La Prima Guerra Mondiale fu una conseguenza della venuta meno dell’equilibrio precario tra le grandi potenze mondiali tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo. Nel 1914, la pace che da quasi cinquant’anni regnava tra gli stati europei inizia a vacillare, in realtà già da molti più anni, ma ora era sotto l’occhio di tutti: la Francia, dominata il nazionalismo, torna a provare un certo sentimento di rivincita nei confronti della Germania dal momento che, dopo la bruciante sconfitta nella guerra Franco-Prussiana, quest’ultima aveva occupato le regioni dell’Alsazia e della Lorena. Nel riassunto sulla Prima Guerra Mondiale dettagliato che segue, non possiamo dimenticare nemmeno dimenticare ciò che stava accadendo in terra teutonica. In Germania regna imperatore il Kaiser  (Dal latino Caesar) Guglielmo II, il quale sogna un Reich (impero, regno) in cui abitino tutti i popoli di lingua tedesca, vuole perciò riunire tutti i tedeschi in un unico popolo eletto (ha quindi un sentimento Pangermanista). Per raggiungere i suoi scopi, nel 1890 solleva Otto von Bismarck, perché convinto sostenitore della pace, dal suo incarico di cancelliere e, otto anni prima, stringe alleanza con l’Austria nell’ambito della famosa “triplice alleanza”.

Prima guerra mondiale riassunto
La Germania, 1870-1914 (germanici.altervista.org)

Già, l’Austria, o meglio dovremmo parlare di Austria-Ungheria, perché dal 1867 il buon Francesco Giuseppe d’Asburgo è imperatore a Vienna e Re a Budapest. Anche il grande impero non se la passa benissimo in questo periodo: in un territorio che si estende per settecento mila chilometri quadrati nell’Europa centro-orientale convivono quasi cinquanta milioni di persone appartenenti a undici diversi gruppi etnici: italiani, sloveni, tedeschi, ungheresi, romeni, ucraini, polacchi, cechi, slovacchi, croati e serbi. Questi ultimi, nel 1912, si sono costituiti in un regno indipendente, ma ai confini della grande Austria la loro pressione si fa sentire.

L’impero Austro-Ungarico e le sue etnie (historyonmaps.com)

Altri due grandi imperi danno segnali di crisi: l’impero Ottomano e quello Russo, infatti, devono affrontare disagi sia all’interno sia all’esterno. La Sublime Porta è da secoli conosciuta come “il malato d’Europa”, tra otto e novecento però vive i suoi anni più terribili: il culmine della malattia sopraggiunge nel 1912, quando inizia a perdere pezzi pregiati: vede portarsi via dall’appena cinquantenne regno d’Italia la Libia e l’arcipelago del Dodecanneso; Serbi, Montenegrini, Albanesi, Bulgari e Romeni ottengono l’indipendenza a seguito di sanguinose ribellioni popolari conosciute come “guerra dei Balcani“, a Sud gli Arabi e a Nord-Est Azeri e Curdi premono per la libertà.

 

Il Genocidio degli Armeni

Nel 1914, migliaia di Armeni vengono deportati e sterminati, in quello che è passato alla storia come il Genocidio degli Armeni; in Turchia, del cuore dell’Impero, iniziano a prendere il potere i “giovani turchi” e il Sultano Mehmet II perde sempre più potere.

 

le fasi della “guerra dei Balcani” (pbmstoria.net)

Anche l’Impero Russo, il gigante dai piedi d’argilla per eccellenza, è devastato dalle rivolte popolari, tutte represse nel sangue dallo Zar Nicola II. L’annus horribilis per la Russia è il 1905: dopo l’ennesima rivolta, capeggiata da un certo Vladimir Lenin di cui torneremo a parlare. lo Zar è costretto a concedere al popolo una costituzione e un parlamento; nello stesso anno, l’impero perde territori nell’Estremo Oriente in seguito alla guerra contro il Giappone. Da lì a breve al potere ci andrà il comunismo in seguito alla Rivoluzione d’Ottobre capeggiata proprio dall’avvocato bolscevico Lenin.

 

Riassunto prima guerra mondiale
Le fasi di espansione dell’Impero Russo (treccani.it)

La Gran Bretagna spadroneggia sui mari e sulla terraferma, nel 1914 circa un terzo delle terre emerse obbediscono agli ordini di Re Giorgio V. All’interno però deve fronteggiare le rivolte delle donne e degli strati più bassi della popolazione, che chiedono maggiori diritti e libertà. Con una riforma fiscale, il benessere economico viene equamente distribuito e l’economia rinsavisce. Le donne otterranno il tanto agognato diritto di voto nel 1918. La supremazia economica britannica allarma la Germania, causando attriti tra le due potenze.

