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In questo articolo vi racconterò di una città a me molto cara, una città che è tutta la mia vita: sto parlando di Torino.
Cosa vedere a Torino
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Prima di partire per il nostro viaggio, ritengo necessario e doveroso spendere due parole sulla città in generale, su com’è nata, chi l’ha fondata… Non temete, non vi annoierò, ma sono curiosità interessanti con cui potete suscitare lo stupore di chi vi accompagna nel vostro viaggio.
Torino è una città del Nord-ovest Italiano, situata nella regione del Piemonte di cui è il capoluogo. Secondo il famoso architetto e designer Le Corbusier, Torino è “la città con la più bella posizione naturale del mondo”.
Questo drago sputava fuoco dalle narici e devastava le case, i raccolti e le greggi dei poveri Taurini, i quali non potevano fare nulla per difendersi. Un giorno, però, il druido di questo villaggio ebbe una visione in cui il dio Cernunnos (lo spirito degli animali della mitologia celtica) indicava come unica ancora di salvezza contro il drago un gracile vitellino dal pelo rosso, talmente gracile che rischiava di non sopravvivere alla nascita.
Su consiglio del dio, il Druido preparò una pozione a base di acqua del Po e vino rosso e la fece bere al vitellino regolarmente, il quale in poco tempo si trasformò in un possente e muscoloso toro dal manto rosso sangue.
Quando fu sufficientemente forte, la popolazione del villaggio lo mandò nel bosco a combattere contro il drago. La lotta fu talmente violenta che alla fine morirono entrambi i contendenti, ma ormai il villaggio era salvo. In segno di gratitudine, tutta la popolazione decise di elevare quel toro a propria divinità, rendendolo a tutti gli effetti il simbolo della comunità.
Cosa vedere a Torino: la Mole Antonelliana e i dintorni
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All’inizio della sua storia, la Mole Antonelliana sarebbe dovuta essere una sinagoga monumentale. L’architetto Alessandro Antonelli, da cui prende il nome, ricevette infatti l’incarico dalla comunità ebraica della città (che con lo Statuto Albertino aveva ottenuto la libertà di culto) di costruire un nuovo tempio affinché potesse avere un luogo in cui pregare e, disponendo di molto denaro, voleva che fosse monumentale. I lavori iniziarono nel 1863 e l’edificio iniziò ad assumere sin dall’inizio proporzioni veramente monumentali, tant’è che gli ebrei smisero di finanziare il progetto dopo il completamento della cupola, quando ormai la Mole aveva raggiunto la “mole” di ben 70 metri d’altezza. Dieci anni dopo l’inizio dei lavori, il comune di Torino si prese a carico l’opera, invitando l’Antonelli a completarla. Il risultato è un’imponente tempio dell’architettura neoclassico-liberty di più 165 metri d’altezza, per essere precisi 167,5 metri, che la rendono l’edificio in muratura più alto al mondo.
All’interno della Mole si trova il Museo Nazionale del Cinema, un museo dedicato soltanto alla settima arte, dov’è possibile intraprendere un viaggio alla scoperta della storia del cinema dalle sue origini fino agli ultimi kolossal. Torino è una città molto legata al cinema, tant’è che ogni anno (fine novembre/inizio dicembre), presso il cinema Massimo che si trova proprio a due passi dalla Mole, si svolge il Torino Film Festival, che insieme al Festival del Cinema di Venezia e a quello di Roma è uno dei più importanti festival cinematografici a livello nazionale e internazionale. Accanto al Cinema Massimo, inoltre, si trova la sede della RAI (Radio Televisione Italiana) di Torino, sede dell museo della Radio e della Televisione.
La Mole Antonelliana si trova in via Montebello 20 ed è raggiungibile con le linee 18, 61, 68 (fermata 770-Po), 15, 13, 55 (fermata 474-Rossini) e 16 (fermata 601/638- Mole Antonelliana) del servizio di trasporto pubblico offerto dalla compagnia GTT. Il Cinema Massimo e la sede della Rai si trovano invece su Via Verdi.
