Il Decadentismo un movimento letterario che nasce in Francia, e da lì si diffonde in tutta Europa, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Esso nasce sostanzialmente come critica al pensiero Positivista, che riponeva nella scienza e nel progresso scientifico l’unica ancora di salvezza del mondo.

Il Positivismo, però, già in origine presentava parecchie contraddizioni, perché i Positivisti spiegavano qualsiasi cosa in termini scientifici, anche ciò che con termini scientifici non si può spiegare come le arti, la letteratura e la filosofia (del resto, uno dei più beceri prodotti del Positivismo è il razzismo, che prendendo spunto dalle teorie di Darwin divide gli esseri umani in razze inferiori e superiori).

È proprio in contraddizione a tutto ciò che nasce il Decadentismo, di cui ora vi forniremo un riassunto.

 

Riassunto Decadentismo

 

Il Decadentismo Riassunto

La denominazione “Decadentismo” deriva da “Decadente”. All’inizio, questo termine viene usato con una connotazione negativa: è infatti associato a una frangia di giovani poeti con tendenze sovversive e anticonformiste le cui idee e stile di vita entravano in forte contrapposizione e destavano scandalo per la società francese del tempo, borghese e fortemente impregnata dal Positivismo di cui abbiamo accennato sopra. Successivamente, il termine indicherà un nuovo modo di concepire la vita e l’esistenza attraverso l’esplorazione delle emozioni, delle ansie e delle perplessità che sconvolgono l’uomo. In un certo senso i decadenti erano molto vicini al Romanticismo, il movimento nato in Germania circa un secolo prima.

Il Decadentismo nasce in un’epoca (a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo) caratterizzata da una grande incertezza sul piano intellettuale e materiale. Questo è il periodo della Seconda Rivoluzione Industriale, in cui si vede un rinnovamento del sistema produttivo ma nello stesso tempo un ristagnamento dell’economia, la repressione delle masse popolari ma nel contempo la nascita del concetto di Welfare State e dell’attenzione verso le questioni sociali.Si può dire che il Decadentismo abbia origine dalle correnti filosofiche irrazionalistiche, che appunto alla fine dell’Ottocento si trovavano a “convivere” (o meglio, a scontrarsi) con il razionalismo positivistico, che aveva originato nei decenni precedenti la letteratura naturalista in Francia e il Verismo in Italia. Se dovessimo fare due nomi di filosofi che hanno in qualche modo con il loro pensiero dato una spinta alla nascita del Decantismo, diremmo Henri Bergson, secondo cui il tempo non è solo un’unita di misura dello scorrere dei fatti ma è una dimensione soggettiva e Friedrich Nietzsche, che nella “Nascita della Tragedia” esalta la dimensione dionisiaca dell’uomo, ovvero la sua componente più irrazionale, cieca e animalesca. Da queste concezioni, deriverebbe secondo gli esperti il substrato filosofico del Decadentismo.

 

Caratteri principali del Decadentismo

Vediamo quindi quali sono le caratteristiche principali del Decadentismo.

  • Esasperazione dell’individualismo: questo punto si manifesta di due aspetti: come esaltazione dell’individuo eccezionale, come direbbe Nietzsche il Superuomo, che è diverso dalla massa degli uomini comuni; o come sofferenza per l’incapacità degli uomini di comunicare
  • Mancanza di fiducia nella ragione: il concetto di ragione, cardine del razionalismo positivistico viene decisamente ripudiato e, come avviene per il Romanticismo, viene invece esaltata la dimensione irrazionale o, come direbbe Nietzsche, dionisiaca.
  • Isolamento dalla società: l’eroe decadente è fortemente individualista, è un Superuomo o non riesce a comunicare con gli altri uomini, quindi vive isolato dalla società e non si impegna né socialmente né politicamente.
  • Evasione dalla realtà: i decadenti cercano in qualsiasi modo di abbandonare la realtà in cui vivono, considerata volgare, vengono esaltate la Bellezza e l’Infanzia viene considerata come l’età magica dell’esistenza. I decadenti sono alla constante ricerca di nuove esperienze, esclusive e privilegiate.
  • Senso di angoscia e di solitudine: i decadenti vivono in un costante stato d’animo caratterizzato dalla noia e dal senso del vuoto e del nulla.

Verificata quindi l’impossibilità di conoscere la realtà attraverso l’indagine scientifica, i decadenti sostenevano che la poesia fosse l’unico strumento per comprendere i meccanismi e i significati profondi delle cose. Essa diventa così la più alta forma di conoscenza, capace di far venire a galla le sensazioni più profonde dell’animo umano. Abbondano simboli, analogie, suoni suggestivi e le parole si trasformano in musica. Il linguaggio è vago, oscuro, misterioso e quasi incomprensibile e i versi vengono liberati dalla metrica per sperimentare sempre nuove forme di espressione.

Il Decadentismo in Italia

Il Decadentismo approda in Italia quando il paese si stava trasformando, in ritardo rispetto al resto d’Europa, in un paese industrializzato la cui economia è capitalistica. Il Decadentismo Italiano non è così radicale e dirompente come quello francese e la concezione della figura del poeta è diametralmente opposta a quella che invece si ha in Francia: mentre secondo Mallarmé (che è uno dei principali esponenti del Decadentismo francese) l’artista trova la sua condizione ideale nel’isolamento perché costretto ai margini di ‘una società che non gli permette di vivere’, in Italia il poeta mantiene la funzione di guida culturale della società.In questo senso, è emblematica la figura di Gabriele D’Annunzio, di cui tutto si può dire eccetto che vivesse in totale isolamento dalla società: egli infatti non solo era politicamente e socialmente impegnato, ma lo era alla nausea. Si può dire che fosse lo straordinario precursore dell’odierna società dello spettacolo, perché di fatto ha anticipato il modo di comportarsi che hanno adesso i personaggi del ‘Jet Set’, del mondo dello Spettacolo e gran parte dei calciatori. D’Annunzio, rimarcando la superiorità dell’intellettuale, si atteggia a vate e condottiero degli spiriti più nobili e arditi della nazione.

I principali autori del Decadentismo Italiano sono, oltre al già citato D’Annunzio, il poeta Giovanni Pascoli, i romanziere Italo Svevo (pseudonimo di Ettore Schmidt) e Antonio Fogazzaro, il drammaturgo siciliano e premio nobel Luigi Pirandello.

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