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In questo articolo vedremo un’opera che rappresenta il capolavoro del romanzo medievale, oltre ad entrare ogni anno in classifica durante l’estate per colpa dei professori che ne assegnano la lettura per compito: Tristano e Isotta.

Tristano e Isotta è la classica storia medievale di un cavaliere e del suo amore impossibile e non corrisposto per una dama già sposata. Un amore che inevitabilmente si allaccia alla tradizione del tandem Eros-Thanatos: quegli amori intensissimi, ma così travagliati da portare alla morte di entrambi gli amanti.
Siccome tutti gli anni entra in classifica perché i professori lo assegnano, e se siete capitati qui è molto probabile che lo abbiano fatto anche i vostri professori, ecco un riassunto di Tristano e Isotta.
Tristano e Isotta Riassunto

Riassunto Tristano e Isotta



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Ci sono diverse versioni di questa storia, ma quella più assegnata è, naturalmente, quella più pesante in assoluto: quella rielaborata dal francese Joseph Bédier all’inizio del ‘900 (titolo originale dell’opera in francese: Le roman de Tristan et Iseut), che prende come base il romanzo originale del Medioevo scritto da Thomas e lo allunga, aggiungendo quelle parti che nel Medioevo erano state lasciate in sospeso (come se già non fosse abbastanza lungo e complicato così). La storia, poi, è basata su una popolare saga della tradizione celtica.

La versione di Bédier inizia con il racconto della nascita di Tristano e della sua infanzia di certo non felicissima: la madre di Tristano muore dopo averlo dato alla luce sia per le fatiche del parto, sia per il dolore per la morte del marito, morto in battaglia poco tempo prima. Il bambino, quindi, cresce con lo zio, il re Marco di Cornovaglia, e cresce bello e forte. Marco vede in lui il suo erede al trono, ma la nobiltà non crede che il giovane ne sia all’altezza. 
Il regno di Cornovaglia però non è libero: è sottomesso all’Irlanda, che chiede periodicamente il pagamento di un pesante tributo (300 fanciulli e 300 fanciulle). A riscuotere questa tassa è il gigante Moroldo, fratello del re d’Irlanda. Marco vorrebbe liberare la sua nazione da questa situazione umiliante, ma l’unico modo per farlo è uccidere il gigante e il re non si sente all’altezza di compiere quest’impresa, come del resto nessuno dei baroni della sua corte. Tristano, che comprende la situazione, decide di offrirsi per liberare la patria. Alla successiva scadenza del tributo, Tristano sfida il gigante a duello e nonostante la lotta sia lunga e estenuante, l’eroe riesce ad avere la meglio e a uccidere il mostro. Durante la sfida, però, Moroldo gioca sporco: prima del duello, infatti, aveva avvelenato la sua spada. Tristano rimane ferito e le ferite, col tempo, invece che rimarginarsi si aprono sempre di più, perché la spada era stata maledetta con un sortilegio. Tristano, distrutto dal dolore, esprime il desiderio di voler morire da solo in mare e prende una barca, che dopo diversi giorni di peregrinazione, naufraga sulle coste irlandesi. Tutti in Cornovaglia lo credono morto e suo zio, il re, soffre enormemente.


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Sulla spiaggia d’Irlanda dov’è naufragato, un giorno si trova a passeggiare la principessa d’Irlanda: una ragazza di una bellezza straordinaria e dai lunghi capelli biondi che di nome fa Isotta. Ha pietà di Tristano e decide di curarlo, di nascosto, perché suo padre è il re d’Irlanda e si indignerebbe non poco se sapesse che sua figlia ha curato il suo principale nemico; per questo motivo, non rivela subito all’eroe di essere la principessa e i due hanno modo di trascorrere del tempo insieme e di innamorarsi, anche se però il loro amore sincero e felice dura molto poco, perché una volta guarito completamente, Tristano deve ritornare a casa in Cornovaglia. Al suo arrivo, tutti sono entusiasti e lo accolgono a braccia aperte, tutti eccetto un nutrito gruppo di nobili guidato da un certo Sir Andret, che hanno in odio Tristano e vogliono sbarazzarsi di lui. Questi propongono quindi che il re debba prendere moglie e donare al regno un unico erede che sia sangue del suo sangue, il re acconsente. Nel mentre, in Irlanda il re vuole dare in moglie sua figlia a uno dei giovani principi del suo paese e per scegliere il migliore organizza un torneo cavalleresco: chi vincerà otterrà la mano di sua figlia.


Tristano viene a conoscenza di questi eventi e decide di andare in Irlanda a vincere la gara per conto dello zio. Manco a farlo apposta, vince la sfida e Isotta, la quale è entusiasta del suo destino anche se sa che non sarà lui a sposarla ma suo zio. Tristano però accoglie la notizia in tutt’altro modo, si dispera per il fatto che la sua amata andrà in sposa ad un altro, però è leale al suo re nonché suo zio e gliela consegna. Anche Isotta, alla fine, sposa Marco con rassegnazione e disperazione, e anche se questo la ama ed è buono e gentile con lei, il suo cuore non smette di ardere per Tristano. Più i due si allontanano, più l’amore brucia e divora i loro cuori; più si avvicinano, più sono in pericolo nei confronti della società. “Non posso vivere con te ma non posso vivere senza te”, “I can’t live with you but I can’t live without you” cantava Freddie Mercury nel suo ultimo album con i Queen prima della sua morte, solo che lui si riferiva alla sua malattia, che non lo abbandonava e non lasciava il suo corpo nello stesso modo in cui l’amore agiva nei cuori di Tristano e Isotta.

I due, quindi, cominciano a vedersi in segreto, in un giardino remoto ai confini del regno, fino a quando un giorno purtroppo vengono colti “con la flagranza del reato” proprio da re Marco. Il re dapprincipio viene preso dalla rabbia e vorrebbe ucciderli entrambi, poi però rinuncia ad una vendetta così cruenta. Decide di esiliare Tristano, mandandolo lontano dal suo regno, in modo che i due innamorati siano per sempre divisi. Nel frattempo gli Irlandesi entrano in guerra con la Cornovaglia e Tristano viene ferito durante le ostilità, sta per morire quando Isotta si getta singhiozzando sul corpo del cavaliere. L’immenso dolore che prova non la risparmia e muore così di disperazione sul cadavere del suo amatissimo Tristano.
La leggenda narra che nel luogo dove s’incontravano in segreto dopo la loro morte siano cresciuti due alberi intrecciati.

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