Il termine genocidio è un termine che spesso viene utilizzato a sproposito. La sua definizione, tratta dal vocabolario, è “Grave crimine”
In breve, si parla di genocidio quando un gruppo, che si ritiene superiore, compie delle azioni mirate atte a distruggere e eliminare totalmente un altro gruppo di persone accomunate da una caratteristica che può essere l’origine etnica o geografica o la religione.
In questo articolo, esamineremo in particolare il Genocidio degli Armeni, argomento che è di recente tornato di attualità.

Il Genocidio degli Armeni

Chi sono gli Armeni?

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Se vi facessi la domanda: “cosa hanno in comune la cantante Cher, la showigirl Kim Kardashian, il cantante Charles Aznavour, il calciatore Youri Djorkaeff e il comico Paolo Kessisoglu di Luca e Paolo?” La risposta è semplice. Sono tutti di origine armena.

Gli Armeni sono una popolazione molto interessante. Sono una stirpe Indoeuropea antichissima lontana parente degli Ittiti (che sicuramente conoscerete, per via dei nomi assurdi dei loro re e perché hanno scontrato gli egizi nella battaglia di Qadesh… se tutto questo non vi dice niente vi consiglio vivamente di ripassare la storia), che si è stanziata nell’area che viene conosciuta come “Armenia storica”, che attualmente si trova per gran parte in quella che oggi è la Turchia.  Quella piccolo francobollo che adesso chiamiamo Armenia non ha niente a che vedere con quella che era la regione che questa popolazione abita da almeno duemila anni prima della nascita di Cristo. La vecchia Armenia comprendeva un territorio vastissimo, che si estendeva dal mar Nero al mar Caspio.
Uno dei caratteri fondanti della popolazione armena è la sua fede cristiana. Il regno di Armenia, infatti, è stato il primo paese al mondo in cui il Cristianesimo è diventato religione di Stato. 
Nella “Legenda Aurea”, un’agiografia medievale composta dal vescovo di Genova Iacopo da Varazze nel tredicesimo secolo, si legge che la fede cristiana degli armeni avrebbe avuto origine da Cristo in persona. Narra la leggenda che il re d’Armenia, ammalatosi gravemente, aveva sentito dire che a Gerusalemme operava un uomo che aveva la capacità di curare tutti i mali e che si faceva chiamare “Cristo”. Fece allora inviare una lettera a questo “magico guaritore” invitandolo a recarsi in Armenia per curarlo; Gesù però, come sappiamo, non si spostò mai da Gerusalemme, ma avrebbe risposto a quella lettera, scrivendo che dopo aver compiuto le profezie delle scritture, avrebbe mandato al re un suo messaggero.

Nel frattempo, avrebbe allegato alla risposta un panno con cui si era asciugato il sudore e su cui era rimasto impresso il suo volto. Il re, ricevuta la lettera, ordinò a sua figlia di passare questo panno sulla sua fronte e come per miracolo, il re guarì dalla malattia e subito credette in Gesù Cristo come figlio dell’unico Dio. Dopo la Pentecoste, quando gli apostoli lasciarono Gerusalemme per diffondere il Vangelo in tutto il mondo, l’apostolo Giuda Taddeo si sarebbe recato proprio in Armenia, e una volta arrivato, avrebbe subito battezzato il Re e la figlia. Questa però è la leggenda, la storia dice che l’Armenia è ufficialmente cristiana dal 301 d.C., anno in cui San Gregorio l’Illuminatore, santo patrono dell’Armenia insieme ai santi apostoli Giuda Taddeo e Bartolomeo, convertì il re Tiridate III e tutta la sua corte.

Il fatto di essere cristiani è stato una delle cause per le quali questo meraviglioso popolo è stato sterminato dai turchi Ottomani, prevalentemente di fede musulmana.

Il Genocidio degli Armeni: cosa accadde

Quando parliamo di Genocidio degli Armeni, di solito facciamo riferimento agli avvenimenti del 1915-1916, ma l’odio profondo tra Turchi e Armeni e le violenze degli uni verso gli altri hanno origini ben più profonde. Proviamo a vedere insieme quali sono.

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Alla fine dell’Ottocento quello che una volta era l’Impero Ottomano veniva da più di due secoli di grande decadenza, iniziata con il fallimento dell’assedio di Vienna del 1683. Tra otto e novecento, però,  la decadenza di quella che era stata la Sublime Porta aveva ormai raggiunto il culmine. All’indipendenza dei Greci, conquistata nel 1832 dopo una sanguinosa guerra, seguirono a fine secolo le cosiddette “guerre Balcaniche”, in seguito alle quali anche Serbi, Montenegrini, Bulgari e Romeni si liberarono dal giogo turco. A causa del colonialismo delle potenze europee, gli Ottomani persero poi anche i loro possedimenti africani. L’impero Ottomano era ormai quindi limitato alla sola Turchia, a parte dell’Arabia e al territorio degli Armeni.

