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Tema svolto sul razzismo: Tema argomentativo su una delle principiali piaghe del millennio, il razzismo. Analizza il fenomeno del razzismo in passato fino ai giorni nostri ed esponi la tua opinione a riguardo. Ricorda che il razzismo è un male che può essere combattuto anche dal singolo, anche solamente riprendendo chi insulta una persona di colore o aggredisce qualsiasi persona non sia della sua nazionalità per futili motivi dovuti al razzismo.
Sono poche le cose al mondo, peggiori del razzismo, si contano sulle dita di una sola mano. E pensare che fino a meno di 200 anni fa, le persone di colore erano ritenute schiave in paesi che oggi sono “civilissimi” fa sentire male, perché nulla e nessuno potrà ridare a quelle persone la loro dignità di esseri umani, depredati della libertà e dei diritti fondamentali dell’uomo.

Tema sul razzismo: svolgimento

Tema sul razzismo

Cosa vuol dire essere razzisti? Cos’è la razza? Qual è la differenza tra razzismo e discriminazione? Perché si arriva al punto tale da provare odio per una persona soltanto perché ha un colore della pelle diverso dal nostro?


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Da quando la Scienza è riuscita ad effettuare una completa mappatura del genoma umano, il concetto di “razza” umana è ormai superato. In pratica, tutti gli esseri umani sono uguali e appartengono alla stessa specie “Homo Sapiens Sapiens”. Ma in passato non era così: alla fine dell’Ottocento, in piena febbre coloniale, le teorie portate avanti da Charles Darwin sull’evoluzione e sull’origine delle specie per selezione naturale avevano fatto intendere che anche per l’uomo valesse il discorso della “selezione della razza”. Si riteneva, infatti, che esistesse una razza “superiore”, quella europeo-occidentale e che tutte le altre fossero “inferiori” perché ritenute più “primitive” dal punto di vista evoluzionistico; ma la teoria di Darwin offriva soltanto una giustificazione “scientifica” a un atteggiamento che già da secoli apparteneva alla maggior parte delle persone.

Se siamo tutti uguali, per quale motivo mai dovremmo odiarci tra di noi? 
In mia opinione, alla base del sentimento razzista c’è un forte complesso di inferiorità di una certa categoria di persone, che trovano nel nero, nell’ebreo (qui entriamo nell’altro fenomeno sconvolgente che è l’antisemitismo) nell’asiatico o nel meridionale per quanto riguardava i fenomeni di razzismo nel secondo dopoguerra italiano, un perfetto “capro espiatorio” sui cui gettare le colpe, le ire e la frustrazione per i propri insuccessi. E non lo fecero solamente i nazisti, perché in Germania e in altri luoghi d’Europa quel sentimento d’odio albergava già nelle menti e nei cuori di milioni di persone, difatti gli storici sostengono che Hitler non inventò nulla, ma si ispirò a cose già esistenti. E dobbiamo fermare chiunque si rifaccia ancora a certe idee, perché tutte le dottrine sono rispettabili finché non si sfocia nell’odio, chi odia va educato e gli si deve insegnare un po’ di storia, ed eventualmente anche un po’ di biologia, visto che noi all’origine eravamo tutti di colore.

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Un’altra componente che favorisce la nascita di un sentimento di xenofobia, di “odio per lo straniero” è la paura del diverso. Xenofobia è una parola che deriva dal greco e si compone della parola ξένος, xénos, che vuol dire “alieno, straniero, diverso” unita alla parola φόβος, phobos, la quale per l’appunto significa “paura”. Come scrive infatti Tahar Ben Jelloun, giornalista e scrittore francese di origini marocchine fortemente impegnato nella lotta a ogni forma di razzismo, “l’essere umano ha bisogno di sentirsi rassicurato. Non gli piace troppo ciò che rischia di turbare le sue certezze. Si può, per esempio, avere paura di trovarsi nel buio, perché l’assenza di luce non permette di vedere ciò che ci potrebbe capitare. Ciò porta a immaginare cose orribili, senza ragione, illogiche, ma si reagisce come se la minaccia fosse reale. Il razzismo è come la paura del buio, non è qualcosa di giusto a ragionevole”.

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I razzisti e gli xenofobi sono quindi dei paurosi senza una valida ragione che li giustifichi, ma il problema e che nella società di oggi, ma non solo in quella di oggi, anche in passato era così, ci sono persone pronte a fare leva su questa “paura ingiustificata”, strumentalizzandola per raggiungere obbiettivi politici o di altra natura. In ogni paese del cosiddetto “mondo occidentale” esistono o sono esistiti uomini di potere che hanno espresso il razzismo in maniera violenta e strumentalizzata, comunicando alle persone, in genere male informate, notizie false in modo da spaventarle e renderle così più facilmente governabili. Chi non ha mai sentito da un politico frasi del tipo: “gli immigrati vengono a rubarci il lavoro”, oppure “gli stranieri sono dei delinquenti subumani” o frasi del genere? Ecco, questo è il razzismo strumentalizzato ed è uno dei più grandi mali della società occidentale.

Per concludere questo tema sul razzismo, l’uomo dovrebbe cercare di abbandonare le sue paure ingiustificate e cercare di pensare con la propria testa senza farsi influenzare, perché soltanto pensando con la propria testa ci si può liberare dal giogo della paura e cambiare il mondo.

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