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Rolando Rivi era un ragazzo, anzi, un bambino che fu barbaramente assassinato dai partigiani a soli 14 anni, egli è stato una delle vittime del cosiddetto “triangolo rosso”, nome attribuito all’Emilia Romagna, regione nella quale furono commessi molti omicidi per mano partigiana. Spesso, le persone uccise, erano giovanissimi, proprio come nel caso di Rolando Rivi. Venivano accusati di essere collaborazionisti dei fascisti, anche se non era vero, il motivo reale per il quale venivano uccisi spesso era legato alla loro fede in Dio. Sono oltre 4000 le persone uccise dai partigiani in Emilia Romagna durante la seconda guerra mondiale, si continuò anche a guerra finita. Spesso le persone uccise non avevano nulla a che fare con il fascismo, e la loro unica colpa fu quella di incontrare dei balordi assassini bramosi di sangue.
Rolando Rivi(1931-1945) fu un giovane seminarista che amava Dio e Gesù, era originario di un paese della provincia di Reggio Emilia. Rolando dal 1942 al 1944 visse in un seminario presso il quale studiava per diventare prete, successivamente in seguito all’invasione del Nazismo in Italia, Rolando fu costretto a tornarsene a casa, ma nonostante ciò continuava a professare la sua fede in Dio e andava spesso a messa vestito con il suo amato abito di seminarista, una cosa molto coraggiosa visto che i cristiani venivano uccisi dai partigiani, e molti sacerdoti furono uccisi barbaramente, appunto, solo perché cristiani, i partigiani comunisti ritenevano che i preti dovessero essere eliminati tutti.
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Alfonso, cugino di Rolando Rivi, qualche anno fa dichiarò che i genitori di Rolando erano molto preoccupati per lui e volevano che la smettesse di palesare al mondo il suo amore per Gesù, questo perché bastava un segno della croce in presenza di qualche partigiano per avere il destino segnato.
Il 13 Aprile 1945 Rolando non si trovava, era scomparso e amici e familiari erano molto preoccupati per lui, era morto. Dei partigiani lo portarono con se, con l’accusa di essere un collaborazionista del fascismo, quando in realtà il motivo reale fu il fatto che volesse diventare prete.
Gli amici e i familiari si misero alla ricerca di Rolando, il giorno dopo, chiesero ad un uomo se l’avesse visto e quest’ultimo rispose:”Certo, l’abbiamo ucciso ieri sera”. Rolando fu torturato, i partigiani volevano costringerlo a togliere l’abito di seminarista, ma lui insistette per tenerselo e lottò con tutti i suoi mezzi a disposizione per evitare che gli venisse torto, dopo una battaglia impari, i partigiani riuscirono a togliergli l’abito.
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I partigiani assassini utilizzarono l’abito di Rolando prendendolo a calci dinanzi agli occhi impauriti di Rolando che fino a quel momento era ancora vivo anche se aveva riportato delle lesioni perché picchiato, successivamente gli diedero il colpo di grazia, fu sparato e ucciso con due colpi di rivoltella. Il suo corpo fu trovato dal padre il giorno dopo la morte, non era stato nemmeno seppellito ma solamente coperto in modo precario da delle foglie.
Quando fu portato sul luogo in cui sarebbe stato ucciso, chiese ai suoi assassini di poter dire una preghiera per la sua famiglia, e tale preghiera come confermato dai suoi cugini gli fu concessa, ma proprio nel momento in cui stava pregando fu assassinato.
[…] in passato vedemmo alcuni dei crimini partigiani, quando parlammo dell’uccisione di Rolando Rivi, un ragazzo delle scuole medie che fu barbaramente assassinato dai partigiani in Emilia Romagna, […]