Tema svolto sullo sport: Cos’è per te lo sport e qual è la sua importanza nella nostra società e in quella del passato.
Lo sport è uno degli hobby preferiti dalle popolazioni di tutto il mondo e viene praticato in tutta la sua varietà, dal calcio al canottaggio, dal gioco degli scacchi (anch’esso viene considerato come sport) all’equitazione.

Tema sullo sport

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Penso che lo sport si possa analizzare in due modi: un modo oggettivo, che analizza la sua storia o i benefici fisici che esso ci fornisce e un modo soggettivo, ovvero un’analisi delle emozioni che lo sport ci può regalare, che personalmente, facendo nuoto a livello agonistico, ho provato e posso descrivere.


Gli storici pensano che lo sport, inteso come attività ludica e di svago, esistesse già nella Preistoria, come testimoniato dalle pitture rupestri trovate in alcune grotte di Africa e Australia. Secondo gli studiosi già a quell’epoca le attività fisiche erano dedicate alle divinità, come poi lo saranno le Olimpiadi.

Successivamente le discipline che si diffusero maggiormente furono quelle che implicavano un minor uso di attrezzature e un’utilità militare: corsa, lotta, equitazione e lancio di peso e giavellotto su tutte, ma anche pugilato, nuoto e canoa.

Queste erano le discipline più diffuse in Occidente, mentre nelle regioni orientali erano molto praticati tiro dell’arco e della fionda presso gli Ebrei, mentre le popolazioni persiane, babilonesi e anche italiche, come gli Etruschi, gareggiavano in discipline più basate su fisicità e abilità.

Anche tra gli Egizi era diffusa questa cultura ludica, come dimostrano alcune iscrizioni geroglifiche trovate sui monumenti e le discipline preferite erano lotta, pugilato e canottaggio; ma tra le civiltà dell’Antichità è sicuramente quella greca che diede una svolta alla semplice concezione di sport come svago, istituendo grandi e importanti competizioni tra tutti i popoli (greci e non), le Olimpiadi, che si tenevano nel villaggio di Olimpia ogni quattro anni in onore di Zeus. La prima edizione accertata delle Olimpiadi fu nel 776 a.C, e da quell’anno costituirono sempre una costante nella storia di questa civiltà; per le Olimpiadi venivano addirittura interrotte le guerre, e ciò ci fa capire quanto fossero sentite dai popoli.

In seguito anche la civiltà latina prese spunto dalle Olimpiadi greche per l’organizzazione di giochi sportivi, chiamati ludi, nei quali erano presenti tutte le discipline olimpiche, anche se le prevalenti erano lotta, pugilato e il “pancrezio”, violenta disciplina simile al pugilato ma con meno regole.
Questi ludi erano celebrati nelle piazze oppure negli anfiteatri, come il Colosseo.

Nell’età moderna lo sport si è molto modernizzato e sono stati creati tantissimi eventi sportivi a livelli regionali, nazionali, continentali e intercontinentali.
Probabilmente per la maggior parte degli sportivi l’obiettivo supremo di una carriera è vincere quella competizione che si sogna di vincere fin da quando si è dei piccoli praticanti di uno sport: l’Olimpiade.

Le Olimpiadi moderne furono inventate dal barone francese Pierre de Coubertin nel 1894 e conobbero la loro prima edizione nel 1896 ad Atene, alle quali parteciparono 14 paesi e circa 250 atleti.

Le Olimpiadi hanno sempre avuto un fascino particolare sugli atleti e, forse anche perché si tengono ogni 4 anni, la vittoria in un’Olimpiade è sempre stata reputata molto più importante di una vittoria in un Mondiale (questo discorso non vale per il calcio, poiché all’Olimpiade partecipa la nazionale Under-23, con un massimo di tre giocatori che superano questo limite, e quindi il Mondiale è la competizione calcistica più ambita).

