Il guadagno di un supplente in Italia è molto basso, e purtroppo visto il precariato della scuola pubblica si rischia di terminare la propria carriera da insegnante con pochi anni da insegnante di ruolo e molti da supplente, ma ora vediamo i dati nel dettaglio.

La scuola italiana degli ultimi anni è sempre più nutrita di figure professionali come i supplenti: insegnanti, spesso giovani, che vivono un po’ “alla giornata”, oggi insegnano a una determinata classe e magari domani non insegnano più…  I supplenti sono insegnanti a tutti gli effetti, ma la precarietà della loro situazione spesso rende precaria anche la loro situazione economica: infatti, in Italia i supplenti guadagnano in media veramente poco; molto spesso, addirittura meno di una colf o di un operaio non specializzato. All’estero le cose vanno un po’ meglio, perché gli insegnanti italiani all’estero possono volendo godere di alcuni privilegi, ma comunque la supplenza non è certo uno di quei mestieri che dal punto di vista economico danno soddisfazioni.

Ti sei appena laureato/a e vuoi sapere quanto guadagna un supplente? Lo scopriremo in questo articolo.

Quanto guadagna un supplente

Quanto guadagna un supplente?

 

L’Italia è un paese che investe poco nell’istruzione. Stando infatti alle ultime rilevazioni, l’Italia stanzia all’istruzione poco più del 9% della spesa pubblica (il 9.05%), mentre invece la media UE rasenta l’11% (10.84%). L’Italia spende meno di paesi (contro cui non ho niente, sia chiaro) come la Bulgaria, la Polonia, la Slovenia, il Portogallo e la Romania. Non solo, alla formazione degli studenti ne viene stanziata una percentuale addirittura inferiore al 5%, mentre la media UE si avvicina al 6%. A farne le spese sono gli insegnanti, che risultano essere tra i meno pagati in Europa. Per i supplenti, quindi, la situazione è ancora più tragica.

 

Purtroppo non molto. Ho sentito di storie abbastanza tragiche con protagonisti i supplenti: un mio amico che frequenta il liceo classico mi ha raccontato che la supplente che è venuta a sostituire la sua prof di ruolo di latino e greco, impossibilitata per qualche mese a portare avanti le lezioni causa bronchite, all’età di quasi cinquant’anni vive ancora coi genitori pensionati. Il guadagno di questa signora, si aggira intorno ai 6 mila euro l’anno (500 euro al mese), quando le va bene e riesce ad ottenere una supplenza annuale. Come si fa a vivere con questa cifra?

Naturalmente esistono casi più fortunati: ovviamente, lo stipendio di un supplente dipende dalla durata dell’incarico e dal grado di scuola. I più fortunati possono arrivare a guadagnare sui 1200-1300 euro al mese, ma solo i più fortunati ci arrivano. Difficilmente, comunque, si vive di sole supplenze: molti insegnanti precari svolgono un secondo lavoro, ad esempio la guida turistica (se si insegna storia dell’arte o lettere) o magari corsi di lingua in preparazione agli esami di certificazione (per gli insegnanti di lingue straniere). Quella del supplente è una professione che va bene da svolgere temporaneamente, quando si è giovani, magari nella speranza, un giorno, di ottenere una cattedra stabile. Se fare il supplente è il sogno della tua vita, cambia sogno! Oppure considera l’idea di andare all’estero.

 

Quanto guadagna un supplente all’estero?

I paesi stranieri per gli insegnanti rappresentano un’ottima opportunità e lo stesso vale anche per i supplenti, e non serve neanche andare tanto lontano perché, come accennato sopra, qualsiasi paese in Europa investe di più sugli insegnanti che l’Italia. E vi dirò di più: non serve neanche conoscere una lingua straniera (o meglio, non è necessaria per l’insegnamento, ma per vivere nel paese sì).

Un supplente in una scuola italiana all’estero, infatti, insegna in lingua italiana, come se insegnasse nel nostro paese, ma con la differenza che, insegnando in un paese straniero, gode di privilegi si cui restando in Italia non è possibile godere, e che alzano lo stipendio: questi “privilegi” sono l’indennità sede e l’indennità di rischio.

Mi spiego meglio: un’insegnante italiano, accreditandosi presso il Ministero degli Esteri, può insegnare in una scuola italiana all’estero e godere di agevolazioni e stipendi maggiorati, perché insegnare in un paese straniero, lontani da casa, può comportare rischi. Lo stato Italiano tutela i suoi insegnanti, anche i supplenti, aggiungendo allo “stipendio base” un’indennità di sede, ovvero un coefficiente a cui bisogna moltiplicare lo stipendio base che sarà più alto più è lontano o rischioso il paese.

Per esempio, un mio conoscente non molti anni fa è andato a sostituire l’insegnante di ruolo di una scuola paritaria italiana situata nella Repubblica Democratica del Congo. Percepiva un assegno base di 600 euro al mese. So a cosa state pensando: “Ma io dovrei andare fino in Congo per guadagnare 600 euro al mese?” Aspettate, continuate a leggere. Questi 600 euro venivano moltiplicati per un numero che si può approssimare a 6 che costituisce il cosiddetto “coefficiente di sede”: il Congo non è un paese esattamente sicuro, quindi i rischi in cui si può incorrere sono tanti, infatti oltre al coefficiente di sede approssimabile a 6, lo stipendio era maggiorato ancore del 77%, perché appunto il rischio di insegnare in quel paese è alto. Svolgendo i dovuti calcoli, viene fuori che alla fine percepiva uno stipendio mensile vicino ai 7000 euro al mese! È vero che si trattava del Congo, ma anche se i coefficienti di rischio per gli altri paesi sono molto più bassi, di sicuro il risultato in termini di soldi è più soddisfacente di quello raggiungibile con una carriera da precario in Italia. Sul sito del Ministero degli Esteri, li trovate tutti questi coefficienti di rischio, così potete farvi un’idea.

Naturalmente, per un supplente non c’è bisogno di andare fino in Congo per guadagnare di più: in Gran Bretagna, per esempio, non è raro che un supplente arrivi a guadagnare anche 1500 sterline al mese; in Germania e in Francia, un supplente può arrivare a guadagnare il doppio di quanto potrebbe arrivare a guadagnare in Italia. Persino in Spagna, un paese che certo non può definirsi come locomotiva dell’Europa in termini economici, un insegnante a inizio carriera, quindi un supplente, arriva a guadagnare anche 1500-1600 euro al mese. Quindi, se sei un supplente e la tua situazione economica non ti soddisfa, perché non considerare l’idea di insegnare in un altro paese?

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