Cosa vedere a Torino: il museo Egizio
« La strada per Menfi e Tebe passa da Torino »
(Jean François Champoillon, soltanto il più importante egittologo mai esistito)
La nascita del Museo Egizio di Torino è da ricondursi alla campagna d’Egitto di Napoleone, a cui prese parte un piemontese di nome Bernardino Drovetti. Il Drovetti, mentre ricopriva il ruolo di console generale per conto dell’Empereur, iniziò a collezionare una grande quantità di antichità egizie (all’incirca 8000 tra statue, sarcofaghi, mummie, papiri e reperti vari).
Nel 1824 Napoleone era morto già da tre anni, Champoillon stava lavorando alla traduzione di tutta la scrittura geroglifica e a Torino il re Carlo Felice (non un re particolarmente esaltante, se non per aver fondato il museo Egizio e per aver dato il nome alla piazza che si trova di fronte alla stazione di Porta Nuova e per aver represso qualche rivolta nel 1821) acquistava per circa 4.000 lire l’intera collezione di Drovetti e la collocava nel palazzo dell’Accademia delle Scienze.
Negli anni ’30 del ‘900, in pieno Fascismo, il museo si arricchì ancora di più e la collezione oggi conta più di trentamila reperti, attraverso cui è possibile capire i più importanti aspetti della civiltà egizia.
Il 1 aprile 2015, il museo è stato riaperto dopo anni di ristrutturazione e riorganizzazione, offrendo al pubblico la possibilità di ammirare, studiare e apprezzare tutti e 30 mila i reperti contenuti ed esposti in uno spazio espositivo completamente rinnovato, suddiviso su quattro piani e ordinato secondo un criterio cronologico.
Il Museo Egizio di Torino si trova in Via Accademia delle Scienze 6 ed è raggiungibile con una passeggiata di appena cinque minuti dalla stazione di Porta Nuova (Metropolitana M1, Porta Nuova).
Cosa vedere a Torino: il Risorgimento
Cosa vedere a Torino: la Basilica di Superga e il Grande Torino
Qui, inginocchiandosi su un vecchio pilone segnaletico, avrebbe iniziato a pregare la Vergine Maria, stringendo un voto particolare: avrebbe fatto erigere un enorme monumento in suo onore se fosse riuscito a eliminare i Francesi. Detto e fatto! Prinz Eugen, che era un generale dalle capacità assurde, condusse l’esercito Imperiale Austriaco al fianco delle truppe piemontesi contro i Francesi e riuscì a spedirli a calci nel sedere da dove se n’erano venuti. A guerra finita (era la guerra di Successione Spagnola), la Savoia ottenne in premio la Sicilia e Vittorio Amedeo il titolo di Re.
In Sicilia, a Messina, viveva un tale Filippo Juvarra che di mestiere faceva l’architetto. Vittorio Amedeo, notandone le capacità, lo chiama su a Torino e gli affidò il compito di rinnovare la città e, ricordandosi del voto che aveva stretto con la Madonna, gli conferì anche l’onore di erigere la sontuosa basilica in cima alla collina.
Filippo consegnò il progetto al re nel 1715 e dopo 16 anni di duro lavoro (trasportare i materiali fino in cima era davvero un’impresa, dal momento che l’unica strada era un sentiero acciottolato piuttosto ripido) il tempio tardo barocco-neoclassico alla Vergine Maria era completo. All’interno verranno collocate le tombe tutti i principali membri di casa Savoia, a partire da Vittorio Amedeo. Data la sua posizione sopraelevata, nelle giornate di Sole è visibile da ogni angolo della città.
Davanti alla basilica si apre una terrazza su uno dei panorami più belli del mondo. Un filosofo mica da niente, Jean-Jacques Rousseau, dopo essersi affacciato dalla terrazza davanti alla basilica, disse:
« Io ho dinnanzi il più bello spettacolo che possa colpire l’occhio umano»
(Jean-Jacques Rousseau)
Il panorama che si vede dal colle, quello che è servito a Prinz Eugen per sconfiggere i Francesi, è veramente qualcosa di magico e romantico: la terrazza di Superga è infatti il luogo preferito dagli amanti torinesi per fare una qualche dichiarazione importante alla persona amata. Ciò che si vede è un’ampia veduta di Torino, con al centro la confluenza dei due fiumi Po e Dora e le alpi innevate sullo sfondo.
