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La scuola scettica è stata, dopo quella epicurea e la Scuola filosofica stoica, la terza grande scuola filosofica dell’età ellenistica, come vedremo in questo riassunto. Il suo successo dura ancora oggi, infatti quando diciamo di “essere scettici su una questione” stiamo citando questa scuola e stiamo ragionando secondo il suo metodo. Essere scettici vuol dire sospendere il proprio giudizio in merito a una questione e in generale non esserne d’accordo; questo era il metodo dello scetticismo filosofico antico, una scuola di pensiero nata molto prima del periodo di Alessandro Magno ma che con l’espansione del mondo greco dovuta alle conquiste dell’imperatore macedone ha raggiunto la sua massima diffusione. 

Molti storici della filosofia, inoltre, credono che la cosiddetta “rivoluzione scientifica” di Copernico e Galileo avvenuta tra il ‘500 e il ‘600 si rifaccia molto al metodo della scuola scettica antica. Senza la base scettica della sospensione del giudizio in merito a una parte (o alla totalità) delle questioni umane, molto probabilmente Galileo non avrebbe mai posto le basi del metodo scientifico, che infatti prevede che tutte le teorie debbano essere confermate mediante esperimenti e quindi la non accettazione o la sospensione del giudizio sulle teorie che non si possono confermare. Risulta essere quindi un movimento fondamentale per il pensiero filosofico mondiale e se oggi siamo dove siamo, in parte lo dobbiamo anche a questi filosofi. Per questo motivo abbiamo prodotto questo riassunto sullo scetticismo filosofico.

Scetticismo Filosofico Riassunto

Riassunto Scetticismo


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Il nome della scuola scettica deriva dal termine greco σκέψις (sképsis), che si può tradurre con “ricerca”, “indagine”, “dubbio” e la sua posizione fondamentale di pensiero consiste nel rifiuto di qualsiasi verità presentata come definitiva e dogmatica. Anche per gli scettici lo scopo della vita è il raggiungimento della felicità e come per la scuola epicurea la felicità è nell’assenza di turbamento. Quello che li differenzia, però, dalla scuola di Epicuro è il loro atteggiamento indifferente, giustificato dal concetto che è impossibile definire esattamente ciò che è vero e ciò che è falso, cosa è bene e cosa è male.

L’iniziatore del pensiero scettico è Pirrone di Elide. La figura di Pirrone è molto misteriosa: di lui sappiamo che nasce in Elide circa nel 365 a.C. e che tra il 334 e il 324 a.C. ha seguito Alessandro nella sua campagna in Asia. Sul suo pensiero sicuramente hanno influito le posizioni della scuola Eleatica, di Protagora, di quella Cirenaica e di quella Cinica postsocratica e probabilmente anche la critica di Democrito alla conoscenza sensibile. Una volta morto Alessandro e finita la sua campagna in Asia, torna nella sua Elide e fonda la sua scuola filosofica. Come Socrate, anche di Pirrone non abbiamo scritti. É a lui che si deve la nascita della convinzione scettica per la quale felicità vuol dire imperturbabilità e che l’unico modo per raggiungere la più completa imperturbabilità è la più totale indifferenza e la rinuncia a cercare la natura delle cose.

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Per Pirrone, noi tutti possiamo dire di ogni cosa che “non è più di quello che è”, o che “è e non è”, oppure che “né è, né non è”. Questo avviene perché le cose sono per natura indeterminate, indiscriminate, “senza stabilità e senza differenze”. È impossibile, dunque, per l’uomo stabilire se le sue sensazioni nei confronti della realtà  è giusta o sbagliata; quindi è felice non chi sa, ma chi non sa, chi rinuncia a dire quale sia la natura delle cose. Il saggio è dunque colui che è indifferente, cioè che non sceglie un’opinione; afasico, cioè silenzioso su ciò che appare vero o falso e, di conseguenza, imperturbabile, perché senza problemi.

Il fine della filosofia, in conclusione, quello di raggiungere uno stato di totale απάθεια (apathéia), di apatia, di impassibilità, di indifferenza, che significa raggiungere la libertà interiore e l’indipendenza più totale. Uno stato quasi semidivino, che libera l’uomo dal peso della scelta di un “bene” seguire.

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