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Locke è un filosofo inglese del diciassettesimo secolo, appartenente alla grande scuola di pensiero dell’empirismo, iniziata con Bacon, che privilegiava l’esperienza alla ragione in sé, e che quindi si contrapponeva all’altra grande corrente di questo secolo, quella razionalistica. Interessante è anche il suo pensiero politico, che lo rende uno dei capostipiti del pensiero Liberalista; ora però non anticipiamo niente e vediamo un riassunto della vita, delle opere, e del pensiero di John Locke.

Probabilmente Locke è uno dei filosofi più importanti in assoluto tra quelli meno noti, cioè tra coloro che non fanno parte del classico percorso scolastico della Storia della Filosofia. Si tratta, molto probabilmente, di uno dei filosofi più sottovalutati della storia.

Sarebbe interessante dedicare un intero blog per lo studio del suo pensiero e delle sue opere, magari un giorno lo faremo.

Locke: Riassunto

Locke: Riassunto vita e opere

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Locke nasce a Wrington nel 1632. Si forma all’Università di Oxford e i suoi interessi all’inizio non vertono subito sulla filosofia: egli, infatti, studia per diventare medico e durante la sua vita, tutti si rivolgeranno a lui chiamandolo ‘Dottor Locke’, anche se si occuperà di altro. Nel 1666 si lega in un rapporto d’amicizia con lo scienziato Robert Boyle, uno dei più influenti dell’epoca, e nel 1667 si trasferisce a Londra, dove lavora come consigliere personale e medico di  Anthony Ashley Cooper, futuro conte di Shaftesbury; ma quando egli viene sconfitto politicamente nel 1675, Locke ripara in Francia, dove ha occasione di studiare la filosofia di Cartesio e Gassendi. Successivamente torna in Inghilterra, ma si trattiene per poco, costretto a riparare in Olanda perché politicamente perseguitato. In seguito alla Gloriosa Rivoluzione, che pone sul trono d’Inghilterra lo statolder d’Olanda Guglielmo d’Orange, ritorna in Inghilterra dove riceve nuovamente alcune cariche pubbliche, Muore a Oates nel 1704. 

Tra le sue opere principali vi sono il saggio sulla Tolleranza (1667), l’Epistola sulla Tolleranza (1689) e la sua opera fondamentale: il Saggio sull’Intelletto Umano (1690). Tra le opere che trattano temi politici, vi sono il Trattato sul magistrato civile (1660-1662), i Saggi sulla legge di natura (1664) e i Trattati sul governo (1690)

Locke riassunto pensiero: l’Empirismo

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La dottrina empirista viene affrontata da Locke nella sua opera principale, il Saggio sull’intelletto umano. Locke considera l’intelletto dell’individuo al momento della nascita una tabula rasa, sui cui soltanto l’esperienza imprime tutti i contenuti della conoscenza; questa convinzione va contro alle teorie innatiste portate avanti dai Razionalisti seguaci di Cartesio, da Spinoza e da Leibniz, secondo cui nelle mente sarebbero impresse già al momento della nascita delle idee precostituite, anteriori a qualsiasi esperienza. L’esperienza sensibile, per Locke, è alla base di ogni conoscenza umana, perché tramite la sensazione e la riflessione, essa fornisce all’intelletto le Idee, i contenuti del pensiero, le rappresentazioni della mente. 

Le idee provenienti dall’esterno derivano dalla sensazione, mentre dalla riflessione sono fornite le idee delle nostre operazioni mentali, come per esempio il percepire, il volere, il desiderare. Le idee esterne, a loro volta, si distinguono in primarie (o oggettive) e secondarie (o soggettive): le prime si riferiscono ad aspetti presenti nei corpi, ovvero le qualità geometrico-quantitative come la figura o l’estensione; le seconde, invece, sono quelle che risiedono soltanto nel soggetto che percepisce, senza alcun effettivo riscontro nei corpi (ad esempio colori, odori, suoni). Tutte le idee qui nominate sono idee semplici, derivanti direttamente dall’esperienza, da cui Locke distingue le idee complesse, che risultano dalla combinazione di molteplici idee semplici (come le idee di sostanze, di modi e di relazioni).

Locke riassunto pensiero: la politica

Il pensiero politico di Locke apre la strada al pensiero liberale, perché è tra i primi a promuovere argomenti come la tolleranza e la libertà di culto. Nei due Trattati sul governo (1690), egli attacca la dottrina della monarchia per diritto divino, già contestata in precedenza da Hobbes, secondo cui il sovrano riceve da Dio il diritto di governare. In sostituzione, come già aveva proposto Hobbes, Locke propone un modello contrattualista, che riconduce l’origine del potere politico e del concetto di Stato a un patto tra gli uomini.
A differenza di Hobbes, secondo cui gli individui rinunciano alle loro libertà e ai loro diritti naturali in favore di un potere assoluto che garantisca il solo diritto alla vita; secondo Locke, invece, i cittadini si limitano a delegare al sovrano soltanto l’esercizio della forza, mentre mantengono tutti i diritti naturali (il diritto alla vita, il diritto alla libertà, il diritto alla proprietà e il diritto alla difesa di questi diritti) e il sovrano deve impegnarsi a garantirli. Se lo stato si oppone alla sovranità popolare, e quindi prevarica sui diritti naturali dei cittadini, questi hanno il diritto di rimuovere il potere costituito anche con una rivoluzione.

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