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Freud è stato il padre della psicoanalisi, una sottodisciplina della psicologia che si occupa di analizzare gli strati più nascosti della nostra mente. I ministri dell’istruzione che si sono susseguiti nei nostri governi hanno voluto inserire questo personaggio nei programmi di Filosofia, anche se non può essere considerato completamente un filosofo. Tuttavia non può essere considerato neanche uno scienziato a tutti gli effetti, perché le sue teorie e i suoi metodi d’indagine in un certo senso non seguono il metodo scientifico, perché non possono essere provati sperimentalmente. Si tratta quindi di una figura al limite tra la scienza e la filosofia, poiché la psicoanalisi è un po’ la linea di confine dove finisce la scienza (che possiamo dire essere il campo del razionale) e dove inizia la filosofia (che invece è puro pensiero, a volte, anzi spesso anche irrazionale).
Vita di Freud
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Sigismund, detto Sigmund, Schlomo Freud è nato nel 1856 nella città di Freiberg, in Moravia, regione della Repubblica Ceca che all’epoca apparteneva all’impero Austriaco e poi, nel 1860, si stabilì con la famiglia a Vienna, dove visse fino all’annessione dell’Austria da parte della Germania (Anschluss). Come si può capire dai nomi assegnatigli, è chiaro che discenda da una famiglia di ebrei boemi: Sigismund, nome tedesco, era il nome di Sigismund von Luxemburg, uno dei primi re della Boemia tedesca; mentre Schlomo è un nome che richiama alla tradizione biblica; Salomone (in lingua yiddish, l’ebraico parlato dai tedeschi, Schlomo) era il leggendario re d’Israele noto per la sua proverbiale saggezza.
La nascita della psicoanalisi
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Nel 1896 Freud perde il padre e questo evento lo spinse a fare un’analisi interiore approfondita e da lì iniziò a riscontrare in sé ciò che vedeva nei suoi pazienti. Quella fu la data di nascita della psicoanalisi. Anche se all’inizio questa nuova scienza era osteggiata dalla maggior parte dei medici e dall’opinione pubblica in generale, agli inizi del Novecento, dopo la pubblicazione de “L’Interpretazione dei Sogni“, riuscì a crearsi un certo seguito fra i neurologi e il movimento psicoanalitico si diffuse abbastanza rapidamente in Europa e negli Stati Uniti.
Il momento di gloria, però, durò poco perché alcuni suoi seguaci iniziarono ad un certo punto a tradire le sue teorie, scoppiò la Prima Guerra Mondiale e l’Austria, paese sconfitto, dovette fare i conti con la crisi economica e ciò colpì anche Freud e come se non bastasse, il nostro scienziato fu colpito anche dalla malattia e dalla storia. Nel 1923 gli fu diagnosticato un tumore alla mascella e le costose cure gravavano pesantemente sui suoi bilanci e, nel 1938, un tedesco di origini austriache che per qualche motivo aveva assunto un certo potere in Germania, pensò che fosse opportuno che l’Austria diventasse parte della Germania e l’annesse. Questo personaggio di nome faceva Adolf Hitler e a costui gli ebrei come Freud non piacevano. Sigmund quindi non ebbe altra alternativa se non quella di fuggire e allora prese armi, bagagli e famiglia e se ne andò a vivere a Londra, dove morì nel 1939 in seguito a un’iniezione di morfina praticatagli dal suo medico per alleviare il dolore provocato dal cancro.
Pensiero e opere di Freud
A partire dall’analisi dei sogni, Freud sviluppò la teoria della sessualità infantile e nel 1897 elaborò la nozione di complesso di Edipo. Il complesso di Edipo è quel processo mentale per il quale il bambino, di solito tra i tre e i cinque anni e se ciò prosegue oltre diventa un disturbo psichico abbastanza importante, prova una certa gelosia nei confronti del padre perché inconsciamente il bambino ritiene che possa rappresentare un ostacolo per ottenere le attenzioni della madre.
A questo periodo risale anche la teoria del transfert, un meccanismo psicologico di “trasporto”, per esempio se un persona di cui fossi follemente innamorato mi regalsse un certo oggetto, io mi innamorerei anche dell’oggetto perché è come se vi vedessi riflessa la persona che me l’ha regalato.
Tra il 1897 e il 1900, anno in cui viene pubblicata l’Interpretazione dei sogni, Freud pose le basi della maggior parte delle sue opere, in particolare la Psicopatologia della vita quotidiana (1901) e Il motto di spirito e il suo rapporto con l’inconscio (1905).
La svolta arrivò nel 1920, con la pubblicazione di “Al di là del principio di piacere”. Freud introdusse la nozione di “pulsione di vita”, che chiamò Eros, e la “pulsione di morte”, che definì Distruzione (o, come verrà identificato nella letteratura psicoanalitica successiva, Thanatos), riconducendo l’origine dei conflitti psichici alla tensione originaria tra queste due forze.
Anche l’analisi della struttura del soggetto subisce radicali trasformazioni: se nei suoi primi studi Freud aveva delineato un modello descrittivo incentrato sull’opposizione tra i livelli della coscienza e dell’inconscio, posti in comunicazione grazie all’attività del preconscio, a partire da questo momento l’Es, l’Io e il Super-Io vengono a costituire le tre istanze fondamentali che, occupando territori collocati tanto a livello conscio quanto a livello inconscio, si spartiscono lo spazio psichico del soggetto. Questa nuova concezione sta alla base delle successive opere “L’Io e l’Es” (1923) e “Inibizione, sintomo e angoscia” (1926).
La mente umana secondo Freud
In pratica, per Freud, la mente umana è divisa in tre parti, come tre stanze, e affinché la persona sia in perfetto equilibrio psichico, queste tre stanze devono poter comunicare tra loro e equilibrarsi a vicenda e il prevalere di una componente sulle altre causa gravi squilibri comportamentali. Queste tre parti sono sono l’Io, il Super-Io e l’Es: l’Io è la parte che rappresenta la coscienza razionale e logica e la “stanza mentale” che lo contiene ha la porta aperta, poiché come parte è visibile e facilmente studiabile; il Super-io, invece, è quella parte di inconscio formata dalle regole etiche e morali imposte dall’esterno (dalla famiglia, dallo Stato, dalla scuola, dalla religione…), la stanza del Super-io è invece chiusa a chiave, ma una fessura sul fondo permette di vedere qualcosa, questo perché è possibile risalire al Super-io affrontando un certo determinato percorso, per esempio ponendo al paziente domande sulla sua famiglia; l’Es, infine, che è in grande conflitto con il Super-Io, rappresenta la parte più intima e nascosta della mente umana, che non può essere vista, né scoperta e né studiata, infatti, nel modello delle stanze mentali, la porta della stanza dell’Es è chiusa ermeticamente, murata.
Complimenti, un'ottimo riassunto ed anche molto coraggioso, visto l'argomento così vasto e difficile delle tesi trattate da Freud.
E te lo dice uno che sono 40 anni che legge libri di psicologia scritti da eminenti professori di questa materia che – come tu hai giustamente sottolineato – non è una scienza esatta.
Cosa diversa é la psicologia sociale, che si avvale della matematica e della statistica, quella già può essere considerata una scienza.
Grazie mille Massy.
Ci tengo a sottolineare che quest'articolo è stato scritto da Giulio, un ragazzo che fa parte del team. A me va il merito di aver messo su "una corazzata" come squadra ^_^
[…] del genitore si sesso opposto. È una fase fondamentale dello sviluppo, perché secondo Freud è la fase in cui si sviluppa il Super-Io e in cui si determina il comportamento sessuale futuro del […]