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Uno degli eventi più importanti della storia fu la Rivoluzione Americana, la quale si tenne negli ultimi anni ‘700, che portò alla formazione degli Stati Uniti d’America, potenza che era destinata a rimanere sul tetto del mondo per molti secoli. Difatti quello probabilmente è stato il periodo più importante della storia degli USA fino ad oggi perché senza quel periodo mai staremmo parlando di una delle più grandi potenze del mondo, che fino a qualche anno fa dopo il crollo dell’URSS era l’unica grande potenza sul pianeta.

Ma andiamo a esaminare a fondo ciò che avvenne prima e dopo lo scoppio definitivo della rivoluzione.
Questa rivoluzione non è molto studiata a scuola perché si ritiene erroneamente che non ci coinvolga ma è un errore grossolano che non si dovrebbe mai commettere.
Rivoluzione Americana
Rivoluzione Americana

L’occupazione inglese del Nord America

Al termine della Guerra dei Sette Anni (1756-1763), la corona inglese dovette affrontare il problema dell’amministrazione dei nuovi territori americani acquisiti in seguito alla Pace di Parigi  del 1763.
Re Giorgio III, dopo aver attuato una politica mercantilistica, aggiunse il divieto ai coloni di spingersi oltre i Monti Appalachi, in modo da ridurre le ostilità con i pellerossa e smobilitare l’esercito posto a difesa dei confini occidentali.
L’introduzione di nuovi carichi fiscali, contemporanea con la Legge sulla Stampa, spinse i rappresentanti di nove colonie guidate dalla Virginia a riunirsi in congresso a New York (Stamp Act Congress, 1765): il Congresso avanzò la richiesta che ogni disposizione fiscale riguardante le colonie avesse l’assenso delle assemblee americane.

L’opposizione organizzata

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Il Parlamento Inglese, con la Legge di dichiarazione (febbraio 1766), riaffermò il proprio diritto a imporre tasse, Subito dopo, il cancelliere inglese Townshend, per colmare i debiti, inasprì i dazi sui beni importati dai coloni, i quali risposero con un boicottaggio delle merci provenienti dall’Inghilterra. Nel 1770 di fronte al decreto della Camera di Rappresentanza del Massachusetts che stabiliva l’illegittimità delle disposizioni doganali, il governatore sciolse l’assemblea e occupò Boston.

Nel 1773, nel tentativo di salvare dal fallimento la Compagnia delle Indie Orientali, il Parlamento inglese le garantì il controllo totale  del commercio in tutte le colonie inglesi in America.
Tutto ciò suscitò la protesta dei commercianti americani che sfociò nella distruzione di un grosso carico di tè presso Boston (Boston Tea Party, dicembre 1773).
Nel settembre del 1774, 52 delegati di 12 colonie (tutte eccetto la Georgia) riuniti a Filadelfia nel primo Congresso Continentale stabilirono l’interruzione di ogni commercio con l’Inghilterra fino al riconoscimento dei diritti degli organi americani più importanti. La notizia  dell’attacco delle truppe inglesi a Boston, portò alla formazione di un esercito al comando del generale  George Washington: si aprì in questo modo la Guerra d’Indipendenza.

La Dichiarazione d’Indipendenza

Al Congresso Continentale a Filadelfia venne redatta la Dichiarazione d’Indipendenza, che verrà approvata il 4 luglio 1776. In questo documento, concepito dalla mente di tutti i partecipanti al Congresso, ma in particolare da personaggi dotati di grande cultura come Thomas Jefferson, pensatore molto influenzato dalle idee dell’Illuminismo, era caratterizzato da un principio fondamentale: tutti gli uomini crescono uguali e dotati di diritti che nessuno può loro togliere il diritto alla vita (una specie di controsenso, dato che tutt’ora è in vigore la pena di morte), alla libertà e alla ricerca della propria felicità. Nel documento era stabilito anche un altro principio fondamentale, sul quale si basa tutto il movimento rivoluzionario: quando un governo nega i diritti sopracitati il popolo ha diritto di ribellarsi e cambiarlo.

In realtà questi diritti e queste libertà non erano esattamente per tutti: ad esempio ai milioni di schiavi neri delle piantagioni era negato il diritto alla libertà e soltanto i cittadini abbienti avevano il diritto al voto. Nonostante questo, però, benché la distanza con l’attuale concezione della democrazia fosse ancora molto ampia, la Dichiarazione d’Indipendenza rappresentò una notevole conquista in un mondo dominato dall’Assolutismo.

La guerra d’Indipendenza

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La guerra d’Indipendenza americana durò dal 1775 al 1783: in questi otto lunghi anni, l’esercito dei coloni comandato dal Generale Washington combatte una strenua guerra contro l’Inghilterra. La posta in gioco era altissima: benché gli inglesi fossero senza dubbio molto più forti dei coloni, questi erano spinti dalla forza dei loro ideali e dal desiderio di libertà. La tattica di Washington era essenzialmente quella di logorare il sistema inglese, preferendo le azioni di guerriglia alle grandi battaglie in campo aperto: in questo modo, Washington e i coloni guadagnavano tempo e l’Inghilterra era costretta a spendere ingentissime quantità di denaro e risorse per mantenere il suo esercito a difesa delle colonie. 

Nel frattempo, Il congresso decise di inviare diversi ambasciatori presso le più grandi potenze europee nemiche dell’Inghilterra, come per esempio la Francia, per ottenerne l’appoggio nella loro causa. Dalla Francia, nel 1778 giunse il generale Lafayette, un eccellente stratega che sarà poi anche uno dei protagonisti della Rivoluzione Francese, alla testa di un esercito con cui sfidò gli inglesi, al fianco dei coloni, nell’unica grande vera battaglia campale della Guerra d’Indipendenza Americana, quella presso Yorktown del 1781, in cui l’esercito franco-americano sconfisse definitivamente gli inglesi.
Nel 1783 venne firmato a Versailles un trattato con cui l’Inghilterra sanciva e riconosceva l’ufficialità dell’indipendenza degli Stati Uniti d’America, oltre a cedere qualche colonia in Africa e nelle Antille alla Francia.

La costituzione degli Stati Uniti D’America

La costituzione degli Stati Uniti d’America venne redatta e approvata dal Congresso nel 1787 e, nel 1789, George Washington venne eletto presidente della nazione. Nella costituzione del 1787, ancora in vigore oggi salvo l’aggiunta, successivamente, di 27 emendamenti,  gli Stati Uniti d’America si costituivano come una federazione di stati in cui ogni stato era indipendente ma in qualche modo si rifaceva al governo centrale della repubblica federale, concentrato nella figura del presidente, che si occupava della politica estera e dell’esercito. Il presidente, eletto dal popolo, aveva un mandato di quattro anni e deteneva anche il potere esecutivo. 
Il potere legislativo era invece affidato al Congresso, che si componeva di due camere, un senato e una Camera dei Rappresentanti, con membri eletti nei singoli stati. Il potere giudiziario, infine, era gestito dai singoli stati, che nominavano i loro giudici, e dalla Corte Suprema federale, che aveva il compito di controllare che non venisse violata la Costituzione.

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