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Oggi faremo un riassunto su Platone. Inseme al suo maestro Socrate e al suo allievo Aristotele, Platone ha posto le basi del pensiero filosofico occidentale, anche se per buona parte del Medioevo è in parte dimenticato, oscurato dall’ombra dell’autorità che rappresentava Aristotele per la Scolastica. Nel rinascimento è stato riscoperto anche perché i colti avevano iniziato a tradurre le sue opere dal greco, mentre nel ‘7-‘800 la sua teoria delle idee ha fornito la base per l’Idealismo tedesco di Fichte, Schelling e Hegel. Oggigiorno ci sono molti filosofi contemporanei che si rifanno a Platone, e in un certo senso gran parte del nostro modo di pensare deriva proprio dal suo pensiero. Vedremo perché in questo riassunto della vita, delle opere e del pensiero di Platone. 


Platone riassunto vita

Platone riassunto


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Platone, nato come Aristocle, è stato un filosofo della Grecia Antica. Sappiamo di lui che è nato ed è morto ad Atene ma non sappiamo gli anni precisi: sappiamo che al momento della morte di Socrate (399 a.C.) egli aveva vent’anni, quindi la sua nascita è da collocarsi intorno al 428 a.C.. Sappiamo anche che la famiglia in cui nacque era abbastanza altolocata e aristocratica: il suo albero genealogico, da parte del ramo di sua madre, conta molti antenati illustri, a partire dal leggendario re di Atene Codro al legislatore e arconte del VI secolo a.C. Solone.

Qualcuno potrebbe dire che il principale responsabile del pensiero Platonico sia Socrate, io invece sono più propenso a sostenere che il responsabile di tutto sia la madre: rimasta vedova, infatti, sposa un certo Pirilampo, un tale che era tutte le sere era a banchetto da Pericle, grande uomo politico che amava circondarsi di persone di cultura e filosofi. Il giovane viene educato alle arti, ma si avvicina alla filosofia grazie a un allievo di Eraclito, un certo Cratilo, che viveva ad Atene.

Un giorno però incontra Socrate e inizia a seguirlo nelle sue lezioni, diventando uno dei suoi migliori allievi, di sicuro uno dei più fedeli. Al fianco del maestro, Platone vive alcuni dei momenti più tragici della storia Ateniese: la sconfitta nella Guerra del Peloponneso e la dittatura dei Trenta Tiranni, esauritasi con la restaurazione della democrazia. La nuova democrazia non è però come quella vecchia, anzi: pensatori liberi come Socrate sono considerati dei nemici pubblici e sono accusati di corrompere la gioventù, quindi devono essere eliminati. È la sorte che tocca a Socrate nel 399 a.C, e Platone, suo fedelissimo allievo, gli resta vicino fino alla fine, fino agli ultimi secondi della sua vita, il che gli fornisce la possibilità di redigere alcuni importantissimi dialoghi che ci forniscono di fatto le uniche notizie che abbiamo sul pensiero di Socrate.

Platone, quindi, scontento e deluso dalla nuova situazione politica di Atene che ha messo a morte il suo maestro, e sentendosi anche in pericolo a causa delle sue idee (giudicate come antidemocratiche e filoaristorcratiche), abbandona la città e si reca prima in Egitto e poi in Magna Grecia, dove ha la possibilità di entrare in contatto alcuni importantissimi centri del pensiero come quello che rimaneva della scuola Eleatica e di quella Pitagorica: a Taranto infatti conosce Archita, seguace delle dottrine di Pitagora. Viene invitato anche a Siracusa dal tiranno Dionisio il Vecchio, il quale però, infastidito dall’influsso esercitato dagli insegnamenti di Platone sul suo giovane cognato Dione, arresta il filosofo e lo fa vendere come schiavo a Egina. Dopo molte peripezie, Platone riesce a tornare ad Atene, dove nel 387 a.C. fonda la sua scuola filosofica, che dal nome del mitico eroe Accademo prende il nome di Accademia.

Tentando di fondere le sue concezioni filosofiche con la prassi politica, Platone si reca nuovamente in Sicilia: è il 367 a.C. e Dione, cognato del defunto tiranno Dioniso il Vecchio, che abbiamo già conosciuto, lo invita con lo scopo di educare al buon governo il successore di Dionisio il Vecchio, Dionisio il Giovane. Quest’ultimo, tuttavia, istigato da una potente fazione di oppositori, manda Dione in esilio. Nel 365 a.C., in Sicilia una guerra fra le città greche e ciò porta Platone a imbarcarsi di nuovo alla volta di Atene; torna ancora una volta a Siracusa, nel 361 a.C., ma il viaggio si rivela nuovamente infruttuoso perché le misure adottate da Dionisio contro Dione stanno diventando via via sempre più dure. Di riflesso, Platone viene accusato di complotto e riesce a rientrare ad Atene solo grazie all’intercessione di Archita di Taranto, il pitagorico conosciuto anni prima. Da allora si dedica soltanto all’insegnamento all’Accademia sino alla morte, che lo coglie ultraottantenne intorno al 347 a.C.

