(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

Il capitolo terzo dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, di cui ora vi forniremo un riassunto, è una parte fondamentale del romanzo: in questo capitolo, infatti, si scopre il motivo per il quale Don Rodrigo non vuole che Lucia convoli a nozze con Renzo, Lucia che ricordiamo, ha esordito nel romanzo nel secondo capitolo dei Promessi Sposi. Sempre in questo capitolo Renzo, per ottenere giustizia, si recherà presso un avvocato di Lecco, ma la missione non avrà i risultati sperati. Vedremo questo ed altri punti fondamentali in questo riassunto del capitolo 3 dei Promessi Sposi.

Come detto, questo è uno dei capitoli più importanti in assoluto dell’opera, secondo alcuni studiosi di letteratura è persino il più importante, e di conseguenza va studiato molto bene perché se non si dovesse capire in modo corretto questo capitolo, tutta l’opera poi diventerà di difficile interpretazione.

Il capitolo in questione non è molto breve, ma non è nemmeno lunghissimo, abbiamo deciso di fare un riassunto più completo possibile proporzionato proprio alla lunghezza stessa del capitolo.


Riassunto 3 capitolo dei Promessi Sposi
Renzo nello studio dell’avvocato Azzecca-garbugli

Riassunto e commento capitolo 3 Promessi Sposi

(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

Il terzo capitolo dei Promessi Sposi si svolge nella giornata dell’8 novembre del 1628. Sul finire del capitolo precedente Renzo, infuriato, si era recato a casa di Lucia dopo aver scoperto che a causa dell’intromissione di Don Rodrigo, il signorotto spagnolo del villaggio in cui sono ambientati i primi otto capitoli, il loro matrimonio non si potrà celebrare. Il capitolo si apre con Lucia che, in lacrime, confessa di essere a conoscenza dell’interessamento del nobilotto per lei: la giovane, infatti, rivela di aver subito delle avances da parte di Rodrigo qualche giorno prima all’uscita della filanda presso la quale lavora come operaia. In realtà, il vero motivo per il quale Rodrigo è interessato a Lucia non è perché la ama, ma impedisce le nozze per gioco, perché si diverte a giocare con la vita della povera gente: ha infatti scommesso col cugino, il conte Attilio, che sarebbe riuscito a sedurla e a possederla. Questo mette in luce sia l’arroganza e la volgarità del personaggio di Don Rodrigo, sia la volontà di onnipotenza dei nobili, classe parassitaria, che ritiene di poter utilizzare la povera gente come gli pare soltanto per dare sfogo alla propria noia, derivata dal fatto che fondamentalmente è una classe sociale di nullafacenti che vivono di rendita.

Nessuno era a conoscenza di questo fatto, perché Lucia, ragazza caratterizzata da un grande pudore, non l’ha rivelato a nessuno; o meglio, a qualcuno sì: a Fra Cristoforo in confessione. Fra Cristoforo è un frate cappuccino con una storia personale abbastanza travagliata che conosceremo nel quarto capitolo; avrà un ruolo fondamentale nello sviluppo della storia.

(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

I personaggi di questo capitolo dei Promessi Sposi, sulla scena reagiscono in modo molto differente, si può dire antitetico: Renzo, accecato dall’ira, minaccia vendetta violenta nei confronti di Rodrigo, Lucia, al contrario, ha tutt’altra reazione: nel pianto, placa l’ira del fidanzato facendo leva sulla speranza per il futuro e nella provvidenza di Dio, secondo una mentalità contadina con una visione provvidenzialistica del mondo. Interviene dunque anche Agnese, la madre di Lucia, la quale forte della sua saggezza popolare consiglia ai due di interpellare qualcuno che “abbia studiato”, a “una cima d’uomo”, qualcuno insomma come l’avvocato Azzecca-garbugli di Lecco. Agnese, donna semplice, come tutti gli ignoranti vede nell’intellettuale, nell'”uomo che ha studiato”, un potenziale salvatore, per questo consiglia alla figlia e al fidanzato di rivolgersi all’avvocato. Renzo quindi si mette in cammino alla volta di Lecco, portando con sé quattro capponi, il “tributo” per ottenere il favore dell’intellettuale. I capponi, che Renzo tiene per le zampe e si beccano tra di loro, rappresentano il simbolo dell’ignoranza della popolazione subordinata a un potente, che piuttosto che coalizzarsi per fronteggiarlo e vincerlo insieme preferisce attaccarsi all’interno, generando ulteriore divisione.

