(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});
Riassunto Mozart
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});
Il 27 gennaio del 1756, nella città austriaca di Salisburgo, viene affisso il fiocchetto azzurro al numero 9 di Getreidegasse, dove risiede la famiglia Mozart: è nato il piccolo Joannes Chrysostomus Wolfgangus Teophilus Mozart, il figlio di Leopold, maestro di cappella dell’arcivescovo di Salisburgo (che all’epoca era anche principe della città) e famosissimo violinista compositore. É l’ultimo dei sette figli della coppia e l’unico, assieme a una sorella maggiore, ad essere sopravvissuto all’infanzia.
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});
La prima cosa che associamo al nome Mozart è il fatto che è stato il più celebre degli “enfants prodige“, dei bambini prodigio. Ma lo era veramente o il suo “essere prodigio” è merito (o colpa) dell’insistenza dei suoi genitori o di suo padre in particolare? Questo non ci è dato saperlo e l’unico che ce lo potrebbe dire sarebbe Wolfgang in persona, ma siccome è morto a Vienna il 5 dicembre del 1791 non credo che potrebbe darci una risposta.
Da quel momento, la vita del ragazzo è sempre più travagliata: il suo successo cresce di pari passo con il grado delle difficoltà che la vita gli presenta. Le corti europee non si mostrano interessate al talento del giovane compositore.
Il trasferimento di Mozart a Manheim
Dopo essersi trasferito da Monaco a Mannheim, Mozart rimane colpito dalla modernità dell’orchestra di corte presso la quale crede di trovare l’apertura mentale di cui il suo genio aveva bisogno. Viene ospitato dai coniugi Weber e s’innamora della loro figlia Aloysia, giovane e promettente soprano. Informato della situazione, Leopold Mozart ordina a sua moglie e al figlio di recarsi a Parigi. Qui l’accoglienza assai tiepida e l’improvvisa morte della madre nel luglio del 1778 spingono Wolfgang, rassegnato a un posto di organista di corte e del Duomo, a ritornare a Salisburgo, dove si dedica alla composizione di sonate, sinfonie e concerti.
Nel 1780 viene composta l’opera Idomeneo, re di Creta e viene rappresentata a Monaco il 29 gennaio 1781. L’opera ottiene un insperato successo e il giovane musicista viene convinto a tentare di far carriera nella Capitale. Dopo aver preso questa decisione e dopo aver sposato Costanza Weber, la sorella di Aloysia, rompe definitivamente i rapporti con il padre. A Vienna, nel 1782 l’imperatore Giuseppe II gli commissiona un’opera: il compositore sceglie di scrivere un singspiel, cioè un’opera in tedesco con dialoghi recitati; fu così che vede la luce l’opera: Il ratto dal serraglio. Quattro anni più tardi, Mozart compone le sue due opere più famose, Le Nozze di Figaro (1786) e Don Giovanni (1787). C’è un motivo se ancora adesso sono famose: ottengono un successo senza precedenti e l’imperatore si accorge di lui: ottiene l’incarico di Kaiserlicher Kammermusikus, ovvero compositore di corte. Nel 1787 muore il padre e questo evento arreca un grave colpo al suo equilibrio economico e psicologico, già molto precario e instabile.
Mozart muore, come ho già ricordato, a soli 35 anni, il 5 dicembre del 1791, nella povertà più assoluta e in circostanze molto misteriose e per questo sono state alimentate leggende di ogni tipo sulla morte del genio della musica (la più famosa è quella secondo la quale viene avvelenato dall’invidioso Antonio Salieri). Il suo funerale viene seguito da pochissime persone e il suo feretro viene sepolto in una fossa comune.
In tutta la sua vita, ha messo la firma a più di 600 opere, dando prova al genere umano di una stupefacente coerenza stilistica e di linguaggio. Le sue opere strumentali spaziano dalle forme tradizionali, come sonata, concerto, sinfonia, a quelle meno note come serenate, divertimenti, e cassazioni; la sua musica da camera annovera capolavori nelle forme classiche del trio, del quartetto e del quintetto come nelle combinazioni strumentali più nuove. Le sue doti musicali eccezionalmente feconde gli permettevano di comporre di getto, come dimostrano i suoi manoscritti, e di trascrivere sulla carta le proprie e le altrui improvvisazioni.