Inghilterra prima della Prima Guerra Mondiale
l’impero Britannico all’alba della Grande Guerra (en.wikipedia.org)

 

Nel 1871 il neonato regno d’Italia annette Roma e il Lazio, completando l’unità della penisola e ponendo fine al Risorgimento. Gli italiani sono principalmente un popolo di contadini, l’industria non è ancora completamente sviluppata, molte famiglie emigrano verso gli Stati Uniti, l’Australia, l’Africa e il Sud America per cercare fortuna. A capo del governo dello Stivale, nel 1914 il conservatore Antonio Salandra sostituisce il più volte primo ministro Giovanni Giolitti. In questo scenario fioriscono i circoli irredentisti: alcuni italiani sostengono che il risorgimento sia incompleto perché mancano ancora all’appello il Trentino e la Venezia Giulia, che appartengono ancora all’Austria. Italia, Austria e Germania, però, sono unite dal 1882 nella Triplice Alleanza.

Austria dichiara guerra alla Serbia

L’inizio della Prima Guerra Mondiale

In questo ambiente molto teso, la mattina del 28 giugno 1914 a Sarajevo, città dell’Impero Austro-Ungarico abitata da molte persone di etnia serba, lo studente serbo Gavrilo Princip uccide con un colpo di pistola l’erede al trono austriaco Francesco Ferdinando e la moglie, che si trovavano in visita ufficiale nella città. Questa è stata la scintilla che ha fatto scoppiare il caos: subito dopo, l’Austria dichiara guerra alla Serbia e, dopo un solo mese, tutta l’Europa è coinvolta nella guerra.

Gli schieramenti nella Prima Guerra Mondiale

 

Alla dichiarazione dell’Austria, ne seguono altre 48, il Vecchio Continente è spaccato in due: da una parte ci sono gli Imperi Centrali di Austria, Germania e l’Impero Ottomano, cui si aggiungerà la Bulgaria), dall’altra parte la Triplice Intesa, composta da Francia, Russia e Gran Bretagna. Rimanevano neutrali l’Italia, la Scandinavia, i Paesi Bassi e la Spagna.
la situazione dell’Europa nel 1914

Con una rapida azione militare passata alla Storia come Piano Schlieffen, (Battaglia della Marna e Battaglia di Ypres) la Germania occupa il neutrale Belgio e a Novembre è a meno di trenta chilometri da Parigi. L’Austria lancia l’offensiva contro la Serbia e, dopo lunghi e strenui scontri, nei primi mesi del 1915 gli imperi centrali cancellano il paese balcanico dalle carte geografiche. Nei primi di settembre, sul fronte orientale, le forze dell’Intesa provano a sorprendere la Germania attaccandola dalla Russia verso la Prussia Orientale, ma le forze austro-tedesche non si fanno cogliere impreparate e riportano due importanti vittorie a Tannenberg e ai Laghi Masuri, a novembre parte la controffensiva germanica e a dicembre i Russi vengono di nuovo fermati nei pressi di Łódź in Polonia.

Italia neutrale prima guerra mondiale

L’Italia rimane neutrale nei primi mesi del conflitto, perché secondo le normative della Triplice Alleanza avrebbe dovuto prendere parte attiva ai combattimenti soltanto qualora uno degli altri due paesi membri fosse stato attaccato, quindi dal momento che ad offendere sono state l’Austria e la Germania, non è obbligata ad entrare in guerra. Lo Stivale però è spaccato in due: da una parte abbiamo la fazione che vuole restare neutrale, composta principalmente dai cattolici, che sono contrari alla guerra perché la guerra andava contro i principi di pace e fratellanza propugnati dalla religione Cattolica; il cardinale Giacomo dalla Chiesa, arcivescovo di Bologna, salito proprio nell’estate del 1914 al torno pontificio con il nome di Benedetto XV, era infatti un convinto oppositore della guerra, tanto che arrivò a definirla come “suicidio dell’Europa Civile”. Oltre ai cattolici, si oppongono alla guerra anche i liberali e la maggior parte dei socialisti: i primi perché convinti che l’Italia fosse troppo inferiore rispetto alle altre potenze europee e che quindi la guerra avrebbe portato soltanto danni, i secondi perché, vicini alla classe operaia, pensavano che questa avrebbe sofferto la guerra anche in caso di vittoria.