Personaggi capitolo 3: Azzecca-garbugli

Si apre dunque la seconda parte del capitolo, ambientata nello studio del dottore in legge a Lecco. Manzoni ci descrive quest’uomo come una persona giunta alla fine della sua carriera, con in dosso la sua toga di servizio, una toga ormai consumata che serve soltanto a ricordare i suoi bei tempi andati, quando andava a Milano a perorare le cause più importanti. L’idea generale che traspare dalla descrizione del dottore e del suo studio è un’idea di degrado, decadenza e mediocrità, il che rende Azzecca-garbugli un simbolo perfetto per tutto il secolo del Seicento, che offre lo sfondo a tutto il romanzo, secolo che Manzoni caratterizza già nell’introduzione come un secolo che privilegia l’ipocrisia della forma esteriore alla sostanza delle cose.

Lo studio in cui si svolgono i fatti è singolare e rende perfettamente l’idea di sopra: è uno stanzone di cui tre pareti sono occupate dai ritratti dei dodici Cesari (i primi undici imperatori romani e Giulio Cesare) e la quarta totalmente coperta da una libreria colma di grossi libri vecchi e polverosi. Davanti a questa una scrivania non esattamente ordinata, ricoperta di fogli e foglietti riguardanti chissà quale causa e da una parte una grossa poltrona in pelle borchiata abbastanza mal ridotta, con gran parte delle borchie cadute e la pelle accartocciata. Uno studio molto degradato, dal quale traspare una certa attrazione per il potere (simboleggiata dai ritratti dei Cesari) e la millanteria di una cultura che in realtà non si possiede.

Il dottore riceve Renzo e questo, intimorito da tutta la fuffa presente in quello studio e della millantata statura intellettuale di quell’uomo, domanda quasi in preghiera se è un reato minacciare un prete affinché non celebri un matrimonio. A questo punto avviene l’equivoco: Azzecca-garbugli crede che Renzo sia un bravo, allora lui, abituato ad avere a che fare con i bravi, inizia a parlare l’astrusa lingua avvocatese, non facendo altro che aumentare la confusione del povero Renzo e mostrare il suo concetto distorto della giustizia, secondo il quale “a saper ben maneggiare le gride” decade la differenza tra colpevoli e innocenti. Quando, però, il protagonista spiega le cose come stanno e nomina don Rodrigo, il “signor dottore” lo caccia in malo modo dal suo studio, lanciandogli letteralmente dietro i quattro capponi. L’avvocato non vuole assolutamente mettersi contro un potente, non solo perché teme ritorsioni, ma anche perché in realtà è connivente, infatti lo vedremo in un capitolo successivo addirittura seduto a cena allo stesso tavolo di don Rodrigo.

Azzeccagarbugli
Azzecca-Garbugli

Personaggi capitolo 3: fra Galdino 

Mentre a Lecco avvengono queste vicende, al villaggio Agnese e Lucia ricevono la visita di Fra Galdino, un giovane cappuccino del convento di Fra Cristoforo, che gira per il paese elemosinando noci per il convento. Lucia, nonostante non viva nel lusso, dona al frate una cospicua quantità di noci, chiedendo di intercedere per la sua causa con Fra Cristoforo. Nel frattempo Renzo torna a casa deluso e amareggiato. In lui c’è una battaglia tra il desiderio di vendetta e la speranza nella provvidenza.
Il personaggio di Fra Galdino compare in chiusura di capitolo e nonostante sia un personaggio minore, la sua funzione non è affatto secondaria nell’intreccio dei fatti: in un mondo in cui il potere religioso (rappresentato dal pavido e codardo Don Abbondio) e la giustizia umana (incarnata dall’ipocrita Azzecca-garbugli) sembrano opporsi al desiderio di giustizia dei due protagonisti, ecco che entra in scena questo personaggio, che introduce un’altra figura, quella di Fra Cristoforo , che più di tutti gli altri si impegnerà affinché i due riescano a realizzare il proprio sogno. L’importanza di questo episodio è anche testimoniata dalla digressione sull’ordine dei cappuccini presente al termine del capitolo.
Questo è tutto quello che riteniamo dobbiate sapere per sostenere una buona interrogazione sul terzo capitolo dei Promessi Sposi, se nonostante tutto doveste avere ancora qualche dubbio, non esitate a chiederci spiegazioni nei commenti.

LEAVE A REPLY