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Il capitolo 33 dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni riporta la narrazione al paese in cui tutto è cominciato e come un regista cinematografico, l’autore ci mostra anche gli effetti del ‘terzo flagello’, la peste, sul villaggio. Incontriamo una nostra vecchia conoscenza, Don Rodrigo, che è da un po’ di capitoli che non vediamo più e il suo fidato Griso; oltre a loro, ritroviamo anche Renzo, che avevamo lasciato al filatoio di Bergamo con il nome di Antonio Rivolta. Vedremo comunque tutto nel dettaglio in questo riassunto del capitolo XXXIII dei Promessi Sposi.
Ormai siano alla fine del romanzo storico in questione, i Promessi Sposi stanno per terminare, e con essi una delle più grandi ed importanti opere della storia della letteratura mondiale, e in assoluto una delle 4 migliori opere della letteratura italiana insieme alla Divina Commedia, al Decameron e all’Eneide.
Riassunto capitolo 33 Promessi Sposi


Riassunto capitolo 33 Promessi Sposi


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Il capitolo 33 dei Promessi Sposi, si apre al palazzotto di Don Rodrigo: dopo una serata di baldoria in compagnia del Griso e degli ultimi bravi non ancora morti di peste e dopo una notte tormentata da incubi, si risveglia nel suo letto e nota un bubbone sotto l’ascella: segno che ha contratto anche lui la peste. A questo punto ordina al Griso di chiamare un chirurgo molto noto all’ambiente, che dietro lauto pagamento l’avrebbe curato e non avrebbe diffuso la voce. Il Griso, però, approfittando della situazione, si vendica della situazione di subalternità nella quale si trova e chiama invece i monatti, i quali trasportano Rodrigo al lazzaretto. Poco dopo, anche il Griso si ammala di peste e i monatti portano al lazzaretto pure lui.

La narrazione ritorna poi su Renzo, il quale contrae la peste ma ne guarisce e sfruttando la situazione storica in cui si trova viene invaso da un grande desiderio di vedere Lucia, la quale gli deve ancora una spiegazione circa qel voto di castità. Lascia quindi il cugino Bortolo a Bergamo e si dirige verso il suo paese: Renzo è anche curioso di vedere cosa è cambiato in sua assenza, ma la sorpresa non è affatto gradevole: nel villaggio c’è solo desolazione, desolazione e morte ovunque. Incontra Tonio, il suo vecchio amico, ma non è più lo stesso: a causa della peste ha un atteggiamento abbastanza stralunato, somiglia molto di più a suo fratello Gervaso. Successivamente incontra anche don Abbondio, ma l’incontro si rivela sgradevole, perché viene rimproverato di essere tornato in un posto dove era ricercato. Abbondio poi rivela a Renzo anche alcune informazioni fondamentali: Agnese è a Pasturo, padre Cristoforo è stato allontanato e si trova a Rimini, Perpetua e molti altri sono invece morti di peste. Passa la notte a casa di un vecchio amico d’infanzia, poiché casa sua è impraticabile essendo invasa dai topi. Questo suo amico lo informa anche su dove si trova Lucia: è a Milano, ospite di Donna Prassede e Don Ferrante. La mattina seguente, dopo il suo risveglio, Renzo si mette in cammino diretto verso Milano, e il capitolo si chiude con una descrizione del paesaggio che Renzo vede fino al suo arrivo in città.

Personaggi capitolo 33 Promessi Sposi


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I personaggi del capitolo 33 dei Promessi sposi sono, in ordine di apparizione, Don Rodrigo, il Griso, i monatti, Renzo, Bortolo, don Abbondio e Tonio, oltre a Lucia e Agnese che sono sempre nei pensieri di Renzo e che vengono solo nominate.

Come vi abbiamo annunciato nel capitolo VII, in questo capitolo il Griso, approfittando della situazione di debolezza in cui si trova il suo “padrone”, si rende conto di come è stato trattato da questi (peggio di una pezza da piedi) negli ultimi anni in cui l’ha servito fedelmente e trova la sua vendetta, decidendo di consegnarlo ai monatti che lo porteranno al lazzaretto, dove sarà condannato a morire solo e tra atroci sofferenze.

Don Abbondio, in questo capitolo, ci viene presentato in una maniera un po’ diversa rispetto al resto del romanzo: Manzoni abbandona per un momento la sua solita vena comica e

Il personaggio di Bortolo, la cui comparsa svolge da spartiacque nel capitolo tra la parte in cui l’attenzione è incentrata sugli antagonisti e quella dedicata dai protagonisti, è fondamentale per evidenziare un tipo di mentalità, da cui Manzoni si dissocia, secondo cui è vero che il cielo risparmia sempre i giusti ma che è comunque opportuno non perdere mai l’attenzione.

Commento capitolo 33 Promessi Sposi


Questo trentatreesimo capitolo dei Promessi Sposi è dominato prepotentemente dalla peste, che ha sostanzialmente tre funzioni:
  • Costituisce lo sfondo storico della narrazione. 
  • È un vero e proprio personaggio del capitolo, perché prende parte attiva alla narrazione quasi come se fosse una persona in carne e ossa. Ciò lo si vede in quei pochi scarni momenti descrittivi del capitolo.
  • Il suo “essere personaggio”, la porta a svolgere la funzione di “deus ex machina” del capitolo: Manzoni ha la convinzione che  nel momento in cui la storia si inasprisce e la giustizia degli uomini non trionfa, interviene la Divina Provvidenza, che come una livella riporta la giustizia nel mondo. La peste infatti agisce proprio come mezzo della divina provvidenza colpisce tutti i principali personaggi del romanzo, ma l’unica vittima che miete, tra i personaggi principali, è don Rodrigo, che rappresenta l’amore “cattivo”. 
Il passo della vigna di Renzo devastata dalle erbacce e della casa invasa dai topi è emblematico, perché Manzoni riesce sia a dare sfogo alla sua componente illuministica ed elitaristica nella descrizione della vigna, sia a identificare nella vigna un simbolo del decadimento di tutto il paese a causa della carestia, della guerra e della peste. In tutto questo, però, riesce anche a venire fuori una nota di speranza, espressa dalla forza della natura, attraverso cui Manzoni trova un richiamo alla vita che si vede anche nel finale di capitolo, quando Renzo decide di ripartire per Milano. La dipartita di Renzo dal villaggio è accompagnata dalla descrizione lirico paesaggistica dell’alba, che richiama in qualche modo l’episodio della passeggiata mattutina di Fra Cristoforo di qualche capitolo fa.

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