Sigmund Freud è stato uno dei pensatori migliori del Novecento. Egli è ritenuto talmente intelligente, da essere considerato come una delle menti più illuminate della storia dell’umanità, e certamente non si può dar torto a chi lo ritiene tale, anzi. Questo riassunto su Sigmund Freud dovrebbe aiutare tutti gli studenti del Liceo di Scienze Umane, ma anche coloro che vogliono saperne di più su quest’eclettico personaggio.

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Freud è stato il padre della psicoanalisi, una sottodisciplina della psicologia che si occupa di analizzare gli strati più nascosti della nostra mente. I ministri dell’istruzione che si sono susseguiti nei nostri governi hanno voluto inserire questo personaggio nei programmi di Filosofia, anche se non può essere considerato completamente un filosofo. Tuttavia non può essere considerato neanche uno scienziato a tutti gli effetti, perché le sue teorie e i suoi metodi d’indagine in un certo senso non seguono il metodo scientifico, perché non possono essere provati sperimentalmente. Si tratta quindi di una figura al limite tra la scienza e la filosofia, poiché la psicoanalisi è un po’ la linea di confine dove finisce la scienza (che possiamo dire essere il campo del razionale) e dove inizia la filosofia (che invece è puro pensiero, a volte, anzi spesso anche irrazionale). 

Nelle scuole in cui è previsto lo studio della Psicologia, come per esempio i Licei delle Scienze Umane, Freud rappresenta un punto cardine del programma. Per gli altri istituti, dove è inserito nei programmi come filosofo, Freud fa parte del programma di filosofia del Quinto anno e, dal momento che qualsiasi cosa può essere collegata con la psicoanalisi, è molto probabile che Freud possa essere uno dei protagonisti del vostro esame di maturità, quindi ora basta con le presentazioni e iniziamo insieme questo viaggio alla scoperta della persona di Sigmund Freud, della sua vita, del suo pensiero e anche di ciò che ha scritto, quindi delle sue opere.

Vita di Freud

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Sigismund, detto Sigmund, Schlomo Freud è nato nel 1856 nella città di Freiberg, in Moravia, regione della Repubblica Ceca che all’epoca apparteneva all’impero Austriaco e poi, nel 1860, si stabilì con la famiglia a Vienna, dove visse fino all’annessione dell’Austria da parte della Germania (Anschluss). Come si può capire dai nomi assegnatigli, è chiaro che discenda da una famiglia di ebrei boemi: Sigismund, nome tedesco, era il nome di Sigismund von Luxemburg, uno dei primi re della Boemia tedesca; mentre Schlomo è un nome che richiama alla tradizione biblica; Salomone (in lingua yiddish, l’ebraico parlato dai tedeschi, Schlomo) era il leggendario re d’Israele noto per la sua proverbiale saggezza.

Si iscrisse all’Università di Vienna, al corso di Medicina, e nel 1876 iniziò le ricerche sulla fisiologia e la patologia del sistema nervoso presso il laboratorio diretto dal neurologo Ernst Wilhelm von Brücke, dove conobbe Joseph Breuer, che in futuro sarebbe stato un suo strettissimo collaboratore. Nel 1881 ottenne l’abilitazione all’esercizio della professione medica ma restò al laboratorio dell’università per continuare gli studi che aveva intrapreso. L’anno seguente però abbandonò la ricerca teorica per dedicarsi alla pratica clinica. Nel 1885 ebbe l’occasione di compiere una “vacanza-studio” come la chiameremmo oggi, a Parigi, dove poté osservare, presso il celebre istituto psichiatrico di Salpetrière, un seminario del professor Jean-Martin Charcot sull’impiego dell’ipnosi per la cura dell’isteria, una malattia psichiatrica molto diffusa nelle donne di fine Ottocento. Da quel momento, Freud fu completamente assorbito dall’interesse per l’indagine sugli affari psichiatrici e psicologici e sui disturbi mentali.

La nascita della psicoanalisi

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Nel 1896 Freud perde il padre e questo evento lo spinse a fare un’analisi interiore approfondita e da lì iniziò a riscontrare in sé ciò che vedeva nei suoi pazienti. Quella fu la data di nascita della psicoanalisi. Anche se all’inizio questa nuova scienza era osteggiata dalla maggior parte dei medici e dall’opinione pubblica in generale, agli inizi del Novecento, dopo la pubblicazione de “L’Interpretazione dei Sogni“, riuscì a crearsi un certo seguito fra i neurologi e il movimento psicoanalitico si diffuse abbastanza rapidamente in Europa e negli Stati Uniti.

Il momento di gloria, però, durò poco perché alcuni suoi seguaci iniziarono ad un certo punto a tradire le sue teorie, scoppiò la Prima Guerra Mondiale e l’Austria, paese sconfitto, dovette fare i conti con la crisi economica e ciò colpì anche Freud e come se non bastasse, il nostro scienziato fu colpito anche dalla malattia e dalla storia. Nel 1923 gli fu diagnosticato un tumore alla mascella e le costose cure gravavano pesantemente sui suoi bilanci e, nel 1938, un tedesco di origini austriache che per qualche motivo aveva assunto un certo potere in Germania, pensò che fosse opportuno che l’Austria diventasse parte della Germania e l’annesse. Questo personaggio di nome faceva Adolf Hitler e a costui gli ebrei come Freud non piacevano. Sigmund quindi non ebbe altra alternativa se non quella di fuggire e allora prese armi, bagagli e famiglia e se ne andò a vivere a Londra, dove morì nel 1939 in seguito a un’iniezione di morfina praticatagli dal suo medico per alleviare il dolore provocato dal cancro.

