le seconde invece, quelle in volgare, sono come le satire componimenti soprattutto autobiografici, come per esempio l’amore per la cortigiana Alessandra Benucci, che viene rappresentato in toni molto intimi e affettuosi molto più vicini a Dante rispetto che a Petrarca, al quale si ispirava la maggior parte dei poeti suoi contemporanei. Questa particolare vicinanza allo stile Dantesco si vede benissimo nelle Satire e in molti altri suoi componimenti lirici, come i cosiddetti Capitoli, molto simili alle Satire.