(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});
La storia alla fine del 6 capitolo si infiamma, e nel 7 diventa inesorabilmente molto avvincente, difatti questo è uno dei capitoli più amati in assoluto dagli studenti italiani che studiano appunto i Promessi Sposi.
Riassunto e commento capitolo 7 Promessi Sposi
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});
Dopo essere stato nel palazzo di Don Rodrigo e aver tentato senza successo di convincerlo a lasciar perdere Lucia, fra Cristoforo si reca a casa di Agnese, dove si trovano Renzo e Lucia, per comunicare l’insuccesso della sua missione. Renzo, manco a dirlo, reagisce con rabbia, continuando a minacciare di farsi giustizia da solo; inutili sono questa volta i tentativi di persuasione da parte delle donne e Lucia, in lacrime, come ultima spiaggia per rasserenare l’animo del fidanzato, si arrende all’idea del matrimonio segreto, che aveva fatto avanti Agnese nel capitolo precedente e che la ragazza rifiutava perché riteneva quasi un sotterfugio e non le piaceva fare cose oscure.
La mattina seguente, dopo una lunga notte affannosa, Renzo si reca nuovamente a casa di Agnese per prendere gli ultimi accordi per il matrimonio e recarsi quindi a chiamare a raccolta i testimoni Tonio e Gervaso, che abbiamo conosciuto nel capitolo precedente. Agnese intanto rintraccia un ragazzino suo parente, Menico, e lo manda al convento di fra Cristoforo. Nel corso della mattinata, davanti a casa di Agnese si fa vedere un grosso via vai di loschi figuri, che sembrano rimirare la casa come alla ricerca di qualcosa: sono i bravi di Don Rodrigo, guidati dal Griso, progettano di rapire Lucia.
Personaggi capitolo 7 Promessi Sposi: don Rodrigo e il Griso
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});
A questo punto, la narrazione fa come un passo indietro e si ritorna alla mattina del giorno precedente al palazzotto di Don Rodrigo. Il signorotto è ancora sconvolto dall’acceso dialogo che ha appena terminato con fra Cristoforo e cammina inquieto per il palazzo al cospetto dei ritratti dei suoi avi, che sembrano rimproverarlo per la sua debolezza. Ancora una volta, la figura di Don Rodrigo riceve spessore in maniera indiretta: i ritratti degli antenati contribuiscono a rendere ancora più piccolo l’uomo Rodrigo, che vorrebbe essere alla loro altezza: loro incutevano terrore al solo pronunciare del nome, lui invece trema come una foglia a causa dell’intervento di un “povero frate”. Per stemperare la tensione che gli provoca il suo essere così meschino, cosa c’è di meglio di un bel bagno di folla? Il nostro piccolo tiranno, quindi, si mette tutto in tiro, vestendosi coi suoi abiti migliori, e parte in una passeggiata fino a Lecco seguito fedelmente dai suoi bravi. Finita la passeggiata e presa l’approvazione popolare che necessitava, Rodrigo rincasa e deriso da Attilio, che gli ricorda che il termine della loro scommessa sta volgendo al termine e insinuando che il frate “l’abbia convertito”, se ne va a dormire.