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Recentissimamente ci ha lasciato una delle più grandi menti che abbiamo avuto la fortuna di avere in Italia, un personaggio di grandissima cultura destinato a diventare immortale e a entrare nei libri di scuola se già non ci è entrato (in realtà, addirittura li ha scritti dei libri di testo): parliamo di Umberto Eco, scomparso ottantaquattrenne nella notte tra il 19 e il 20 febbraio 2016.
Umberto Eco: Riassunto vita
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Umberto Eco è nato ad Alessandria, in Piemonte, il 5 gennaio del 1932. Frequenta le scuole superiori (il liceo classico) e l’Università a Torino, dove si laureerà nel 1954 in filosofia medievale con una tesi sull’Estetica di Tommaso d’Aquino. A Torino, entra a far parte di un circolo culturale tra i più importanti in Italia e nel mondo: insieme ad altri grandissimi intellettuali come Claudio Magris (scrittore e romanziere), Edoardo Sanguineti (poeta), Gianni Vattimo (filosofo e futuro mentore di un altro importantissimo filosofo: Diego Fusaro) e Furio Colombo (filosofo), dà vita infatti al circolo dei “Ragazzi di Via Po”, attivi a Torino tra il 1950 e il 1961, che verrà successivamente riconosciuto in tutto il paese come sinonimo di cultura. Nel 1954 entra a far parte anche della RAI, per cui cura i programmi culturali e di cui è considerato tra i padri fondatori.
Umberto Eco: Riassunto opere
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Durante la sua vita, Umberto Eco ha pubblicato numerosissime opere, appartenenti ai più disparati generi sia letterari sia saggistici. Tutte le sue opere, sia i saggi sia i romanzi, hanno però una caratteristica che li contraddistingue, un marchio di fabbrica dell’autore: l’ironia e l’assenza di prosopopea intellettuale. A differenza di altri autori dalla grandissima statura intellettuale, Eco riesce a esprimere concetti molto importanti e impegnativi rendendoli semplici e comprensibili dalla maggior parte delle persone: per fare un esempio molto banale, il suo manuale di Storia della Filosofia, scritto in collaborazione con Riccardo Fedriga e pubblicato da Laterza è adottato in moltissime scuole proprio per il modo in cui viene strutturato e orchestrato da Eco, che per comporlo ha interpellato i più grandi esperti su ogni determinato argomento mantenendo però costante il linguaggio semplice. Se vogliamo definire in due parole lo stile, il metodo e la poetica di Eco, possiamo definirlo “Umorista colto”.
Tra i suoi principali saggi ricordiamo Il problema dell’estetica in San Tommaso D’Aquindo (la sua tesi di laurea, pubblicata nel 1956), Opera aperta (1962), Apocalittici e integrati (1964) e il Superuomo di massa (1977) sui meccanismi della cultura di massa e dell’arte contemporanea. Sulla semiotica e sulla comunicazione ha pubblicato La struttura assente (1968) e il Trattato di Semiotica Generale (1975), considerato il testo fondamentale della semiotica italiana. Sui rapporti tra opera e lettore nei testi narrativi, ha pubblicato testi importantissimi come Lector in fabula (1979), I limiti dell’interpretazione (1990) e Sei passeggiate nei boschi narrativi (1994). In saggi come il Diario minimo (1963) e nel Secondo Diario Minimo (1992), viene fuori la sua vena di umorista colto.
Nonostante la grandissima e importantissima mole del suo corpus saggistico, sono però i romanzi che hanno consacrato Eco e l’hanno reso famoso in tutto il mondo. Il primo e più importante è senz’altro Il Nome Della Rosa (1980): l’intento con cui è stato scritto era quello di pubblicare un romanzo giallo fuori dal comune, ambientato nel Medioevo, in cui un monaco di nome Guglielmo da Baskerville (in omaggio a un altro emblematico monaco-filosofo inglese, Guglielmo di Ockham, al cui principio di economia di pensiero si ispirano gran parte dei più grandi detective della tradizione del giallo) risolve intricati casi utilizzando un metodo deduttivo tipico dei grandi filosofi, il che contribuisce a rendere il romanzo un’opera completa, in cui si intrecciano al corso degli eventi problematiche di carattere politico e filosofico, il tutto ambientato nella cornice di un monastero medievale in uno dei periodi più intricati della storia della Chiesa.
Altri romanzi sono Il pendolo di Focault (1988), storia di una cospirazione ma soprattutto disputa filosofica sulla natura della realtà e della verità, L’isola del giorno prima (1994), basato sulla storia realmente accaduta (nel 1643) di un alessandrino naufragato su un’isola del Pacifico, agli antipodi dell’Italia a ridosso della Linea del Cambio di Data; il Baudolino (2000), un’altro romanzo d’ambientazione medievale; La misteriosa fiamma della Regina Loana (2004), Il cimitero di Praga (2010), incentrato sulla storia europea del Popolo Ebraico e Numero Zero (2015), sulla storia recente italiana, rileggendo, con l’aiuto della redazione del giornale “Domani”, destinato a non andare mai in stampa, fatti recenti realmente accaduti nella storia d’Italia in chiave complottistica. Il suo ultimo libro, Pape Satàn Aleppe, che sarebbe dovuto essere pubblicato a maggio, uscirà il 27 febbraio.