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Il filosofo di cui parlerò adesso non si studia a scuola. Non lo si studia a scuola ma probabilmente, secondo me, in un futuro, certamente comparirà nei programmi di tutti i licei anche perché non ha niente da invidiare alle grandi menti del passato che figurano prepotentemente nei libri di testo. Parlo di Diego Fusaro, un personaggio controverso, amato da molti, odiato da altrettanti e giudicato da me come un dio sceso in Terra. Non solo da me, ma anche dal fondatore di Telodicoio, e da tutti gli altri collaboratori. Nonostante tutti noi abbiamo degli ideali politici differenti gli uni dagli altri, siamo concordi sul fatto che Fusaro sia una delle menti più brillanti del mondo accademico italiano.

Fusaro è un filosofo che vede in faccia la realtà, e la difende anche quando essa lo mette in una posizione scomoda.

Diego Fusaro

Chi è Diego Fusaro?

Diego Fusaro è nato a Torino il 15 giugno del 1983 e qui trascorre  il periodo dei suoi studi superiori. Frequenta il Liceo Classico Vittorio Alfieri e consegue il diploma di maturità con la massima valutazione possibile (100/100 con menzione), discutendo una tesi riguardante le filosofie greche materialiste (Democrito ed Epicuro) viste con gli occhi del giovane Marx, che quando nel 1841 ricevette il dottorato in filosofia discusse proprio una tesi sulla “differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro”.

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Terminato il liceo, nel 2002 si iscrive al corso di Filosofia della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Torino e nel contempo inizia delle importanti collaborazioni con alcuni dei più grandi filosofi della scena italiana (Giovanni Reale e Giuseppe Girgenti). Consegue quindi il 28 giugno 2005 la laurea triennale in Filosofia della Storia, discutendo una tesi che ha anche ricevuto il riconoscimento di miglior tesi triennale di Filosofia dell’Università di Torino per l’anno 2005-2006. La tesi in questione aveva come titolo “Filosofia e speranza. Ernst Bloch e Karl Loewith interpreti di Marx” e oltre al riconoscimento di prima, questa tesi gli vale anche il premio Optime del 2006 (un premio assegnato dall’Unione Industriale Torinese allo studente che meglio si distingue nei corsi di laurea del capoluogo piemontese) e una menzione speciale del Premio di Filosofia di Siracusa. Dopo la triennale, inizia a dirigere la rivista filosofica “I Cento Talleri“.

Il 19 luglio del 2007 consegue la laurea specialistica in Storia della Filosofia moderna con la valutazione di 110 e lode con dignità di stampa, discutendo una tesi dal titolo “Karl Marx e la schiavitù salariata: uno studio sul lato cattivo della storia”. Come quella precedente, anche questa gli è valsa numerosi premi: il Premio di Filosofia di Siracusa del 2007, il premio Optime del 2008 e il premio dell’Università di Torino come migliore tesi di laurea del corso di Filosofia. Si tratta di uno studio sulla teoria storica marxiana, ponendo in luce, in particolare, i tratti comuni e le differenze tra la condizione degli schiavi delle società antiche e quella degli operai salariati delle fabbriche.

Svolge in seguito un dottorato in Filosofia della Storia presso l’Università San Raffaele di Milano, fondata dal filosofo Massimo Cacciari, e dalla primavera del 2011 è ricercatore in Storia e Filosofia presso il medesimo ateneo. Nell’estate 2012, contribuisce a fondare il C.R.I.S.I. (il Centro di Ricerca Interdisciplinare di Storia delle Idee dell’Università San Raffaele di Milano), ora diretto da Andrea Tagliapietra.  Dirige numerose pubblicazioni filosofiche e partecipa a convegni a livello nazionale e internazionale, oltre a collaborare con il blog online della testata “Il Fatto Quotidiano”.

Negli anni da studente crea un sito internet intitolato “la filosofia e i suoi eroi”, attualmente ancora uno dei più importanti portali filosofici online, e nel 2013 il suo nome figura nella lista dei giovani filosofi più promettenti d’Europa pubblicata da Maurizio Ferraris su “La Repubblica”.

Il pensiero di Diego Fusaro

È difficile dire con certezza quale sia il pensiero di Diego Fusaro; in primo luogo perché si tratta di un personaggio ancora in vita ma soprattutto abbastanza giovane, quindi soggetto a mutamenti e ripensamenti, in secondo luogo perché lui stesso disprezza le etichette, in nome del principio kierkegaardiano del “se mi etichetti, mi annulli”.

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Oltre a questo, non ama descriversi e se proprio è costretto a farlo preferisce farlo da sé e non che siano altri a farlo; preferisce infatti il “di me dico” al “di me si dice” di “heideggeriana memoria”. 

Se mi dovesse leggere, probabilmente mi maledirebbe e vorrebbe uccidermi perché ho osato descriverlo e in qualche modo ho messo un’etichetta su di lui, ma tutto sommato non credo di aver invaso così tanto la sua personalità e la sua sfera di pensiero: noi qui raccontiamo i filosofi dal punto di vista dei valori che rappresentano e per portare il loro pensiero tra la gente, cosa che per altro Diego fa egregiamente sui suoi portali (filosofico.net, “la Filosofia e i suoi eroi”), oltre alle sue pagine Facebook e Youtube), ed essendo anch’egli un filosofo merita secondo noi lo stesso trattamento.
Ma torniamo a lui. Le sue ricerche e i suoi studi hanno come oggetto soprattutto tematiche riguardanti la storia della filosofia e la filosofia della storia, con una particolare attenzione per autori come Fichte, Hegel, Marx, Gramsci e Gentile e in generale per la “storia dei concetti” tedesca. Si definisce come un allievo indipendente di Hegel, Marx, Gentile e Gramsci ed è un intellettuale molto indipendente, non allineato e dissidente: si colloca, infatti, al di là della classica dicotomia politica di “destra e sinistra”. Egli infatti sostiene che se la sinistra smette di seguire Marx e Gramsci e perde di vista il loro pensiero, per chi si definisce “di sinistra” occorre disinteressarsi alla “sinistra” e continuare la lotta politica e culturale dei due grandi teorici della cosiddetta “sinistra”, perseguendo gli altissimi ideali dell’emancipazione umana e del raggiungimento dei diritti sociali, che attualmente sono un po’ messi da parte dalle “sinistre” in favore dei cosiddetti diritti “civili”, i quali non si possono raggiungere se prima non vengono riconosciuti e garantiti quelli sociali e che altrimenti risulterebbero inutili.
Per Diego Fusaro, il termine “filosofia” significa pensare e ragionare con la propria testa, senza considerare e quindi senza farsi influenzare dall’opinione pubblica e dal coro dei benpensanti e del politicamente corretto e non si esenta da questo pensiero, anzi lo rende la principale caratteristica della sua filosofia di vita prima di tutto: egli crede nelle sue idee e non le cambierebbe per nulla al mondo, non sopporta gli indifferenti e gli opportunisti e disprezza il “pensiero unico”. 
Detto questo non mi pare il caso di andare oltre, perché già mi sento in pericolo di vita così. Se volete sapere di più su questa grandissima testa che dovremmo gloriarci di possedere in quanto popolo italiano, vi consiglio di seguire i suoi siti e di aggiungerlo agli amici su Facebook (anche se credo che non possa più accettare le richieste perché gliene arrivano tantissime).

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