Sinti

Nel linguaggio comune, spesso tendiamo a identificare con il nome di “zingari” tutte quelle popolazioni nomadi o seminomadi che si incontrano in giro per l’Europa e per l’Italia. Non ci rendiamo conto, in realtà, che stiamo chiamando con lo stesso nome delle popolazioni che sì hanno qualcosa in comune, ma che sono in realtà molto diverse l’una dall’altra, caratterizzate da culture diverse, usanze diverse, costumi diversi e tradizioni diverse.

Molti studiosi di etnografia hanno trovato una soluzione per includere tutte queste etnie in una popolazione unica, quella che viene chiamata popolazione Romanì. Questo nome identifica tutti i vari gruppi etnici originariamente nomadi parlanti appunto la lingua romanì (una lingua derivata dall’antico sanscrito) e più o meno provenienti dal nord dell’India e dal Pakistan. Una precisazione: i Rom sono una popolazione romanì ma non tutti i romanì sono rom, anche se in Italia come al solito si tende a generalizzare, e un errore molto grave è quello di confondere le popolazioni romanì con il popolo Romeno, ovvero la popolazione della Romania, con cui non hanno niente a che vedere,
Uno di questi gruppi etnici è quello dei Sinti, una popolazione che esiste in Europa da tempi remoti e che, come le altre popolazioni che conosciamo sotto il nome generico di zingari, molto probabilmente proviene dalla zona tra l’India e il Pakistan. Il nome “Sinti” infatti richiama molto quello della regione del Sindh, una delle quattro provincie che compongono il Pakistan odierno, e in questa regione ancora oggi vive una popolazione che nella lingua e nei costumi è molto simile a quella dei Sinti Europei.
Dopo questa doverosa premessa, andiamo quindi a vedere chi sono i Sinti e scopriamo qualcosa su questo meraviglioso popolo.
I Sinti

 

Chi sono i Sinti?

Come abbiamo ricordato, i Sinti sono un gruppo etnico appartenente all’etnia Romanì, che insieme agli altri (Gipsy. Kalé, Romanichals, Romanisael e anche il popolo Rom) sono probabilmente giunti in Europa dall’India già a partire dall’undicesimo secolo, dopo che le orde persiane e arabe avevano occupato le zone dell’Afghanistan e del Sindh.

Questa è la tesi più accreditata sulla loro origine, confermata dal fatto che la lingua che parlano (a oggi mantenuta viva soltanto dalla popolazione Rom e da qualche gruppo di Sinti ancora non assimilato nella cultura dello stato di residenza) sia derivata direttamente dal Sanscrito e appartenente al gruppo Indoario, ovvero molto simile a lingue, come l’Urdu e il Punjabi, parlate nel nordovest del Subcontinente indiano. Intorno al Trecento, inoltre, la presenza di gruppi del popolo Sinti è documentata in Germania, in Francia e nell’Europa Centrale e nell’Italia centro-settentrionale.
La caratteristiche che i Sinti hanno in comune con le altre popolazioni Romanì, a parte la lingua, è il fatto che nel corso della loro storia sono sempre stato un popolo perseguitato: ovunque sono stati, sono sempre stati soggetti a discriminazione, emarginazione e razzismo. Nell’Europa centro-orientale (Boemia, Moravia, Slovacchia, Ungheria, Romania) i Sinti sono stati persino ridotti in schiavitù e costretti ai lavori più duri e umili, situazione che in Romania si è conclusa soltanto nel 1850. In Spagna, dal ‘500 al ‘700, Sinti e Kalé sono stati soggetti alle stesse persecuzioni e arresti di massa a cui erano soggetti ebrei e musulmani, anche se i loro costumi e tradizioni sono rimasti in alcuni tratti della cultura Andalusa (come per esempio il Flamenco).
Nel ‘900 c’è stato quello che nella loro lingua chiamano Porajmos, un evento subito anche da altre categorie sociali, per esempio gli ebrei, i quali lo chiamano Shoah: sono stati circa mezzo milione i Rom e i Sinti sterminati dal Nazismo. Al giorno d’oggi, queste culture, anche se in gran parte sono completamente assimilate nella cultura europea e in quella delle varie nazioni, sono ancora soggette
a emarginazione e razzismo, tant’è che il termine “zingaro”, che in origine era soltanto un termine identificativo, ha ora assunto una connotazione dispregiativa e gli appartenenti alle etnie Rom e Sinti non sopportano di essere indicati con questo appellativo.

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Qual è la differenza tra Sinti e Rom?

