Lo Stoicismo è una corrente filosofica molto importante. La scuola stoica è una delle correnti filosofiche antiche che ha avuto più successo in assoluto. Basti pensare, infatti, che il filosofo stoico più conosciuto in assoluto è stato un imperatore romano: Marco Aurelio.
È un movimento molto articolato e complesso, anche perché le scuole stoiche sono state molte e ognuna aveva idee differenti dalle altre, ma nel complesso l’idea di fondo che accomuna tutte queste scuole non è difficile: secondo gli stoici, infatti, lo scopo dell’uomo sulla terra è quello di vivere secondo natura e seguire le prescrizioni che questa impone, vale a dire utilizzare come si deve l’intelligenza di cui è stato dotato. Il dovere dell’uomo secondo la sua natura, secondo gli stoici, è seguire la ragione.
Approfondiremo tutti questi punti in questo riassunto dello stoicismo.
Stoicismo Riassunto

Riassunto Stoicismo

La data di nascita dello stoicismo è da collocarsi intorno al 300 a.C., anno in cui Zenone, un mercante proveniente dall’isola di Cipro, decide di abbandonare l’accademia platonica e di fondare la sua scuola filosofica. All’inizio, le lezioni di Zenone si tengono nel Portico dipinto di Atene e da questo deriva il nome con cui verrà riconosciuta la sua scuola: in greco, il Portico dipinto di Atene si chiama infatti Στοά Ποικίλη (Stoá poikíle).
Durante la sua lunga vita, il pensiero stoico è soggetto a diversi mutamenti, ma è normale visto la distanza di anni e epoche storiche in cui prende piede. Basta pensare che Marco Aurelio è diventato imperatore nel 161 d.C., mentre Zenone fonda la scuola nel 300 a.C. Oltre a questo, poi, c’è anche da considerare il mondo in cui si sviluppa questa scuola: quello greco ellenistico post Alessandro Magno. Scuole stoiche sono ad Atene, ad Alessandria d’Egitto, a Rodi, a Chio, ad Asso, a Cipro, a Tarso e persino a Babilonia. 
Questi sostanziali mutamenti sono stati due (tre se consideriamo anche il periodo romano) e si parla di fasi del pensiero stoico:

  • La prima, detta stoicismo antico, si sviluppa tra il III e il II secolo a.C. e i suoi maestri sono Zenone (il fondatore), Aristone di Chio, Cleante di Asso, Crisippo di Soli, Diogene di Babilonia e Antipatro di Tasso
  • La seconda fase, lo stoicismo medio, percorre i due secoli successivi e si basa sugli insegnamenti delle scuole di Panezio di Rodi e di Posidonio di Apamea (alla cui scuola si è formato un certo Cicerone).
  • La terza fase del pensiero stoico è quella romana e i suoi maestri sono Seneca e Marco Aurelio.

Caratteri generali del pensiero stoico

La scuola stoica si fonda essenzialmente su tre argomenti: la fisica, la logica e l’etica stoica. La fisica stoica ci dice che l’universo è una totalità corporea e materiale dominata dal principio attivo del λόγος, del Lógos, che è il principio della ragione (con una grossa influenza del pensiero di Eraclito). Il λόγος è Πνεύμα, Pneuma caldo, un soffio divino di necessità e provvidenza. Il λόγος governa tutto l’universo e lo guida nel suo percorso verso il bene. 
La logica per gli stoici non è più semplicemente un Ὄργανον, uno strumento del pensiero, ma è una vera e propria scienza della ragione, quindi del λόγος, diventa la scienza che ci permette di esprimere l’ordine razionale della realtà e dell’universo, che proprio dal λόγος è governato. Sono stati proprio gli stoici a inventare il termine ‘logica’, che infatti designa proprio la scienza del λόγος.  La logica stoica è fondata sul sillogismo anapodittico, vale a dire che al contrario della logica classica di Aristotele (che è apodittica) quella stoica si occupa della connessione tra le proposizioni e non tra i singoli termini. In particolare, gli stoici sviluppano sia ragionamenti disgiuntivi che ipotetici, articolati in tre momenti (lemma, assunzione e conclusione). 
Sulla logica, secondo gli stoici, si fonda la conoscenza, la quale è basata sulla sensazione. La conoscenza ha come oggetto la verità (Αλήθεια, aletheia), il cui criterio è la rappresentazione catalettica (φαντασία καταληπτική, phantasia kataléptike). La rappresentazione catalettica esprime la realtà esterna e riceve assenso dalla ragione. In particolare, gli stoici distinguono tre piani, quello dei significanti (delle parole in sé, così come sono scritte o rappresentate), quello delle cose indicate e quello del significato (lekton), che è il concetto, l’immagine mentale della cosa.
Sulla base di questo, assunto che l’universo è un’entità materiale dominata dal λόγος e che la logica è la scienza che serve per capire il  λόγος, ecco che entra in gioco l’etica stoica, che insegna a vivere secondo il λόγος, adeguando il proprio comportamento in base alle sue prescrizioni.
Crisippo di Soli, per spiegare questo, paragona l’uomo a un cilindro posto in cima a un piano inclinato (che rappresenta l’universo). Come il cilindro deve inevitabilmente scendere lungo il piano inclinato, perché le caratteristiche del piano lo attraggono inevitabilmente in basso, così l’uomo, cilindro posto in cima al piano dell’universo che è inclinato dal λόγος, è costretto a seguire il λόγος e a vivere secondo le sue prescrizioni, perché solo così può raggiungere il bene, posto al fondo del piano inclinato.
L’imperativo morale dell’etica stoica è quindi “vivi secondo ragione“, ma siccome la natura è ragione, l’imperativo diventa “vivi secondo natura”. L’uomo saggio, dunque, è colui che riesce a vivere in accordo con il λόγος, quindi con la natura e con la legge razionale e necessaria che tutto governa. Il λόγος è il bene, mentre tutto ciò che non è λόγος è male e genera passioni. Le passioni sono dovute a un errore dell’uomo, che sbaglia a scegliere che cos’è per lui bene o male, e non esistono vie di mezzo. Successivamente, si sviluppa anche il concetto di etica del Δέω (Déo), del Dovere, secondo cui l’uomo, per fare il bene, deve seguire il proprio dovere. Questa teoria ha avuto un successo straordinario soprattutto a Roma (dove diventerà l’etica dell’officium) ed è servita a Kant per formulare la sua etica deontologica.

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