(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

Oggi parliamo di Mozart. Telodicoio è come l’Universo: è un progetto sempre in grande espansione. Questo qui sul quale avete cliccato è il primo di una serie di riassunti dedicati ai grandi maestri della musica, adatti sia a chi li studia a scuola, sia a chi desidera semplicemente avere qualche notizia su di loro per arricchire la propria cultura, anche solo per avere qualcosa da raccontare agli amici in pizzeria che non siano sempre i soliti discorsi. 
La musica e i musicisti occupano sempre un posto di rilievo nelle nostre vite e quando qualcuno ci pone la domanda “nomina un musicista classico”, noi tutti pensiamo immediatamente a lui: Wolfgang Amadeus Mozart, il cui nome è universalmente sinonimo di musica.
Detto questo, ecco un riassunto della vita e dell’operato di Mozart, completo anche di curiosità e aneddoti interessanti.

Mozart riassunto

Riassunto Mozart


(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

Il 27 gennaio del 1756, nella città austriaca di Salisburgo, viene affisso il fiocchetto azzurro al numero 9 di Getreidegasse, dove risiede la famiglia Mozart: è nato il piccolo Joannes Chrysostomus Wolfgangus Teophilus Mozart, il figlio di Leopold, maestro di cappella dell’arcivescovo di Salisburgo (che all’epoca era anche principe della città) e famosissimo violinista compositore. É l’ultimo dei sette figli della coppia e l’unico, assieme a una sorella maggiore, ad essere sopravvissuto all’infanzia.

Veniamo al discorso nomi: come avrete notato sono tanti e abbastanza altisonanti. I primi due (Johannes Chrysostomus) indicano il giorno in cui è nato, il giorno di San Giovanni Crisostomo; Wolfgang era il nome del nonno materno e Teophilus era il nome del padrino. Insomma, il signor Leopold ha voluto accontentare tutti, ma proprio tutti! 
Avrete senz’altro notato un’altra cosa, mi sono scordato di un nome, Amadeus! In realtà non me ne sono dimenticato, perché Amadeus non è nient’altro che la traduzione in latino di Teophilus, che significa ‘che ama Dio’, ‘amore di Dio’, oppure ‘colui che è amato da Dio’…E come se non bastasse, in alcuni casi il piccolo JCWT(A) Mozart è stato chiamato in alcuni casi anche Gottlieb, che sarebbe la traduzione in tedesco. Di tutto ciò una cosa la sappiamo, al bambino tutta questa serie di nomi non piaceva affatto (se c’era una cosa che veramente lo mandava in bestia erano tutte quelle desinenza -us) e amava scherzarci su: si faceva chiamare Wolfgangus Amadeus Mozartus…Vabbé ma torniamo al riassunto.

(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

La prima cosa che associamo al nome Mozart è il fatto che è stato il più celebre degli “enfants prodige“, dei bambini prodigio. Ma lo era veramente o il suo “essere prodigio” è merito (o colpa) dell’insistenza dei suoi genitori o di suo padre in particolare? Questo non ci è dato saperlo e l’unico che ce lo potrebbe dire sarebbe Wolfgang in persona, ma siccome è morto a Vienna il 5 dicembre del 1791 non credo che potrebbe darci una risposta. 

La base di talento però c’era tutta: a sei anni, Mozart già padroneggiava il clavicembalo, il violino e l’organo, suonando senza nemmeno aprire lo spartito. Il padre, nel 1762, vede in lui una possibile fonte di guadagni enormi e lo porta in tour attraverso le corti d’Europa. Durante questi viaggi, vengono composte le prime sonate per violino e clavicembalo (1763), la prima sinfonia (1764), un oratorio (1766), e la prima opera: l’opera buffa La finta semplice (1768). 
Nel 1769, Wolfgang viene nominato Konzertmeister (maestro del concerto) dall’arcivescovo di Salisburgo, e si mette in viaggio con il padre alla volta delle principali città italiane, allora capitali della musica: visitò Venezia, Bologna, Roma e Napoli e Milano, dove compone l’opera seria Mitridate re di Ponto, rappresentata per la prima volta nel 1770 al teatro La Scala. Quando, nel 1772, muore l’arcivescovo, gliene succede un altro che Mozart non lo può proprio soffrire, quindi fino al 1777 il giovane compie molte trasferte a Vienna per imparare l’uso del contrappunto dal massimo maestro del suo tempo, Franz Joseph Haydn. Nel ’77, abbandona definitivamente la sua città natale e si trasferisce a Monaco di Baviera con la madre.

