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Il codice tributo 3850 è uno dei principali codici tributo del fisco italiano. Come abbiamo già avuto modo di vedere, per far sì di non incorrere in problemi con il fisco bisogna riportare all’interno dei vari modelli fiscali di pagamento (F23, F24, 730…) alcuni codici che identificano le tasse che si vanno a pagare ed è bene imparare a conoscerli per non avere nessun problema.

Il nostro è il paese col più alto tasso di analfabetismo funzionale al mondo e ciò si riflette soprattutto nelle problematiche tributarie: sempre più italiani sprovveduti infatti incappano in problemi di insolvenza fiscale o simili, problemi facilmente evitabili se solo si conoscessero meglio, per esempio, i vari codici tributo.
Uno di questi codici è il codice tributo 3850, uno dei più diffusi e confusi, uno di quelli che creano più problemi alla stragrande maggioranza dei contribuenti. In questo articolo prenderemo in esame questo famigerato codice tributo 3850, vedremo cos’è, a cosa si riferisce, quando va usato e dove si deve inserire all’interno del modello fiscale.
Codice tributo 3850

Codice Tributo 3850: cos’è 

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Il codice tributo 3850 è uno dei codici con cui si devono confrontare prima o poi tutti i commercianti, gli imprenditori e i titolari di partita IVA. Esso non identifica una vera e propria tassa come l’IRPEF, l’IRAP, la TASI o l’IMU: ciò che esso indica è il cosiddetto tributo di diritto camerale, una specie di “bollo” che tutte le imprese devono pagare alla Camera di Commercio della propria provincia. Tutti gli esercizi commerciali, le attività industriali e ogni tipo di impresa che in qualche modo compie un qualche tipo di attività commerciale devono comparire in un elenco chiamato “Registro delle Imprese“, che è tenuto dalla Camera di Commercio competente sul territorio in cui si trova l’esercizio. Se non compare in questo elenco, il suo titolare potrebbe incorrere in problemi legali o fiscali.

Il “diritto camerale”, che si paga attraverso il modello F24 indicando il codice tributo 3850, è come se fosse una “tassa d’iscrizione” a questo elenco, una specie di quota associativa che tutte le imprese devono versare annualmente per essere riconosciute come tali e continuare la loro attività. Detto questo, andiamo a vedere qual è la giusta maniera per compiere il versamento del diritto camerale attraverso il modello F24 con il codice tributo 3850.

Codice tributo 3850: come utilizzarlo nel modello F24

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Il diritto camerale è annoverato in quella serie di tasse che l’Agenzia delle Entrate definisce come “Tributi Locali“, può rappresentare sia importi a debito sia importi a credito e si paga con un versamento tramite modello F24, indicando il giusto codice tributo: il 3850.

Per utilizzare correttamente questo codice in modo da versare il diritto camerale, bisogna individuare la sezione del modello F24 denominata “IMU ed altri tributi locali. La prima casella da compilare è quella che porta il titolo di “codice ente/codice comune”; dato che il diritto camerale è un tributo provinciale, in questa casella bisogna indicare la sigla della provincia in cui ha sede la Camera di Commercio presso cui il vostro esercizio è iscritto, per esempio se è sita nella provincia di Milano, la sigla da indicare è MI (per intenderci, la sigla da indicare è quella che compare anche sulle targhe automobilistiche). Il passo successivo è quello di andare a riempire la casella del codice tributo con appunto il codice tributo 3850; quindi, bisogna indicare l’anno di riferimento del tributo e infine l’importo che deve essere versato (oppure l’importo a credito che deve essere riscosso).
Questa era tutta la procedura da compiere per il codice tributo 3850. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate, trovate anche per questo codice un esempio già compilato del modello F24, in modo che, mentre compilate il vostro, possiate confrontarlo con uno correttamente riempito in tutte le sue parti.

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