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Spesso capita che, durante il telegiornale, si faccia menzione alle famigerate accise sul carburante, ovvero quelle tasse che fanno raggiungere prezzi astronomici alla benzina e al gasolio. Molti si riempiono la bocca senza sapere che cosa sono e per quale motivo ci sono e non è un argomento così facile da affrontare.

 In questo articolo, cercheremo di far luce su questa pagina oscura del fisco italiano, in modo da capire per quale motivo i carburanti raggiungono tali prezzi: dopo aver spiegato cos’è un accisa e perché si applica, vedremo l’elenco di tutte le accise sulla benzina e di ognuna spiegheremo per quale motivo è stata messa e quanto incide sul prezzo al litro del carburante.
Quali sono le accise sulla benzina

Cos’è un’accisa?

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L’accisa è un’imposta sulla fabbricazione e sulla vendita di beni di consumo. 

È una di quelle imposte che la scienza delle finanze definisce “tributo indiretto”, ovvero che non è pagato direttamente dal consumatore, ma il consumatore lo paga indirettamente attraverso il produttore, Mi spiego meglio: il produttore produce e vende un prodotto che ha un certo prezzo di mercato; su questo prodotto, lo stato impone un’accisa che il produttore paga perché vende quel determinato prodotto. Il consumatore finale che acquista tale prodotto lo pagherà un prezzo maggiorato, perché il produttore deve recuperare l’imposta pagata.
Le accise sono tasse che a differenza delle altre tasse sui prodotti (come per esempio l’IVA) vengono applicate soltanto a determinate categorie di prodotti e condizionano molto il prezzo al consumatore finale. In alcuni paesi, come per esempio nel mondo Anglosassone, le accise sono tasse “punitive” o “compensative”: colpiscono infatti quei beni di consumo che possono in qualche modo recare un danno al paese, come per esempio gli alcolici.
In Italia sono soggetti ad accise i carburanti, l’energia elettrica e tutti i prodotti energetici (come per esempio il gas), gli alcolici e i tabacchi.

Quali sono le accise sulla benzina?

Ma veniamo al dunque: quali sono allora le accise che fanno salire così tanto il prezzo dei carburanti? Quanto influiscono sul prezzo finale? Perché sono state messe?
Le accise sulla benzina sono state aggiunte dal governo per ottenere le risorse finanziarie sufficienti a far fronte a diverse emergenze accorse nel corso degli anni. Emergenze che possono essere causate da calamità naturali o anche no. Il problema è che, quando le giustificazioni a questi incrementi di prezzo sono cadute, nessuno ha mai pensato di abolirli e oggi sono tutt’ora in essere, anche se risultano totalmente anacronistici. 
Ecco un elenco di tutte le accise che paghiamo quando acquistiamo un litro di carburante:

  • 1,90 lire (0,000981 euro) per finanziare la guerra d’Etiopia del 1935-1936 
  • 14 lire (0,00723 euro) per finanziare la crisi di Suez del 1956
  • 10 lire (0,00516 euro) per riparare i danni del disastro del Vajont del 1963
  • 10 lire (0,00516 euro) per ricostruire Firenze dopo l’alluvione del 1966 
  • 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968
  • 99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976
  • 75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980
  • 205 lire (0,106 euro) per finanziare la guerra del Libano del 1983
  •  22 lire (0,0114 euro) per finanziare la missione in Bosnia del 1996
  • 0,02 euro per rinnovare contratto degli autoferrotranvieri del 2004
  •  0,005 euro per acquistare autobus ecologici nel 2005 
  • 0,0051 euro fronteggiare il terremoto dell’Aquila del 2009
  •  da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011
  •  0,04 euro per fronteggiare lo sbarco di migranti dopo la crisi libica del 2011
  •  0,0089 euro per fronteggiare l’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011
  •  0,082 euro (0,113 sul diesel) per il decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011
  • 0,02 euro per far fronte ai terremoti dell’Emilia del 2012

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Come potete vedere, si tratta di tasse veramente anacronistiche, che si riferiscono ad avvenimenti di decine e decine di anni fa (80 anni nel caso della guerra in Etiopia). Ognuno è libero di pensare come vuole, per carità, ma è certo che se fossero eliminate tutte queste tasse ormai insignificanti il carburante costerebbe un po’ meno. Vediamo.

In totale, l’accisa sui carburanti ammonta a circa 0,41 euro al litro IVA esclusa. Basta fare un rapido calcolo per capire quanto vale aggiungendo l’IVA (basta aggiungere a 0,41 il suo 22%. Il risultato è di circa 50 centesimi). A tutto bisogna anche aggiungere la cosiddetta “imposta di fabbricazione sui carburanti”, il che porta a un aggiunta al prezzo finale al consumatore di circa 72 centesimi per la benzina e di circa 61 IVA esclusa (Con l’IVA, circa 0,89 euro per la benzina e 0,75 per il gasolio). 
Se consideriamo che il prezzo medio della benzina in Italia (al 30/12/15) è di 1,434 euro al litro e quello del gasolio 1,231 euro al litro (IVA inclusa), togliendo le accise il prezzo scenderebbe a circa 0,75 euro al litro per la benzina e 0,64 per il gasolio. E non è poco… ne gioverebbe tutta l’economia, non solamente il tizio che utilizza l’auto, quindi micro-economia, ma si abbasserebbero i prezzi di tutti i prodotti che necessitano di trasporto.

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