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La così detta Guerra fredda è uno dei più importanti avvenimenti, o meglio periodi del secondo dopoguerra; le ragione le troviamo soprattutto nella durata del “conflitto”, che si è protratto dalla fine della guerra mondiale fino alla caduta dell’URSS, dunque per quasi mezzo secolo.
Come penso sappiate, la Guerra fredda fu uno scontro non combattuto con le armi bensì con i mezzi di comunicazione presenti all’epoca (quelli che oggi chiamiamo mass media) e anche rivaleggiando riguardo all’avanzamento tecnologico (pensiamo alla scoperta dello spazio) e militare, che fortunatamente rimase inespresso; i due paesi rivali furono gli USA, paese democratico caratterizzato da un sistema economico di tipo capitalista, e l’URSS, dittatura con un’economia centralmente pianificata.
Comunque per conoscere nei dettagli i fatti di questo periodo potete con un semplice click consultare il riassunto sulla Guerra fredda, che vi riassumerà in maniera comunque esauriente gli avvenimenti.
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Qui però dobbiamo occuparci delle conseguenze che questo conflitto senza’armi ha avuto sulla storia successiva, che praticamente è quella contemporanea.
Il crollo dell’impero sovietico sancì la divisione degli immensi territori che ad esso appartenevano; la grandissima parte dell’ex URSS divenne la Federazione russa, mentre gli altri stati che nacquero furono: Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Kirghizistan e Tagikitan nella zona tra la Cina e il Mar Caspio; Georgia (chiamata anche Cecenia), Armenia e Azerbaijan nella zona tra Mar Caspio e Mar Nero; Estonia, Lettonia, Lituania, Bielorussia, Ucraina e Moldavia tra Mar Nero e Mar Baltico. Inoltre gli stati che erano stati chiamati “satelliti” dell’URSS, come Cecoslovacchia e Polonia per citarne due, guadagnarono una totale autonomia (anche se l’influenza sovietica è ancora oggi abbastanza radicata). Infine la caduta dell’URSS determinò anche la divisione della Iugoslavia, avvenuta nei primi anni Novanta, che con il suo crollo diede vita a Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia, Montenegro e Macedonia.
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Con la caduta dell’URSS e dunque del comunismo si apre una nuova era politica ed economica: i cambiamenti più importanti furono l’adozione di un sistema economico molto simile al capitalismo (l’economia accentrata tipica comunista continua comunque ad influenzare non poco la Federazione russa) e di un sistema politico democratico, dunque con libere elezioni che nominarono presidente del consiglio prima Eltsin e poi Putin.