Dall’altra parte, sono favorevoli alla guerra gli industriali, perché grazie ai combattimenti potevano specializzare la produzione e iniziare a fabbricare armi per guadagnare sempre di più; la frangia più rivoluzionaria dei socialisti, perché credevano che la guerra potesse essere il motore della rivoluzione sociale e, in ultimo, gli irredentisti e i nazionalisti.

Questi in particolare, cui fanno parte soprattutto intellettuali del calibro di Gabriele D’Annunzio, Giuseppe Ungaretti, Filippo Tommaso Marinetti, Cesare Battisti e ultimo ma non meno importante, anzi si potrebbe dire dulcis in fundo Benito Mussolini, che viene allontanato dalla direzione del quotidiano socialista Avanti proprio a causa della sua tendenza troppo interventista, sono i più attivi sostenitori dell’entrata in guerra, sia per “liberare dall’Austria” le parti “italiane” ancora mancanti, sia per dimostrare all’Europa che “c’era anche l’Italia”. Dopo la cacciata dall’Avanti, Mussolini fonda il Popolo d’Italia, che diventa dapprima il principale mezzo di comunicazione popolare della frangia interventista dei socialisti e, dopo la guerra, la “voce di carta” del Partito Nazionale Fascista.

In questo ambiente molto disunito, gioca un ruolo fondamentale la figura di Giovanni Giolitti. Grazie infatti a questa figura l’Italia nel periodo di neutralità inizia a prendere le distanze dalle vicende della Triplice Alleanza e ad avvicinarsi ai paesi della Triplice Intesa, alla Gran Bretagna in particolare. Questo porta, nell’Aprile 1915, alla firma del segretissimo “Patto di Londra” in cui l’Italia si impegna ad entrare in guerra a fianco degli alleati entro un mese e, in caso di vittoria, otterrebbe dall’Austria il Trentino, il Sud Tirolo, Trieste, l’Istria e la Dalmazia. Il 24 Maggio 1915, re Vittorio Emanuele III assume pieni poteri e dichiara immediatamente guerra all’Austria e dopo un anno anche alla Germania.

Il conflitto quindi si allarga: ora si combatte anche sulle alte montagne che separano l’Italia dal resto dell’Europa. All’inizio, gli uomini alla guida del generale Luigi Cadorna affrontano l’esercito asburgico nelle famose quattro battaglie dell’Isonzo, che si concludono con un “nulla di fatto” da parte degli italiani e con molte perdite di uomini. Contemporaneamente, sul fronte occidentale, nella battaglia nei pressi della città belga di Ypres vengono usate per la prima volta armi a base di gas di cloro, anche se erano state bandite da una Convenzione dell’Aia del 1899; a pagarne le conseguenze sono principalmente i francesi, che si vedono costretti a indietreggiare verso la cittadina. A cavallo tra il 1915 e il 1916, gli inglesi attaccano l’impero Ottomano due volte: una a Aprile 1915, quando le forze alleate tentano di sorprendere i turchi sbarcando nella penisola di Gallipoli,  l’altro attacco inglese alla Sublime Porta arriva a Settembre 1915, colpendo la Mesopotamia da Oriente, la guerra quindi inizia ad assumere sempre più carattere mondiale: nell’assalto inglese alla città turco-persiana di Al Kut, la maggior parte dei soldati impiegati sono di origine indiana.

Il 1916 è caratterizzato dal dualismo offensiva-controffensiva: sul fronte occidentale, a febbraio i tedeschi attaccano la Francia presso Verdun conquistando terreno ma a Luglio gli alleati contrattaccano sul fiume Somme recuperando così il terreno perso. Nel Carso, proseguono le offensive italiane lungo l’Isonzo, ma un contingente congiunto di austriaci e tedeschi prova a sorprendere gli uomini di Cadorna scendendo dal Trentino, ma la cosiddetta Strafexpedition (spedizione punitiva) fallisce e a fine anno l’esercito italiano entra a Gorizia.
i fronti della guerra in Europa 1914-1916

Fine della Guerra Lampo

Quella che doveva essere una “guerra lampo” si sta progressivamente trasformando in una lenta e logorante guerra di posizione e i danni si fanno sentire sia sui campi di battaglia sia all’interno dei paesi: nelle trincee sovraffollate i soldati muoiono come mosche sotto i bombardamenti dell’artiglieria e sotto i fumi chimici. all’interno dei paesi l’economia si trasforma: le industrie si specializzano a produrre armi e i rifornimenti alimentari iniziano a scarseggiare, gli operai scioperano.