Da quel momento, la vita del ragazzo è sempre più travagliata: il suo successo cresce di pari passo con il grado delle difficoltà che la vita gli presenta. Le corti europee non si mostrano interessate al talento del giovane compositore.

Il trasferimento di Mozart a Manheim

Dopo essersi trasferito da Monaco a Mannheim, Mozart rimane colpito dalla modernità dell’orchestra di corte presso la quale crede di trovare l’apertura mentale di cui il suo genio aveva bisogno. Viene ospitato dai coniugi Weber e s’innamora della loro figlia Aloysia, giovane e promettente soprano. Informato della situazione, Leopold Mozart ordina a sua moglie e al figlio di recarsi a Parigi. Qui l’accoglienza assai tiepida e l’improvvisa morte della madre nel luglio del 1778 spingono Wolfgang, rassegnato a un posto di organista di corte e del Duomo, a ritornare a Salisburgo, dove si dedica alla composizione di sonate, sinfonie e concerti.

Nel 1780 viene composta l’opera Idomeneo, re di Creta e viene rappresentata a Monaco il 29 gennaio 1781. L’opera ottiene un insperato successo e il giovane musicista viene convinto a tentare di far carriera nella Capitale. Dopo aver preso questa decisione e dopo aver sposato Costanza Weber, la sorella di Aloysia, rompe definitivamente i rapporti con il padre. A Vienna, nel 1782 l’imperatore Giuseppe II gli commissiona un’opera: il compositore sceglie di scrivere un singspiel, cioè un’opera in tedesco con dialoghi recitati; fu così che vede la luce l’opera: Il ratto dal serraglio. Quattro anni più tardi, Mozart compone le sue due opere più famose, Le Nozze di Figaro (1786) e Don Giovanni (1787). C’è un motivo se ancora adesso sono famose: ottengono un successo senza precedenti e l’imperatore si accorge di lui: ottiene l’incarico di Kaiserlicher Kammermusikus, ovvero compositore di corte. Nel 1787 muore il padre e questo evento arreca un grave colpo al suo equilibrio economico e psicologico, già molto precario e instabile.

Pochi anni dopo però, subito dopo il successo di Così fan tutte (1790), Giuseppe II muore e il suo successore, Leopoldo II, non è particolarmente interessato alla musica e al talento di Mozart, Sembra profilarsi nuovamente lo scenario di qualche anno prima a Salisburgo, quando ha deciso di cambiare aria. Qui però la situazione è diversa, perché il nuovo imperatore commissiona subito al maestro un’opera per celebrare la sua incoronazione: La clemenza di Tito.
Col tempo si ammala, ma nonostante questo continua a comporre e nel 1791 scrive Il flauto magico, il Requiem (che la tradizione vuole commissionato da uno sconosciuto e che verrà comunque completato da Franz Süssmayr, un allievo di Mozart, dopo la morte del maestro) e due concerti, uno per pianoforte e orchestra e uno per clarinetto e orchestra.

Mozart muore, come ho già ricordato, a soli 35 anni, il 5 dicembre del 1791, nella povertà più assoluta e in circostanze molto misteriose e per questo sono state alimentate leggende di ogni tipo sulla morte del genio della musica (la più famosa è quella secondo la quale viene avvelenato dall’invidioso Antonio Salieri). Il suo funerale viene seguito da pochissime persone e il suo feretro viene sepolto in una fossa comune.

In tutta la sua vita, ha messo la firma a più di 600 opere, dando prova al genere umano di una stupefacente coerenza stilistica e di linguaggio. Le sue opere strumentali spaziano dalle forme tradizionali, come sonata, concerto, sinfonia, a quelle meno note come serenate, divertimenti, e cassazioni; la sua musica da camera annovera capolavori nelle forme classiche del trio, del quartetto e del quintetto come nelle combinazioni strumentali più nuove. Le sue doti musicali eccezionalmente feconde gli permettevano di comporre di getto, come dimostrano i suoi manoscritti, e di trascrivere sulla carta le proprie e le altrui improvvisazioni. 

LEAVE A REPLY