Nonostante siano sempre stati trattati nello stesso modo e chiamati indistintamente “zingari”, Sinti e Rom sono popolazioni molto diverse tra loro. Non solo: pare che ci siano stati in passato dei conflitti e degli attriti tra queste popolazioni, che durano ancora adesso. Le principali differenze tra i due gruppi sono di carattere principalmente culturale, geografico, linguistico e tradizionale.

La differenza sostanziale tra Rom e Sinti si vede nelle loro attività tradizionali: Mentre i Rom sono soprattutto nomadi o seminomadi, i Sinti sono ormai da secoli per la maggior parte sedentarizzati. Il motivo di ciò si vede soprattutto nel fatto che i Sinti da secoli svolgono principalmente e per la maggior parte i lavori della loro tradizione, che da secoli e da generazioni portano avanti, come per esempio quello di giostraio o di artista circense. I Sinti francesi e piemontesi, inoltre, da secoli si sono specializzati nel settore della Viticoltura. Le attività del popolo Rom sono soprattutto di carattere mobile e non implicano la stanzialità.

Un’altra differenza sta nelle zone di provenienza e in quelle in cui hanno deciso di vivere una volta giunti in Europa: i Sinti, come detto, provengono dal Sindh, mentre invece i Rom probabilmente sono originari del Rajasthan o del Punjab e, una volta in Europa, i Rom si sono concentrati principalmente nell’Europa meridionale e orientale, mentre i Sinti invece si sono concentrati per lo più nell’Europa centrale. In Francia, inoltre, esiste il popolo Manouche, che secondo molti etnografi sarebbe proprio un sottogruppo dei Sinti.

I Sinti in Italia

La comunità Sinti in Italia conta all’incirca, secondo stime ufficiali, all’incirca trentamila membri sui circa centocinquantamila che compongono l’intera comunità romanì presente in Italia e, geograficamente, sono distribuiti soprattutto nel nord-ovest del paese (Piemonte, Liguria, Emilia, Lombardia). Di questi trentamila, sono tutti in possesso della cittadinanza italiana e nessuno vive all’interno dei famigerati campi nomadi.

I Sinti che vivono in Italia tradizionalmente si sono mantenuti svolgendo le professioni di giostrai e artisti circensi: la regina del circo italiano, Moira Orfei, che tra l’altro è venuta a mancare di recente, era proprio di origine Sinti, così come pure un’altra importantissima famiglia del circo italiano, la famiglia Togni. Col tempo però queste professioni si sono rivelate poco redditizie, tanto che molti Sinti hanno deciso di reinventarsi iniziando a svolgere professioni come quella di rottamatori, carrozzieri, lattonieri, ramisti, venditori di cavalli e di bonsai.

Razzismo nei confronti dei Sinti

Nonostante siano perfettamente integrati nella società e abbiano abbandonato il nomadismo da secoli, è ancora radicato in molte persone un certo sentimento razzista. Molta gente si rapporta a loro con i termini dispregiativi di “zingari” e “nomadi”, discriminandoli ed emarginandoli. Alcune congregazioni politiche, sia nel nostro paese ma anche all’estero, hanno contribuito negli anni a fomentare l’odio e a incitare il razzismo, bollando le popolazioni Sinti come formate da violenti, ladri, sequestratori e violenti incalliti: niente di più falso, dal momento che i Sinti, come i Gipsy e tutti i romanì del resto, non avendo mai preso parte a una guerra in tutta la loro storia, sono una delle popolazioni più pacifiche mai esistite.

3 COMMENTS

  1. Quindi gli zingari sono pacifici e non rubano e la politica ci istiga erroneamente ad odiarli? Bha….cioè…ok non far di tutta l'erba un fascio però così e' affermare qualcosa di ben poco corretto….

    • Amico, non ho mai scritto che gli Zingari siano pacifici. Ho scritto che c'è una differenza enorme tra i Sinti e gli altri, i Sinti hanno una vita identica alla tua, una casa come la tua. Inoltre, sì è vero, i "rom" non hanno mai fatto guerra a nessuno, gli zingari non hanno mai dichiarato guerra a nessuno, noi sì.

      Le persone che popolano i campi nomadi spesso purtroppo commettono reati, su quello non ci sono dubbi, io stesso sono stato vittima di furti.

  2. […] Dovete sapere che i Gipsy non vengono solamente amati per il loro stile, ma spesso anche odiati, un odio che ha contenuto razzista visto che non c’è alcun motivo per odiare un popolo solo per i suoi usi e costumi che non ledono la società. Purtroppo il razzismo è ancora vivo, e l’umanità dovrà ancora lavorare molto per riuscire a sconfiggere questa piaga. […]

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