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Non ricordi le tre leggi di Keplero? Sono fondamentali, non solo perché si studiano a scuola ma ci permettono di capire molte cose sul nostro sistema solare e più in generale sul nostro Universo. Quindi un riassunto delle tre leggi di Keplero è utile per fare un ripasso generale.

Le tre leggi di Keplero sono le leggi fisiche e matematiche, formulate dall’astronomo tedesco Giovanni Keplero nel ‘600, che regolano e descrivono il moto di rivoluzione dei pianeti del sistema solare. Si è trattato di una scoperta rivoluzionaria, al pari della poco anteriore ‘rivoluzione Copernicana’, che poneva al centro dell’Universo il Sole e non la Terra; dopo la scoperta di Copernico era diventato fondamentale definire come si muovevano i pianeti in questo nuovo sistema: a questo contribuì Keplero, con le sue leggi.

Prima di entrare nel vivo dell’articolo, ovvero prima di vedere effettivamente che cosa dicono le tre leggi di Keplero, c’è da ricordare che Keplero arrivò a formulare le leggi soltanto sulla base di osservazioni sperimentali e le sue scoperte vennero giustificate sul piano teorico dalla teoria della gravitazione universale di Newton.

Detto ciò, vediamo le tre leggi di Keplero.

Le leggi di Keplero riassunto

Prima legge di Keplero: Riassunto

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La prima legge di Keplero riguarda nello specifico la forma delle orbite dei pianeti, ovvero la curva descritta dalla loro rotazione intorno al Sole. Essa enuncia che ogni pianeta, nel corso del suo moto di rivoluzione intorno al sole, descrive un’orbita ellittica e il Sole non occupa il centro bensì uno dei due fuochi dell’ellisse. Nella pratica, ne consegue che la distanza del pianeta dal sole non è sempre costante, ma varia nel corso del periodo di rivoluzione, alternando periodi in cui il Sole è più vicino e più lontano dal pianeta, dimostrando così l’alternanza delle stagioni. Il punto più vicino al Sole prende il nome di perielio, quello più lontano, di afelio. 

Seconda legge di Keplero: Riassunto

Mentre la prima legge riguardava la forma dell’orbita, la seconda legge di Keplero si riferisce invece alla velocità con cui il pianeta percorre l’orbita ed è anche nota con il nome di legge delle aree; questo perché enuncia che il segmento che congiunge il centro del pianeta con quello del Sole (anche detto raggio vettore) ‘spazza’ aree uguali in tempi uguali e che quindi la velocità areolare con cui il pianeta viaggia è costante. In pratica questo significa che la velocità con cui il pianeta percorre l’orbita non è costante ma varia con la distanza del pianeta dal Sole: nello specifico, ogni pianeta percorre più rapidamente i tratti di orbita che si trovano più vicini al Sole e più lentamente quelli che si trovano più lontani. La velocità tocca il suo massimo al perielio e il suo minimo all’afelio. 

Terza legge di Keplero: Riassunto

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La terza legge di Keplero è la più complessa delle tre: se la seconda ti sembrava complicata, ti consiglio di non leggere questo punto. Ma se ti trovi qui penso che ne sarai costretto, quindi procediamo.

La terza legge di Keplero è relativa alla relazione tra la distanza dei pianeti dal Sole e il periodo di rivoluzione, ossia il tempo che il pianeta impiega a percorrere una volta l’intera orbita (la durata dell’anno, in sostanza). Keplero afferma che il rapporto tra il tra il cubo della distanza media (d) di un pianeta dal Sole e il quadrato del suo periodo di rivoluzione (T) è costante e la relazione è data dalla formula

T^2=kd^3

In cui ‘k’ è il valore del rapporto tra il quadrato di T e il cubo di d e rappresenta una costante di proporzionalità che è uguale per tutti i pianeti. Conseguenza di questa terza legge di Keplero è che i pianeti più vicini al sole impiegheranno un tempo minore per completare un’orbita rispetto a quelli più lontani.

Questo che hai appena letto era un riassunto delle tre leggi di Keplero, spero ti sia stato utile.

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