Il colle di Superga, però, è tristemente famoso anche per qualcosa di meno romantico. Sicuramente avrete sentito parlare della Tragedia di Superga: l’incidente aereo che stroncò la squadra di calcio più forte del mondo, il Grande Torino… Vi voglio raccontare in breve la storia, o meglio, la leggenda di questa squadra in maglia granata, che indipendentemente dalla fede sportiva personale è fondamentale per apprezzare appieno l’essenza e la magia del luogo che è il colle di Superga.
Il corteo funebre del Grande Torino in Piazza Castello. |
Si trovava lì perché il suo capitano, Valentino Mazzola, aveva promesso al capitano della squadra del Benfica Francisco Ferreira che avrebbe organizzato un’amichevole per celebrare l’addio al football del campione lusitano, il quale si trovava in una situazione di difficoltà a livello economico. Il volo sarebbe dovuto atterrare a Milano, ma Mazzola fece pressione al comandante affinché atterrasse a Torino. Alle 17:03, l’aereo impatta sul terrapieno della Basilica di Superga. Non si salvò nessuno dei 31 passeggeri a bordo.
Cosa vedere a Torino: Via Po, Piazza Vittorio Veneto e la Gran Madre
Il tempio della Gran Madre di Dio ha una caratteristica che piacerà agli appassionati del mistero e dell’occulto: di fronte alla chiesa ci sono due complessi di statue, uno che rappresenta l’allegoria della fede e uno che rappresenta invece quella della religione. La statua che rappresenta la fede regge un libro nella mano destra e un calice in quella sinistra, che è protesa in avanti. Ebbene, la mano che regge il calice indicherebbe la posizione del Santo Graal, che secondo gli esoterici della Torino Magica (Torino è un centro molto importante a livello mondiale sia per quanto riguarda la magia bianca, sia per quanto riguarda la magia nera. Essa infatti rappresenta il vertice dei triangoli della magia bianca e della magia nera, ma lo vedremo dopo quando approfondiremo questo punto) si trova proprio a Torino, precisamente sotto la basilica, tra le due statue.
L’allegoria della Fede di fronte al tempio della Gran Madre, la mano che regge il calice indicherebbe la posizione del Graal |
Attraversando il ponte sul Po più antico della città, dedicato a Vittorio Emanuele I ma presente già a partire dal XV secolo, giungiamo in una piazza molto particolare, una piazza che è un capolavoro dell’architettura e dell’ingegneria: Piazza Vittorio Veneto, una piazza che non ha eguali al mondo.
Piazza Vittorio è anche il centro della vita notturna Torinese, così come la via che la collega dritto per dritto alla centralissima Piazza Castello, il centro d’Italia dal 1861 al 1865: Via Po. Lungo i lati della piazza, in riva al fiume (i famosi Murazzi) e lungo i lati di via Po è pieno di bar, ristoranti, locali e discoteche che rappresentano proprio il fulcro della movida torinese, oltre ai caffè storici in cui i grandi patrioti italiani progettavano l’unità d’Italia, in cui Nietzsche e Rousseau discutevano di filosofia e in cui alcuni dei più grandi autori della letteratura italiana traevano ispirazione per le loro opere. Se siete amanti del buon gelato artigianale e della cioccolata, una tappa obbligata è il caffè Fiorio (Via Po, 8) che dal 1786 produce il miglior gelato del mondo. Il caffè ha anche varie succursali in giro per la città, tra cui una anche nella piazzetta intorno alla Gran Madre e una in Piazza Castello.
La basilica della Gran Madre si trova nella piazza che porta il suo nome, raggiungibile con le linee 53, 56, 66, 13, 61. Per arrivare in Piazza Vittorio Veneto e quindi in Via Po basta attraversare il ponte Vittorio Emanuele I.