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Il capitolo 28 dei Promessi sposi è molto particolare perché per la prima volta affrontiamo un capitolo interamente descrittivo, nel quale non accade nulla che riguardi la vicenda principale del romanzo, bensì Manzoni fa alcune descrizioni molto dettagliate su Milano dopo i tumulti e sulla carestia che sta affrontando, sul lazzaretto nel quale venivano portati i malati di peste, causata dalla discesa in Italia dell’esercito mercenario imperiale, composto dai Lanzichenecchi (portatori appunto della malattia). Difatti nonostante ci stiamo avvicinando alla fine del romanzo, questo capitolo ha una caratteristica piuttosto particolare, cioè è appunto il primo in cui Manzoni utilizza un tipo narrativo del tutto descrittivo. Ancora una volta, quindi, Manzoni ha qualcosa da insegnarci.

Riassunto capitolo 28 Promessi Sposi

Eventi capitolo 28 Promessi Sposi

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Il capitolo 28 dei Promessi sposi comincia con una constatazione da parte di Manzoni, secondo il quale dopo i tumulti del giorno di san Martino e di quello successivo  sembrava che in Milano fosse tornata la normalità; il pane era abbondante e a giusto prezzo, ma si trattava di una normalità fittizia, poiché in realtà i prezzi bassi introdotti da Ferrer causarono un consumo senza misura del pane anche da parte di persone che provenivano dalle campagne e dunque ciò ebbe come conseguenza da perdita di viveri.

Questo fenomeno si verificò la primavera successiva quando la carestia operò “senza ritegno e con tutta la sua forza”; molte persone che prima vivevano nella normalità furono ridotte ad uno stato pietoso di povertà.

Il cardinale Federigo Borromeo cercava di adoperarsi per salvare qualcuno da quelle condizioni indecenti di vita mandando per esempio alcuni preti con dei sacchi di cibo da distribuire ai più bisognosi, e lui stesso gira per i quartieri facendo l’elemosina.
Ma la situazione è molto più grave e purtroppo non bastano le buone azioni del cardinale; inoltre non si sollevarono neanche delle sommosse, poiché questa crisi era come se togliesse le energie ai rivoltosi.
In seguito Manzoni ci fornisce qualche raccapricciante dettaglio o scena della miseria nella quale si trovava la popolazione prima di descrivere il lazzaretto, nel quale furono trasportati e riuniti tutti i moribondi, che presto raggiunsero le diecimila unità.
Però nel periodo successivo i campi ricominciano fortunatamente a “imbondire” e dunque i contadini per si trovavano in città tornarono alle loro case in campagna per coltivare.
Manzoni ora comincia la descrizione dei flagelli politici che stanno per abbattersi sullo Stato, come se non bastasse la carestia; infatti il re di Francia, convinto dal cardinale Richelieu, decide di scendere in Italia in aiuto di Carlo di Nevers.

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Il re sconfisse il duca di Savoia e poi, prima di tornare subito in Francia, si accordò con lo sconfitto per convincere don Gonzalo a togliere l’assedio a Casale.

A questo punto scendono in Italia i mercenari dell’esercito imperiale di Ferdinando, che avevano come obiettivo la città di Mantova.
Il pericolo del contagio di peste da parte dei soldati imperiali fu annunciato dal tribunale della sanità, e due medici suggerirono di non comprare niente dai mercenari.
A causa della sconfitta nella guerra, don Gonzalo fu sostituito dal marchese Spinola e uscì dalla città in modo tutt’altro che glorioso, tra gli insulti e i fischi del popolo che lanciava anche oggetti in direzione del governatore.
Infine nel settembre del 1629 i Lanzichenecchi entrano nel milanese dove in meno di un mese dilagano ovunque, giungendo anche nel territorio di Lecco.

Personaggi capitolo 28 Promessi Sposi

Essendo il capitolo 28 dei Promessi sposi molto descrittivo non sono presenti dei veri e propri protagonisti; durante il capitolo vengono solo citati poiché fanno parte delle vicende politiche esterne alla vicenda centrale del romanzo il cardinale Borromeo e don Gonzalo.
Il primo viene sempre descritto come una persona molto generosa e attenta ai bisogni dei più poveri, mentre il governatore viene cacciato malamente dalla città a causa della sconfitta e ci appare un po’ come un incompetente.

Commento capitolo 28 Promessi Sposi

Il capitolo 28 dei Promessi sposi è caratterizzato da una specie di inquadratura storica nella quale avvengono i fatti; Manzoni descrive dunque la terribile situazione in cui si trova Milano, affamata dalla carestia che sta veramente mettendo in ginocchio la popolazione lombarda e quasi paralizzata.
Infatti le strade sono deserte e le botteghe chiusa, sembra più una città fantasma e morta rispetto alla città viva che abbiamo visto dei capitoli scorsi.
Dunque Manzoni fa emergere l’opposizione tra la Milano dei capitoli dal 10 al 15 e quella di questo capitolo, caratterizzato anche dalla riapertura del lazzaretto, luogo di sofferenza e di morte.
Questo era il riassunto del capitolo 28 dei Promessi sposi; se aveste qualche dubbio al riguardo commentate il post e vi risponderò.

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