Attualmente alle Olimpiadi sono presenti 26 sport estivi, per un totale di 36 discipline, e 7 sport invernali (15 discipline) e vi partecipano circa 10000 atleti per ogni edizione (10500 nell’ultima a Londra).
Oltre le Olimpiadi, che come ho detto sono la massima competizione, ci sono molti altri livelli di competizione, soprattutto giovanili, che lanciano i giovani atleti verso realtà sportive più elevate, come appunto Mondiali o Olimpiadi.

Per arrivare a livelli così alti occorrono però molti fattori non proprio trascurabili; io analizzerò i tre secondo me più importanti : l’allenamento, il sacrificio e la forza di volontà.

Penso, da sportivo quale sono, che senza questi tre punti cardine nessun atleta farà mai molta strada.


L’allenamento: questo è il punto principale poiché da questo derivano gli altri due.

L’allenamento, il duro e costante allenamento, è in grado di trasformare quasi tutti in atleti professionisti di buon livello; non campioni, sia chiaro. Io penso che per diventare un campione bisogna essere dotati di una “forza” innata che predispone fin da piccoli: il talento.
Purtroppo esso non si può allenare o comprare, o lo si ha o non lo si ha.

Tornando all’allenamento, esso è la parte più importante per il percorso di un atleta: è l’unica cosa che può aiutare a migliorarsi sempre un po’, avvicinandosi sempre di più alla perfezione.
Basti pensare un nuotatore, che percorre decine e decine di chilometri alla ricerca della “bracciata perfetta”, ripendo quel gesto per infinite volte fino a trovare la bracciata più efficace.
E l’allenamento consiste proprio in questo, nel ripetere innumerevoli volte gli stessi gesti per perfezionare sempre più la prestazione, a volte alla ricerca della precisione (tiro con l’arco per esempio) a volte della potenza (tipo l’atletica).

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Molte volte però, soprattutto negli sport più faticosi come nuoto, ciclismo o corsa, dove il corpo viene spesso portato al limite della sopportazione fisica ma anche mentale, bisogna “armarsi” di due virtù che poco hanno a che fare con il fisico, poiché è con la forza mentale che entrano in gioco: il sacrificio e la forza di volontà. Senza queste due componenti l’atleta non riuscirà mai a oltrepassare i limiti, fermandosi sempre, senza la forza di voler aggiungere un mattone nella costruzione di una prestazione migliore.

Lo spirito sacrificio è essenziale quando si cominciano a intraprendere strade più ardue dei semplici allenamenti settimanali, magari un giorno sì e uno no, saltando qualche volta per impegni vari.
Quando un atleta decide di intraprendere il cammino dell’agonismo, se vuole raggiungere obiettivi veramente buoni, deve mettere il suo sport davanti a tutto, addirittura davanti alla scuola (in questo caso bisognerebbe essere davvero sicuri del proprio successo).

Non dobbiamo sottovalutare neanche i sacrifici di altre persone, per esempio i genitori, che quando hanno un figlio che pratica sport a livello agonistico si sacrificano tanto, sia da un punto di vista umano, quando si devono svegliare la domenica mattina per una gara o accompagnare il figlio in trasferta, a volte anche in posti lontani, sia da un punto di vista economico, poiché le gare, le trasferte e anche le attrezzature hanno un loro costo, che spesso è notevole.

Infine la forza di volontà si può definire come “il piatto della bilancia che equilibra il peso del sacrificio”: infatti è proprio la forza di volontà, che nasce dalla passione per lo sport che si pratica, dalla voglia di oltrepassare i propri limiti, dalla fame per la vittoria o dal sogno di poter raggiungere un giorno un traguardo che abbiamo sempre desiderato, è proprio questa forza che bilancia il sacrificio. Grazie alla forza di volontà capiamo che il sacrificio e l’allenamento sono le uniche vie verso i nostri traguardi e allora anche le fatiche e le prove più dure possono essere superate.

Questo ultimo discorso può benissimo essere applicato anche alla vita di tutti i giorni, e non per niente alcune ricerche provano che le persone che praticano sport a buoni livelli e sono abituati a fatiche sportive riescano a superare meglio anche le fatiche quotidiane (per esempio la scuola o il lavoro).
Come dice il proverbio, “mens sana in corpore sano“!

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