Pensiero e opere di Freud

Il primo scritto di Freud, “Sull’afasia“, fu pubblicato nel 1891 e si tratta dello studio di un disturbo neurologico, l’Afasia, che è dovuto a una lesione del cervello in cui viene colpita la capacità di pronunciare le parole e i nomi di uso comune. L’ultimo lavoro di argomento neurologico fu un articolo sulle paralisi cerebrali infantili pubblicato nel 1897. Fu scritto, però, solo per l’insistenza dell’editore, poiché a quell’epoca Freud era già attivamente impegnato a ricercare spiegazioni psicologiche, e non più fisiologiche, dei disturbi mentali: i suoi successivi lavori riguarderanno infatti soltanto la nuova disciplina da lui stesso fondata e definita, nel 1896, psicoanalisi.
Tra il 1895 e il 1900 Freud approfondì la maggior parte dei concetti che costituiscono le fondamenta della pratica e della dottrina psicoanalitiche. Rendendosi conto dell’inefficacia di questa pratica, abbandonò l’ipnosi e la sostituì con il cosiddetto metodo delle libere associazioni: egli chiedeva ai suoi pazienti di dire, senza alcuna censura, qualsiasi pensiero avessero, questo perché così facendo i processi inconsci, che sono all’origine della nevrosi, possono venire fuori e aiutare a comprendere i disagi che il paziente mostra. Attraverso questo metodo, Freud scoprì l’esistenza di alcuni meccanismi psichici: in particolare, la rimozione e la resistenza, definita come l’opposizione inconscia alla presa di coscienza di esperienze rimosse al fine di evitare l’angoscia che ne risulterebbe. Così, partendo dalle libere associazioni, Freud elaborò una teoria del funzionamento dei processi inconsci, anche guidato dall’interpretazione dei sogni e dei cosiddetti lapsus, delle “cadute” del pensiero che portano a dire o a fare cose strane e scollegate dalla realtà.

A partire dall’analisi dei sogni, Freud sviluppò la teoria della sessualità infantile e nel 1897 elaborò la nozione di complesso di Edipo. Il complesso di Edipo è quel processo mentale per il quale il bambino, di solito tra i tre e i cinque anni e se ciò prosegue oltre diventa un disturbo psichico abbastanza importante, prova una certa gelosia nei confronti del padre perché inconsciamente il bambino ritiene che possa rappresentare un ostacolo per ottenere le attenzioni della madre.

A questo periodo risale anche la teoria del transfert, un meccanismo psicologico di “trasporto”, per esempio se un persona di cui fossi follemente innamorato mi regalsse un certo oggetto, io mi innamorerei anche dell’oggetto perché è come se vi vedessi riflessa la persona che me l’ha regalato.

Tra il 1897 e il 1900, anno in cui viene pubblicata l’Interpretazione dei sogni, Freud pose le basi della maggior parte delle sue opere, in particolare la Psicopatologia della vita quotidiana (1901) e Il motto di spirito e il suo rapporto con l’inconscio (1905).

La svolta arrivò nel 1920, con la pubblicazione di “Al di là del principio di piacere”. Freud introdusse la nozione di “pulsione di vita”, che chiamò Eros, e la “pulsione di morte”, che definì Distruzione (o, come verrà identificato nella letteratura psicoanalitica successiva, Thanatos), riconducendo l’origine dei conflitti psichici alla tensione originaria tra queste due forze.

Anche l’analisi della struttura del soggetto subisce radicali trasformazioni: se nei suoi primi studi Freud aveva delineato un modello descrittivo incentrato sull’opposizione tra i livelli della coscienza e dell’inconscio, posti in comunicazione grazie all’attività del preconscio, a partire da questo momento l’Es, l’Io e il Super-Io vengono a costituire le tre istanze fondamentali che, occupando territori collocati tanto a livello conscio quanto a livello inconscio, si spartiscono lo spazio psichico del soggetto. Questa nuova concezione sta alla base delle successive opere “L’Io e l’Es” (1923) e “Inibizione, sintomo e angoscia” (1926).

La mente umana secondo Freud

In pratica, per Freud, la mente umana è divisa in tre parti, come tre stanze, e affinché la persona sia in perfetto equilibrio psichico, queste tre stanze devono poter comunicare tra loro e equilibrarsi a vicenda e il prevalere di una componente sulle altre causa gravi squilibri comportamentali. Queste tre parti sono sono l’Io, il Super-Io e l’Es: l’Io è la parte che rappresenta la coscienza razionale e logica e la “stanza mentale” che lo contiene ha la porta aperta, poiché come parte è visibile e facilmente studiabile; il Super-io, invece, è quella parte di inconscio formata dalle regole etiche e morali imposte dall’esterno (dalla famiglia, dallo Stato, dalla scuola, dalla religione…), la stanza del Super-io è invece chiusa a chiave, ma una fessura sul fondo permette di vedere qualcosa, questo perché è possibile risalire al Super-io affrontando un certo determinato percorso, per esempio ponendo al paziente domande sulla sua famiglia; l’Es, infine, che è in grande conflitto con il Super-Io, rappresenta la parte più intima e nascosta della mente umana, che non può essere vista, né scoperta e né studiata, infatti, nel modello delle stanze mentali, la porta della stanza dell’Es è chiusa ermeticamente, murata. 

4 COMMENTS

  1. Complimenti, un'ottimo riassunto ed anche molto coraggioso, visto l'argomento così vasto e difficile delle tesi trattate da Freud.
    E te lo dice uno che sono 40 anni che legge libri di psicologia scritti da eminenti professori di questa materia che – come tu hai giustamente sottolineato – non è una scienza esatta.
    Cosa diversa é la psicologia sociale, che si avvale della matematica e della statistica, quella già può essere considerata una scienza.

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