In questo clima molto teso, la popolazione iniziava a porsi domande sul perché di questa crisi che durava ormai da secoli. Nacque quindi il movimento nazionalista dei Giovani Turchi, un gruppo molto radicale e tradizionalista, che voleva destituire il Sultano e creare una grande Turchia che comprendesse tutti quei paesi dove abitano persone di etnia e lingua turcofona (un grande Turkenstan, una grande e unica nazione turca estesa dal Mar Egeo alle steppe dell’Asia centrale). Per raggiungere questo obbiettivo ambizioso, dovevano in qualche modo riuscire ad eliminare tutte le persone non di etnia Turca e non musulmani. Gli armeni, quindi, erano fra i primi ad essere a rischio, ma non gli unici. Tra otto e novecento, infatti, sono stati registrati massacri anche tra i greci (popolazione di origine indoeuropea e di fede cristiana), tra i Curdi (musulmani ma indoeuropei) e tra gli Assiri (Cristiani semiti originari della Siria e dell’Iraq). 
I massacri della popolazione armena, in particolare, sono stati due. Il primo è datato 1894 e la responsabilità è da imputare al sultano. 
Come gli altri popoli, anche gli armeni, che erano all’epoca più di due milioni, volevano il loro stato indipendente, magari con i confini della grande Armenia storica. In questa loro lotta erano sostenuti da un alleato molto potente, l’Impero Russo, da sempre nemico giurato dei Turchi. In realtà però, come la storia insegna, gli obiettivi dei Russi erano ben altri: volevano aumentare la loro influenza nel Caucaso e nei Balcani e magari riuscire ad appropriarsi di Istanbul, Costantinopoli, la “seconda Roma”, la sede della Chiesa Ortodossa.

La reazione dei Turchi fu violentissima e a pagarne le conseguenze sono stati proprio i poveri Armeni. Il sultano aspettava soltanto una scintilla per giustificare un massacro di massa e questa gli venne offerta nel 1896, quando due giovani armeni, forse per ottenere visibilità, assaltarono la Banca Ottomana nella Capitale. Il risultato fu un bagno di sangue, in cui persero la vita più di 50.000 Armeni innocenti.

Ma quello che è passato prepotentemente alla storia come il “Genocidio Armeno”, che coloro i quali appartengono a questo popolo chiamano “il Grande Massacro“, è quello che è iniziato il 24 aprile del 1915, in piena Prima Guerra Mondiale.

Massacro degli Armeni

I Giovani Turchi, che nel frattempo avevano preso il potere, erano convinti come il sultano vent’anni prima che gli Armeni, e i cristiani in generale, fossero fieri alleati dei Russi, e che stessero progettando, insieme ai Russi, di distruggere la Turchia e di imporre la fede in Cristo. L’Armeno diventava così il nemico, come sarebbe successo agli Ebrei nella Germania Nazista vent’anni più tardi, e come tale doveva essere estirpato e cancellato totalmente dalla faccia della Terra.

Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915, l’esercito turco iniziò ad arrestare e deportare l’élite degli armeni colti di Costantinopoli (giornalisti, intellettuali, scrittori, poeti e musicisti) verso il centro dell’Anatolia, con vere e proprie marce della morte simili a quelle che anni più tardi saranno attuate dalle milizie delle SS Hitleriane.
Nei mesi successivi, i massacri, le deportazioni, le uccisioni e le marce della morte ai danni degli Armeni si fecero sempre più acute e sistematiche, e alla fine del 1916 gli armeni morti furono più di un milione. Quelli che non morirono, emigrarono verso l’Occidente, verso la Francia (vedasi Aznavour e Djorkaeff) e gli Stati Uniti (Cher e Kim Kardashian sono dirette conseguenze) in particolare.
I Turchi non hanno mai riconosciuto il massacro degli armeni come genocidio, hanno sempre cercato di camuffarlo rendendolo una semplice azione di guerra. Una semplice azione di guerra che è costata la vita di più di un milione di persone. Sono 21 i paesi che invece lo riconoscono, e aumentano di anno in anno. Presto anche i Turchi saranno costretti a sbattere la testa contro il loro passato.

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