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Pitagora di Samo è stato senza dubbio uno dei più importanti maestri del pensiero occidentale, definirlo “filosofo” è persino riduttivo: ha praticamente “inventato” la matematica (nel senso che prima di lui era soltanto uno strumento pratico e non una scienza degna di essere paragonata a quelle del sapere teoretico), è stato uno dei primi a occuparsi di argomenti come la dinamica e l’ottica e i suoi seguaci sono arrivati a elaborare persino una teoria dell’universo eliocentrico. La sua scuola aveva regole molto ferree e i suoi insegnamenti si collocano a metà strada tra la filosofia della natura e il culto religioso misterico. Vedremo il tutto nel dettaglio in questo riassunto su Pitagora.

Pitagora riassunto
Pitagora

Pitagora riassunto vita

Della vita del maestro Pitagora non si sa quasi nulla. Si calcola che sia nato all’incirca intorno al 575 a.C, sull’isola di Samo, che si trova vicino alle attuali coste turche. Da qui parte circa intorno al 530 a.C, per raggiungere la città di Crotone, dove fonda la sua scuola, la quale all’inizio si presenta più come una setta religiosa e politica piuttosto che come una scuola filosofica. L’attività di Pitagora nella zona rende la città di Crotone il più importante centro di pensiero della Magna Grecia.

Tutto quello che sappiamo sulla vita di Pitagora si esaurisce qui, anche perché il maestro non ha lasciato nulla di scritto: il suo pensiero e le sue dottrine, noti tradizionalmente con il nome di pitagorismo, ma anche gli aspetti della sua vita ci sono giunti attraverso le opere dei discepoli, i quali però non sono completamente affidabili perché poco imparziali (credevano Pitagora una reincarnazione del Dio Apollo). Pitagora probabilmente muore intorno al 495 a.C. presso la piana di Metaponto.

Pitagora

La scuola pitagorica

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La scuola pitagorica era un’istituzione molto particolare: era una specie di setta religiosa, regolata da prescrizioni molto rigide, quali la frugalità e il divieto di cibarsi di carne (i pitagorici credevano nella reincarnazione, quindi si rifiutavano di mangiare animali in quanto temevano di uccidere propri antenati) o la semplicità nell’abbigliamento. Secondo la tradizione, i discepoli venivano iniziati a pratiche misteriche ed esoteriche. La tradizione vuole anche che Pitagora avesse stabilito tra i suoi discepoli una certa  gerarchia, distinguendo gli “acusmatici” (i discepoli abituati ad ascoltare), a cui erano prescritti obbedienza e silenzio, dai “matematici”, che avevano invece la possibilità di discutere col maestro e pertanto accedere agli insegnamenti (máthema) più profondi.

La scuola pitagorica ha avuto nei secoli successivi una vasta influenza e le sue dottrine si diffusero, a partire dal V secolo a.C., in quasi tutta la Magna Grecia. Tra i Pitagorici pià famosi ricordiamo Archippo, che importò e riorganizzò l’insegnamento pitagorico a Taranto, di cui Archita, che sarà poi amico di Platone, fu un illustre esponente; Liside, che fu invece il fondatore del pitagorismo tebano, a cui appartenne Filolao, importante per il suo contributo all’astronomia.

Scuola pitagorica

Il Pitagorismo

Lo scopo principale della teoria pitagorica è quello di raggiungere la totale purezza dell’anima: i seguaci di Pitagora portavano avanti riti esoterici attraverso cui aspiravano alla rivelazione mistica della via da seguire per raggiungere la purezza psichica. I Pitagorici, infatti, assumendo come postulato l’immortalità dell’anima, formulano una dottrina che sicuramente derivano dalle filosofie orientali, quella della ‘metempsicosi’ (Ovvero della trasmigrazione dell’anima, o più semplicemente della reincarnazione). Come nell’Induismo e nel Buddhismo, anche nel Pitagorismo si crede che l’anima, prima di raggiungere la purificazione ultima, dovesse compiere un necessario ciclo di reincarnazioni, che servono come espiazione di una colpa originaria.

I Pitagorici elaborano anche una metafisica basata sulla matematica, ovvero un sistema cosmologico in cui tutto è ordinato secondo criteri matematici, secondo una “teoria dei numeri”. Essi innestano elementi mistico-religiosi sulle conoscenze matematiche e geometriche. Sempre attraverso la matematica, i Pitagorici forniscono anche un contributo significativo alla teoria della musica, compiendo studi sull’armonia e sulle concordanze musicali e individuando rapporti numerici costanti tra lunghezza delle corde della lira e gli accordi musicali fondamentali. Alcune intuizioni dei pitagorici in campo astronomico si riveleranno poi straordinariamente anticipatrici.

La teoria dei numeri di Pitagora

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La teoria dei numeri costituisce la base della metafisica pitagorica. Secondo i pitagorici il Numero (il numero intero, precisamente) è il principio costitutivo della realtà e la matematica è la forma primaria del sapere. Il Numero, che viene concepito come collezione di unità rappresentate da punti, diviene così per loro il principio della proporzione e della armonia perfetta dell’universo. Ai pitagorici infatti viene attribuito l’enunciato “tutte le cose sono numeri”, enunciato che li conduce a studiare la geometria per via aritmetica, formulando una disciplina chiamata “aritmogeometria”.

La più grande e importante scoperta dei pitagorici in campo geometrico è il teorema di Pitagora, nel quale si asserisce che in ogni triangolo rettangolo il quadrato costruito sull’ipotenusa è uguale alla somma dei quadrati costruiti sugli altri due lati, o cateti. Nell’ambito delle ricerche matematiche, i Pitagorici concentrano i loro studi sui numeri pari e dispari, sui numeri primi e la scoperta dei numeri irrazionali, le loro scoperte furono fondamentali per la formulazione della teoria dei numeri. Si può dire che i Pitagorici siano stati i fondatori della scienza matematica.

Naturalmente, in base alla considerazione che avevano del concetto di numero, va da sé che per loro ogni numero acquisiva una potere speciale e una particolare valenza mistica.

Astronomia pitagorica

In campo astronomico, i seguaci di Pitagora sono giunti a delle teorie straordinariamente avanti con i tempi, che verranno riscoperte e riformulate soltanto secoli più tardi. Per esempio, hanno posto le basi della teoria eliocentrica.

Nel V sec. a.C., il pitagorico tebano Filolao propone per la prima volta un modello di universo in cui la terra non è al centro: un modello che viene definito estiocentrico. La terra e gli altri pianeti, così come il sole, ruotano tutti attorno a un cosiddetto “fuoco centrale” e contemporaneamente ruotano su se stessi. Una teoria non molto distante dal sistema Copernicano.

I pitagorici inoltre spiegano l’ordine dell’universo come un’armonia di corpi contenuti da un’unica sfera, che si muovono secondo uno schema numerico: in base a questa convinzione, essi rappresentano i corpi celesti reciprocamente separati da intervalli, simili alle lunghezze armoniche delle corde sonore. Ritengono quindi che il movimento dei pianeti produca un suono, la cosiddetta ”armonia delle sfere’.

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