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Aristotele e l’anello di bronzo è uno dei romanzi della collana “Aristotele detective”, successo della scrittrice e storica canadese Margaret Doody. Il protagonista di queste brevi storie è il filosofo greco Aristotele.
Avvalendosi del suo immenso genio e del metodo logico deduttivo da lui messo a punto, Aristotele riesce a risolvere dei gialli intricatissimi che si consumano nella sua Atene. Come uno Sherlock Holmes ateniese del IV sec. a.C., in queste storie Aristotele viene sempre seguito a ruota dal suo Watson, che si chiama Stefanos ed è uno studente del suo Liceo.
Queste storielle, per niente lunghe né impegnative, risultano essere utili per capire la Grecia del IV sec. a.C. e la filosofia aristotelica, argomenti molto ostici affrontati a scuola, e per questo sono molti i professori che le assegnano per compito. Quindi ecco un riassunto di Aristotele e l’anello di bronzo di Margaret Doody.
Aristotele e l'Anello di Bronzo

 Riassunto Aristotele e l’anello di bronzo


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Questa volta, a differenza di Aristotele e il giavellotto fatale, Aristotele e Stefanos si trovano a un simposio organizzato da alcuni allievi del Liceo e il filosofo è impegnato a tenere un discorso. Una volta terminato, come di consuetudine, si concede una passeggiata per il giardino e viene seguito da Stefanos e da altri allievi (gli allievi del Liceo di Aristotele, infatti, erano chiamati “peripatetici”, che vuol dire “i passeggiatori). 

Durante la passeggiata, uno degli allievi chiede ad Aristotele di raccontare la leggenda dell’Anello di Bronzo di Gige. Attraverso questa storia, il maestro riesce a spiegare a tutti gli allievi il concetto dell’anima come sinolo di forma e materia. Terminata la lezione, Aristotele viene chiamato in disparte da un anziano bronzista di nome Blefiro, che si trovava lì in quel momento. Il vecchio, dopo essersi presentato, confida ad Aristotele di avere un problema e lo invita l’indomani mattina alla sua bottega per dargli maggiori informazioni e chiedere il suo aiuto. 
Blefiro è un reduce di guerra e percepisce una pensione di invalidità; per questo motivo viene accusato dai suoi cugini Kremes e Callicle, titolari di un mobilificio, i quali sostengono che l’indennizzo che riceve non è giustificato, perché secondo loro il vecchio Blefiro è in grado di possedere e mantenere un cavallo e uno schiavo. Lo schiavo di cui parlano, però, non è un vero e proprio schiavo: è un libero cittadino di nome Formisio che per amicizia aiuta nel duro lavoro di bottega il vecchio artigiano.

L’obiettivo di Kremes è quello di ottenere dal tribunale la revoca della pensione del cugino, costringendolo così alla povertà e alla necessità di vendere la bottega, i cui affari non vanno esattamente a gonfie vele, per accumulare il denaro che gli serve per sopravvivere. A quel punto, Kremes avrebbe comprato e rivenduto la bottega e con il ricavato avrebbe saldato un debito che grava su di lui e sulla sua società. Kremes però è al corrente del fatto che se decidesse di trascinare in tribunale il cugino, questi si farebbe difendere da Aristotele, vincerebbe la causa e il suo piano andrebbe in fumo. Decide allora di optare per un piano B: uccidere Blefiro. Per farlo si avvale dell’aiuto del suo creditore Dessilao ma il suo piano fallisce. Blefiro, ferito e lasciato quasi in fin di vita, da quel momento in poi verrà sorvegliato da una pattuglia scelta da Aristotele in persona. 

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Il secondo piano di Kremes aveva però una falla: non aveva considerato le ultime volontà di Blefiro, che aveva designato Formisio come suo unico erede. Tolto di mezzo lui, Kremes avrebbe assicurata l’eredità della bottega. È Formisio quindi il destinatario del secondo agguato ma anche questo si rivela fallimentare: viene infatti ucciso Polieutto, un amico di Formisio a lui molto simile per altezza e conformazione fisica. A questo punto, Formisio si avvale degli insegnamenti di Aristotele sul mito di Gige e con un stratagemma (travestendosi da schiavo) riesce ad entrare al banchetto di Callicle e qui, ascoltando i discorsi, riesce a smascherare gli autori del duplice omicidio.

Aristotele e l’anello di bronzo si conclude con l”ultima parte del piano di Kremes sarebbe finire il lavoro con Blefiro e appropriarsi dell’eredità, ma a quel punto i piani sono noti e per Aristotele è un gioco da ragazzi smascherare l’assassino di Polieutto. Kremes e Dessilao quindi muoiono mentre cercano di fuggire dopo essere stati colti in flagrante mentre tentavano di uccidere Blefiro, il quale, ormai guarito e fuori pericolo, può riprendere la sua attività.

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