Opere di Platone: i dialoghi giovanili

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La stragrande maggioranza delle opere di Platone sono composte in forma di dialogo in cui il protagonista, di solito Socrate, interloquisce con altri personaggi dibattendo sulle più disparate questioni filosofiche, mettendo in luce posizioni differenti. Anche Platone, come Socrate, non adorava particolarmente l’espressione scritta, preferendo la parola viva ma l’attività di scolarca e di maestro di una scuola filosofica richiedeva dei testi su cui fossero indicati i suoi insegnamenti, soprattutto per i futuri allievi, una volta che il maestro sarà morto. Il dialogo, infatti, è il miglior compromesso tra il parlato e lo scritto e la forma di scrittura più vicina al dialogo diretto.

Questi dialoghi vengono suddivisi dai filologi in base a criteri cronologici in dialoghi giovanili, della maturità e del periodo più tardo, ovvero della vecchiaia. I dialoghi giovanili sono scritti in uno stile comunicativo e filosofico che riproduce sulla carta il procedimento dialettico adottato da Socrate, di cui vengono ripresi i temi dell’insegnamento orale. 

I testi appartenenti a questo primo gruppo sono detti ‘socratici’ perché la loro impostazione riprende proprio lo stile di Socrate e presentano molte affinità l’uno con l’altro: in tutti questi dialoghi, infatti, Socrate incontra persone che pretendono di possedere una sapienza certa e infallibile e si rivolge a loro, fingendosi ignorante, richiedendo l’aiuto di colui che detiene il sapere. Socrate quindi inizia a porre domande apparentemente semplici ma che mettevano in crisi l’interlocutore, il quale pur ritenendosi sapientissimo, non era in grado di risolvere gli interrogativi posti dal finto ignorante, che è invece il vero sapiente, essendo consapevole soltanto di non sapere. Tale forma di ‘ignoranza’ rappresenta l’inizio del cammino verso la saggezza.

I più importanti tra questi dialoghi sono l’Apologia di Socrate (la difesa di Socrate al processo che lo vedeva accusato di empietà e di corruzione dei giovani), il Critone (una difesa delle leggi della polis), lo Ione (uno scritto ironico sui poeti), l’Eutifrone (un dialogo sulla pietà religiosa), l’Ippia minore (sul rapporto tra virtù, conoscenza e volontà), il Carmide (sulla temperanza), il Liside (sull’amicizia), il Lachete (sul coraggio), il Protagora (una discussione della tesi secondo cui la virtù si può insegnare), il Gorgia (sulla virtù politica) e il primo libro della Repubblica (sulla giustizia).

Opere di Platone: i dialoghi della maturità e della vecchiaia

I dialoghi della maturità e della vecchiaia evidenziano l’evoluzione del pensiero filosofico di Platone. Se nei dialoghi giovanili l’impronta socratica è ancora molto evidente, in quelli della maturità se ne discosta per elaborare la sua teoria principale e quella che caratterizzerà tutto il suo pensiero: la teoria delle Idee. Il protagonista è sempre Socrate, ma in questi dialoghi non è più il Socrate maestro di Platone ma è più un simbolo, una allegoria della Filosofia di cui Platone si serve per esprimere il suo pensiero.

I principali dialoghi della maturità sono il Menone (una discussione sulla natura della conoscenza), il Fedone (in cui si dibatte di teoria delle idee, della natura dell’anima e del problema della sua immortalità), l’Eutidemo (sugli artifici dialettici dei sofisti), il Simposio (sull’eros), l’Ippia maggiore (sull’idea della bellezza), il Fedro (una discussione sull’amore, in cui viene esposta la dottrina della reminiscenza delle idee), il Cratilo (in cui si discute il problema se il linguaggio sia di origine naturale oppure convenzionale) e la Repubblica (una discussione sulla giustizia e sullo Stato).

Tra i più importanti dialoghi del periodo tardo sono da ricordare il Teeteto (sulla teoria della conoscenza), il Parmenide (sul rapporto tra unità e molteplicità all’interno della relazione tra essere e non essere), il Sofista (una riflessione sul metodo dicotomico di indagine logica), il Politico (strutturato sulla relazione tra il politico e le leggi), il Filebo (sul rapporto tra il bene e il piacere), il Timeo (che delinea la cosmologia platonica), il dialogo incompiuto Crizia, che contiene il celebre mito di Atlantide, e le Leggi (un’analisi delle regole politiche e sociali).

Pensiero di Platone: la Dottrina delle Idee

La dottrina o teoria delle Idee è la base di tutto il pensiero di Platone: direttamente da questa deriva la la sua teoria della conoscenza. Platone è infatti convinto, come Socrate, che la conoscenza sia possibile, ma deve possedere una base di certezza. 
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