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Gli aggettivi qualificativi cosa sono, si mangiano? Quanti di voi, aprendo l’esercizio che l’insegnate ha dato per compito a casa, non si sono mai chiesti “ma cosa diavolo è un aggettivo qualificativo?”. Io no, ma perché sono un caso un po’ anomalo. 
Se siete qui è perché probabilmente vi siete trovati in questa situazione e come di consuetudine avete chiesto a mamma Google che risolva tutti i vostri problemi e lei vi ha indirizzati qui. Non temete, è un malessere diffuso quello di non ricordarsi le regole della grammatica ed è in parte colpa dei nostri soporiferi insegnati: non sapete che dormite mi sono fatto durante le ore di grammatica alle medie…
In ogni caso, ecco qui un articolo in cui viene puntualmente schematizzato tutto quello che c’è da sapere sugli aggettivi qualificativi.

Aggettivi Qualificativi
Gli aggettivi qualificativi: quali sono?


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Bellissima domanda, aspettate un secondo che spolvero la mia vecchia grammatica delle medie e vi dico puntualmente la definizione ivi riportata, spero che nessuno di voi sia allergico agli acari…

Ecco, secondo il libro, un aggettivo qualificativo è un aggettivo che indica una qualità morale, estetica, un modo di essere, le dimensioni, il colore, una sensazione fisica o la forma del nome che accompagna…alzi la mano chi ha capito qualcosa di tutto ciò. Purtroppo da dietro lo schermo non riesco a vedervi, ma non credo che siate in molti.
In pratica e in parole povere, un aggettivo qualificativo è quella parola che accompagna un qualsiasi nome (cioè una qualsiasi cosa, animale, persona o concetto) e ne dà una qualità, che ci permette di capire di più su questo nome. Questa qualità può essere qualsiasi cosa: una qualità morale (buono, cattivo…), estetica (bello, brutto…), un modo di essere (allegro, felice, triste), una caratteristica fisica (grande, piccolo, medio, alto, grasso, nero, bianco, biondo, rotondo, quadrato…) o ancora una sensazione (caldo, freddo, tiepido…) e chi più ne ha più ne metta. Quindi, tutte quelle parole che ci dicono un qualcosa di più di una certa cosa, animale, persona o concetto sono aggettivi qualificativi.
Come facciamo a distinguerli? Molto semplice: concordano con il nome che accompagnano.
Faccio qualche esempio:

  • Un ragazzo calmo
  • Una ragazza calma
  • Dei ragazzi calmi 
  • Delle ragazze calme
In questi casi, vediamo che l’aggettivo qualificativo è la parola ‘calmo’, perché ci fornisce un’informazione in più sul ragazzo in questione. ‘Calmo’, inoltre, come vedete, cambia a seconda se il ragazzo è un ragazzo, una ragazza, se è uno o se sono un tanti. Questo vuol dire ‘concordare’: diventare del genere e del numero del nome che si accompagna.
Attenzione però, non sempre è così! Osservate:
Un ragazzo triste
Una ragazza triste
Dei ragazzi tristi
Delle ragazze tristi.
Come è possibile direte voi? Ma non avevo detto che dovrebbe cambiare cambiare in base al genere e al numero? Sì, è vero, questa regola vale per la maggior parte degli aggettivi, ma quelli come per esempio triste, felice, umile, indisponente… insomma, tutti quelli che al maschile finiscono con la -e, hanno soltanto due forme, una per il singolare e una per il plurale. E non è finita mica qui, osservate ancora:
Un ragazzo masochista
Una ragazza masochista
Dei ragazzi masochisti
Delle ragazze masochiste

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Questa è ancora un’altra situazione: tutti gli aggettivi che al maschile escono in -a, -ista, -cida, -ita (fascista, buddista, omicida, suicida, ipocrita, perbenista…) hanno una sola forma per il singolare e due per il plurale, una per il maschile e una per il femminile.

Esistono poi anche altri aggettivi qualificativi, quelli invariabili, cioè che restano sempre gli stessi indipendentemente dal genere e dal numero del nome che accompagnano. Questi sono per esempio quelli che escono al maschile singolare in -i (pari, dispari, impari…), i colori che si ispirano a un nome (lilla, viola, granata, amaranto, rosa) o i colori che indicano sfumature (blu chiaro, rosso scuro) o ancora colori del tipo colore+nome (verde pisello, giallo limone…); quelli stranieri (glacé, fumé…), quelli che hanno davanti il prefisso anti- (antiruggine, antifascista…).
Gli aggettivi qualificativi, poi, possono sfumare di significato come i nomi: si possono alterare (bellino, rossastro, cattivaccio…) o a partire da un aggettivo si possono ricavare degli aggettivi derivati, che spesso vengono utilizzati come nome (bellezza, rossetto, cattiveria…), possono essere usati come nome (gli Italiani, i malati, i poveri, i furbi…) e come avverbio (corre veloce, si veste giovane, puoi dirlo forte…)
I gradi dell’aggettivo qualificativo

Gli aggettivi qualificativi possono essere usati anche per mettere in relazione due cose, oppure una cosa con tutte le altre. In questo caso parliamo di gradi dell’aggettivo.
Un aggettivo qualificativo è di grado:

  • Positivo: quando viene preso così, da solo, e si riferisce a una cosa soltanto senza metterla in relazione con niente. Per esempio: Luca è alto.

  • Comparativo: quando mette in relazione la cosa con un altra entità, che viene chiamata secondo termine di paragone. A sua volta questo grado può essere di maggioranza (Luca è più alto di Marco), di minoranza (Marco è meno alto di Luca) e di uguaglianza (Luca è alto quanto Carlo, Luca è tanto alto quanto Carlo, Luca è alto come Marco).

  • Superlativo: quando mette in relazione una cosa con tutte le altre evidenziando la sua superiorità (o inferiorità). Può essere a sua volta:

  • Relativo: quando esprime la superiorità (o l’inferiorità) della cosa in questione nei confronti di un gruppo (Luca è il più alto della classe)

  • Assoluto: quando non esprime paragoni (Luca è altissimo, Luca è il mio acerrimo nemico, Luca è benevolentissimo)
Aggettivi qualificativi con il comparativo e il superlativo irregolare
Positivo                          comparativo/superlativo relativo             superlativo assoluto
buono                             migliore                                                    ottimo
cattivo                            peggiore                                                    pessimo
grande                            maggiore                                                   massimo
piccolo                           minore                                                       minimo
molto                             più                                                              il più, moltissimo
alto                                 superiore                                                   supremo/sommo
basso                              inferiore                                                     infimo                   

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