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In questo articolo analizzeremo uno del libri che sicuramente rientra nella top 10 delle letture scolastiche assegnate dai professori di lettere, soprattutto tra la fine delle medie e l’inizio delle superiori e in particolare, viste le tematiche affrontate, per coloro che pensano di intraprendere un liceo classico: sto parlando de “Lo Scudo di Talos” di Valerio Massimo Manfredi.
Essendo un grande appassionato di storia antica, in particolare di storia romana, adoro i libri di Manfredi e posso dire che sia tra i miei autori preferiti; in particolare adoro “Idi di Marzo” e “L’Ultima Legione“, che ho letto e riletto più e più volte. “Lo Scudo di Talos” però non è di ambientazione romana, bensì fa parte della serie di romanzi dedicati all’Antica Grecia; questo in particolare è ambientato nella Sparta del V secolo a.C., nella fattispecie durante le Guerre Persiane. È per questo motivo che si trova spesso tra i libri consigliati per le nuove reclute del Classico ma risulta apprezzabile anche per gli altri indirizzi di studio data la facilità di collegamento coi programmi di Storia. 
Detto questo, iniziamo il riassunto dello Scudo di Talos di Valerio Massimo Manfredi, che anche se (ancora) non è tra i grandi autori della letteratura italiana probabilmente tra qualche tempo sarà di diritto annoverato nel Pantheon della nostra Letteratura.

Riassunto “Lo Scudo di Talos”

Lo Scudo di Talos riassunto

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Allora, come ho detto ci troviamo nel V secolo a.C. e siamo nella città di Sparta. In quell’epoca, a Sparta dominava una visione del mondo molto aristocratica e la società era divisa secondo regole ferree: in cima alla sociale vi erano gli Spartiati, che erano i grandi capi militari e i soldati graduati in genere; essi possedevano tutta la terra e tutte le ricchezze e si occupavano anche di nominare i due re (perché sì, a Sparta un re solo non bastava. Era una città molto particolare). Gli Spartiati dovevano essere perfetti e impeccabili, sia moralmente sia fisicamente, e non dovevano presentare alcun tipo di malformazione, perché secondo la mentalità spartana le imperfezioni sono segno di debolezza e inferiorità. I bambini che presentavano qualche difetto fisico dovevano, secondo la legge, essere abbandonati dai genitori sulla cima del monte Taigeto, nei pressi della città.
Ora veniamo al romanzo. Il protagonista della storia è un bambino appena nato che si chiama Kleidemos. Kleidemos è il figlio di uno degli spartiati più in vista dell’ambiente cittadino ma disgraziatamente ha un problema: è nato con una malformazione ad un piede. Suo padre, secondo la legge, deve abbandonarlo, separandolo dal fratello Brithos (che non è il difensore del Napoli) e mandandolo incontro a morte certa. Come in molte storie greche, il bambino abbandonato non muore: forse per l’intervento degli dei gli viene in soccorso un Ilota di nome Kritolaos, che lo salva e lo da’ a sua figlia in modo che lo allevi. Mentre gli Spartiati si trovavano in cima alla scala sociale, gli Iloti occupavano il gradino più basso: erano poco più che schiavi e avevano il dovere di svolgere tutti i lavori manuali; dovevano quindi coltivare le terre degli Spartiati, portare al pascolo le loro greggi e non godevano di alcun diritto. Il ragazzo, quindi, che non si chiama più con il suo vero nome ma ha preso il nome di Talos, cresce come un Ilota e portando al pascolo le greggi diventa inaspettatamente molto forte e abile, tanto che quando diventa più grande, il nuovo “nonno” Kritolaos gli dona una vecchia armatura, un corno e una spada e gli insegna a tirare con l’arco. Con gli anni, Talos diventa un arciere niente male. 

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Nel frattempo, il re persiano Dario arriva a minacciare la Grecia e gli ateniesi, con l’aiuto di qualche fedele alleato, lo sfidano e lo sconfiggono nella mitica battaglia di Maratona. In quel tempo, Talos si trova in giro con la sua fidanzata Antinea e all’improvviso questa viene aggredita da un gruppo di Spartiati capeggiati da suo fratello Brithos, dal quale era stato separato dalla nascita. Talos interviene in aiuto della ragazza ma uscì duramente ferito dal combattimento, nonostante avesse combattuto con valore. Dieci anni più tardi, i persiani arrivano a minacciare la Grecia molto seriamente e gli ateniesi questa volta non riescono a fermarli da soli; chiedono quindi aiuto agli spartani, che accettano di combattere al loro fianco per la libertà della Grecia. In quell’occasione, tutti gli Iloti sono raccolti nell’agorà di Sparta in modo che gli Spartiati scelgano il loro attendente e la scelta di Brithos cade proprio su Talos. I due, quindi, sono condotti alle Termopili dove si combatte una delle più sanguinose e strenue battaglie della storia. Dopo qualche giorno di battaglia, re Leonida decide di congedare Brithos e un amico e di ricondurli a casa, con loro viene anche Talos; il re aveva capito tutto: infatti i tre vengono condotti a Sparta con un messaggio nel quale è scritto che Brithos e Talos sono fratelli e che il re non voleva prendersi la responsabilità di far estinguere una delle più nobili famiglie di Sparta. Durante il viaggio, però, una spia ruba il messaggio e quando i tre giungono a Sparta vengono accusati di non aver assolto la missione affidata dal re e quindi vengono rispediti indietro. mentre nella città corre la voce che siano scappati dalla battaglia con una scusa. 

Brithos muore alle Termopili da eroe ma fa in tempo a rivelare a Talos che è suo fratello e che sono stati divisi dalla nascita. Quando torna a casa, Talos viene ufficialmente riconosciuto dal vecchio padre e dalla madre che muore per la felicità e riacquista il suo nome originale: Kleidemos. Kleidemos non dimentica però il suo passato da Ilota e durante gli anni successivi collabora con il nuovo re per avviare una rivoluzione democratica che dia agli Iloti la giusta libertà. La mattina successiva al suo ritorno in città, Kleidemos trova gli Iloti in guerra con gli Spartiati e prende la testa dell’esercito Ilota e li guida in battaglia per tre anni, dopodiché scompare nel nulla senza lasciare tracce. La sua armatura col lupo verrà ritrovata in seguito in un bosco vicino, abbandonata e insanguinata. Nel frattempo, gli Iloti avevano ottenuto la libertà, ma lui non lo saprà mai.

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