Vita e formazione
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Luigi Pirandello nasce a Girgenti (Agrigento) nel 1867 da una famiglia agiata, suo padre è amministratore e direttore di una miniera di Zolfo. Dopo aver frequentato le università di Palermo e Roma, si trasferisce a Bonn, in Germania, dove consegue la laurea. Tornato in Italia nel 1892, si stabilisce a Roma, dove trascorrerà gran parte della sua vita collaborando con vari periodici e insegnando Letteratura presso l’Istituto Nazionale del Magistero. Nel 1903 una sciagura mineraria riduce in miseria la famiglia e questo evento costituirà per lo scrittore una vera e propria tragedia familiare, in grado di influenzare la sua vita e le sue opere.
Opere
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Tra i romanzi ricordiamo Il Fu Mattia Pascal (1904), il primo e vero capolavoro dell’autore, è una storia al limite del fantastico in cui non mancano situazioni comiche e tragiche. Mattia Pascal è il custode di una biblioteca, marito di una moglie che non ama e che non lo ama e oppresso dai debiti. Un giorno, dopo una lite con la suocera, Mattia si ritrova a Montecarlo con 500 lire in tasca e grazie alla fortuna, riesce a moltiplicarle e a diventare ricco. Mentre ritorna a casa, legge su un giornale la notizia della sua morte, o meglio della morte di uno che gli assomigliava molto e che la moglie e la suocera avevano eliminato credendo fosse lui.
Ma ciò è proprio quello che Mattia vuole. Finalmente può ricrearsi una seconda vita con la fortuna che ha in tasca. Durante uno dei suo viaggi, incontra Adriana, una donna semplice e pura d’animo. Mattia è intenzionato a sposarla, ma è ancora costretto a fuggire di nuovo perché la sua condizione di “morto” non gli consente il matrimonio. Inscena allora un altro suicidio e fugge verso Miragno, la sua vecchia città. Qui scopre che la moglie si è risposata con un compagno benestante, e nessuno lo riconosce fino a quando non rivela la sua identità. Si rende conto però che, rivelandosi, spezzerebbe una nuova famiglia a lui estranea. Non riuscendo più a riconquistare quello che aveva perso, non gli resta altra consolazione che contemplare la “sua” lapide.
“Uno, nessuno e centomila” (1926), un romanzo psicologico in cui lo scrittore affronta il tema esistenziale della solitudine e dell’incomunicabilità umana, simile per certi versi al Fu Mattia Pascal.