La fine della Prima Guerra Mondiale

L’anno decisivo della guerra è il 1917: gli imperi centrali sembrano mettere la parola “fine” alla guerra. Sul fronte italiano, l’Austria sferra l’offensiva sull’Isonzo, gli italiani, dopo la devastante sconfitta rimediata presso Caporetto, sono costretti alla ritirata e a novembre le truppe asburgiche occupano il Friuli costringendo gli italiani al di qua del Piave. Cadorna viene sollevato dall’incarico e viene sostituito da Armando Diaz.
Nel momento di difficoltà interno, in Italia viene formato un governo di unità nazionale con a capo Vittorio Emanuele Orlando. In Aprile la guerra diventa mondiale: gli Stati Uniti d’America, a causa dei continui attacchi sottomarini dei tedeschi, entra in guerra a fianco delle potenze alleate e ,contemporaneamente, l’impero Giapponese conquista alcune isole nel Pacifico appartenenti alla Germania. La Grecia dichiara guerra a Turchia e Bulgaria, in Palestina parte la rivolta Araba guidata dal colonnello inglese T.E.Lawrence (che passerà alla storia come Lawrence d’Arabia). A fine anno la Russia, logorata dal conflitto esterno e dalla rivoluzione che stava scoppiando all’interno, abbandona la guerra firmando l’armistizio con gli Imperi Centrali.
Fine della Prima Guerra Mondiale

Le ultime offensive alleate arrivano nel 1918: a occidente inglesi, francesi e americani sfondano il fronte utilizzando un’arma di ultima invenzione: il carro armato. Le truppe guidate dal nuovo generale Armando Diaz affrontano e vincono gli austriaci presso Vittorio Veneto e, il 4 Novembre, l’Austria firma l’armistizio e esce dalla guerra. L’11 novembre, infine, anche la Germania e la Turchia si arrendono.

 

Trattati di pace Prima Guerra Mondiale

I trattati di pace della Prima Guerra Mondiale vengono firmati nella reggia di Versailles tra il 1919 e il 1920. La Germania viene completamente disarmata e le vengono tolte tutte le colonie in Africa (il Camerun, il Tanganica e il Ruanda-Urundi). Gli Ungheresi, i Cechi e gli Slovacchi ottengono l’indipendenza dall’Austria, in cui viene proclamata la Repubblica. L’Italia prende ciò che le era stato promesso, la Romania si allarga aggiungendo ai suoi territori la Bessarabia (l’attuale Moldavia) e la Transilvania. I Serbi, i Croati e gli Sloveni si uniscono nel regno degli Slavi del Sud (la Jugoslavia). I Polacchi ottengono uno stato dopo secoli. l’Impero Russo lascia il posto all’Unione delle Repubbliche socialiste Sovietiche. La Grecia si allarga, in Turchia viene proclamata la repubblica. Questo trattamento terribile riservato ai vinti, cioè alla Germania, fu una delle cause della Seconda Guerra Mondiale.

L’Europa dopo i Trattati di Versailles

Speriamo che questo riassunto sulla prima guerra mondiale ti sia tornato utile, nel caso in cui volessi dei chiarimenti, scrivici nei commenti.

5 COMMENTS

  1. 1)Non ho capito molto bene la questione dell'Oriente.
    2)Che relazione esiste tra i fatti antecedenti la prima guerra mondiale e il fatto che non poteva essere oltrepassato il confine belga?Ho un'interrogazione importante domani.Buona Giornata (P.S. ottimo riassunto)

  2. […] La reazione dei Turchi fu violentissima e a pagarne le conseguenze sono stati proprio i poveri Armeni. Il sultano aspettava soltanto una scintilla per giustificare un massacro di massa e questa gli venne offerta nel 1896, quando due giovani armeni, forse per ottenere visibilità, assaltarono la Banca Ottomana nella Capitale. Il risultato fu un bagno di sangue, in cui persero la vita più di 50.000 Armeni innocenti. Ma quello che è passato prepotentemente alla storia come il “Genocidio Armeno”, che coloro i quali appartengono a questo popolo chiamano “il Grande Massacro“, è quello che è iniziato il 24 aprile del 1915, in piena Prima Guerra Mondiale. […]

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