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In questo articolo analizzeremo la prima novella in assoluto del Decameron di Giovanni Boccaccio, quella dedicata a Ser Ciappelletto: un tale che dopo aver passato una vita intera ad ingannare la gente riesce, in punto di morte, a ingannare tutti quanti un’ultima volta passando per la persona più santa sulla faccia della terra. 

Vediamo ora quindi il riassunto della novella “Ser Ciappelletto”, prima novella della prima giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio, una delle più importanti figure della nostra letteratura. Al riassunto seguirà la spiegazione delle tematiche contenute nella novella.
Potete trovare altre novelle sul sito, tra esse troverete anche la celebre: Federigo Degli Alberighi

Riassunto “Ser Ciappelletto”

Ser Ciappelletto riassunto

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Il narratore della prima novella della prima giornata è Panfilo e la regina della giornata è Pampinea. Il tema della giornata è libero, però è possibile riscontrare molte analogie concettuali tra le dieci novelle della giornata: tutte quante sembrano vertere intorno al tema della corruzione dei potenti e della condanna dei vizi degli strati più alti della società.

Il protagonista della novella è Ser Cepparello (o Ciappelletto, secondo il nome con cui era conosciuto in Francia) da Prato: un personaggio che probabilmente è realmente esistito (si hanno riscontri di un certo Cepparello Detaiuti di Prato, vissuto in Francia nel ‘200, che faceva l’esattore delle tasse per conto del re di Francia Carlo di Valois e di Papa Bonifacio VIII). Il personaggio ci viene introdotto da un tale Musciatto Franzesi, il quale è invece sicuramente realmente esistito. 
Ai dati di cronaca, doverosi per collocare la novella in un tempo e in uno spazio concreti, segue la descrizione e la caratterizzazione del protagonista e capiamo che si tratta di una figura malvagia, perversa, abbietta e intrisa di tutti i peggiori vizi umani. Questo particolare temperamento del personaggio fornisce a Boccaccio, che parla attraverso Panfilo, di sbizzarrirsi e divertirsi con una serie di interessanti artifici e giochi retorici, che contribuiscono a creare un sottofondo generale di ironia, per esempio, la malvagità di Ciappelletto è sottolineata perfettamente dalla celebre iperbole “il piggiore uomo forse che mai nascesse”, mentre il diffuso tono antifrastico evidenzia le convenzioni e le concezioni del tempo e gli stereotipi che caratterizzavano la classe mercantile: il protagonista si vergogna della sua onestà e non delle sue malefatte. Ovviamente, un essere del genere non può neanche lontanamente possedere un briciolo di fede religiosa, anzi si diverte a schernire i sacramenti, la Chiesa e coloro che la frequentano. Un giorno però, mentre si trova presso alcuni usurai fiorentini, ha un malore e si accorge di essere sul punto di morire e d’un tratto sente il desiderio irrefrenabile di confessarsi, forse per paura dell’Inferno.
Era però estremamente difficile trovare un prete che acconsenta a confessarlo dato che tutti conoscevano le sue malefatte. Servendosi però dell’arte della retorica e della beffa, caratteristica tipica dei personaggi del Decameron, offre al confessore un ritratto molto rimaneggiato della sua vita, composto ad arte per ingannarlo, in modo da sembrare la persona più santa sulla faccia della terra. Così facendo non solo il prete gli perdona i peccati, ma lo santifica, al punto da creare un vero e proprio culto post mortem.

Analisi Ser Ciappelletto


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Ser Ciappelletto, come molti alti personaggi del Decameron, anzi direi come quasi tutti gli altri personaggi del Decameron, sfrutta il suo ingegno per togliersi dai guai, in questo caso morire senza l’assoluzione dai numerosi suoi peccati. 

Questo racconto in particolare, poi, è una chiara denuncia della mancanza di morale della classe mercantile (ma sia chiaro, denuncia in stile Boccaccio, non invettiva etico-morale dantesca), perfettamente incarnata dal personaggio di Ciappelletto e della totale ingenuità del clero, impersonato nella figura di quel poveraccio del prete che viene bellamente fregato dal messere. Ma la prima novella del Decameron non è solo questo, anzi, è un elogio della beffa e della capacità retorica dei mercanti, che a parole potrebbero vendere pure un ghiacciolo al polo nord o la sabbia nel deserto; è anche un elogio dell’ingegno umano e per questo è come una sorta di proemio per il resto dell’opera, perché vi sono riassunti praticamente tutti i suoi risvolti principali.
La figura di Ciappelletto, poi, primo personaggio in assoluto del Decameron, è in netta contrapposizione con il personaggio di Griselda, protagonista della decima novella della decima giornata.

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