Giuseppe Ungaretti è stato uno dei più grandi poeti italiani, maestro di quella che è stata la corrente dell’Ermetismo Italiano.
Giuseppe Ungaretti Riassunto
Ritratto di Giuseppe Ungaretti 

Cos’è l’Ermetismo?

Questo termine indica una corrente poetica che nasce in Italia durante la Prima Guerra Mondiale, per poi svilupparsi nel periodo compreso fra le due guerre e affermarsi nel secondo dopoguerra.

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La definizione è stata coniata dal critico letterario Francesco Flora, il quale voleva, con l’aggettivo “ermetico“, sottolineare l’oscurità e l’indecifrabilità di questo nuovo stile di fare poesia, difficilmente paragonabile con quella che è la poesia classica.

Il carattere fondamentale della poesia ermetica è il perseguimento dell’ideale della “poesia pura”, cioè quella poesia che è libera dagli schemi della metrica tradizionale ma anche da ogni tipo di finalità didattica, pratica o celebrativa. Il tema centrale di queste poesie è spesso la solitudine disperata dell’uomo moderno che, dichiarati ormai persi ormai i valori romantici e illuministi, non ha più certezze e valori in cui riconoscersi.
L’ermetico, quindi, tende a usare per istinto un linguaggio semplice e essenziale, in modo da descrivere al meglio l’intensità e la complessità del suo stato d’animo; per questo sono molto frequenti le figure retoriche dell’analogia ( “la sua pelle era candida neve”, cit.) e della metafora. La sintassi è ridotta all’osso, la punteggiatura talvolta assente e le pause e gli spazi bianchi assumono un grande rilievo.
I principali poeti ermetici italiani sono stati: Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo (anche se lo è stato solo agli esordi, in seguito si stacca dal movimento per dedicarsi a uno stile poetico più “commerciale” e vicino al pubblico), Umberto Saba, Vincenzo Cardarelli e il “fondatore” del movimento, di cui vi parlerò più nello specifico, Giuseppe Ungaretti.

Chi è Giuseppe Ungaretti?

Giuseppe Ungaretti nasce nel 1888 ad Alessandria d’Egitto, i genitori si trovavano in quella terra perché il padre, Antonio Ungaretti, era stato chiamato per lavorare alla costruzione del Canale di Suez. Antonio morì due anni dopo la nascita di Giuseppe per un incidente in cantiere. L’infanzia trascorsa in Africa lascerà al poeta un immenso bagaglio di ricordi e di intense amicizie. Nel 1912 si trasferisce a Parigi e inizia gli studi presso l’Università della Sorbona e nella capitale francese ha modo di conoscere e frequentare i più grandi esponenti di movimenti artistici del tempo. Da fervido interventista qual è, nel 1915 prende parte alla prima guerra mondiale e, sul fronte del Carso, prendono vita le prime raccolte di poesie.
Finita la Guerra ritorna a Parigi  e poi a Roma, dove aderisce al fascismo e ottiene un incarico presso il ministero degli Esteri.
Nel 1936 gli viene affidata la cattedra di letteratura italiana presso l’Università di São Paulo in Brasile e nel 1942 fa ritorno in Italia, dove insegnerà letteratura moderna e contemporanea all’Università “la Sapienza” di Roma. Mentre si trova in Brasile, Ungaretti è colpito da un pesante lutto che, insieme all’esperienza della guerra, segnerà pesantemente il poeta e le sue opere: perde infatti il figlio di appena nove anni, il quale verrà poi ricordato nella raccolta intitolata “Il Dolore“. Muore a Milano nel 1970.

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La sua è la poesia delle emozioni forti, che esprime in versi brevissimi e in poche ed essenziali parole. Nella sua opera, la realtà viene colta nella sua immediatezza, la punteggiatura spesso scompare e la disposizione delle parole nello spazio assume un significato preciso, che scandisce il ritmo del componimento. Ogni parola è scelta meticolosamente e racchiude in sé un concetto profondo. Il lessico, nella sua essenzialità, riesce a rendere tutto più suggestivo e misterioso.

Le sue principali opere sono la raccolta de “l’Allegria“, uscita definitivamente nel 1931, in cui sono contenute le poesie che descrivono il punto di vista del poeta sull’esperienza della Guerra. La raccolta “Sentimento del Tempo”, pubblicata nel 1933, si presenta come una profonda meditazione sui grandi temi dell’esistenza e rappresenta una specie di “ritorno all’ordine”: le poesie sono scritte in versi tradizionali e viene recuperato l’utilizzo della punteggiatura. “Il Dolore” (1947) invece, è incentrata sul mistero della morte, concepita come tragedia personale e storica

Alcune poesie

 Mattino 

                         
                          “M’illumino                           
 D’immeso”

Soldati

“si sta
 come d’autunno
 sugli alberi
 le foglie”

Preghiera

“Quando mi desterò
dal barbaglio della promiscuità
in una limpida e attonita sfera
Quando il mio peso mi sarà leggero
Il naufragio concedimi Signore
di quel giovane giorno al primo grido.”

Dannazione

“Chiuso fra cose mortali
(Anche il cielo stellato finirà)
Perchè bramo Dio?”

(Giulio Scremin)

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