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Rosso Malpelo è una delle molte novelle scritte da Giovanni Verga. È uno dei racconti più affrontati dagli insegnanti di lettere a tutti i livelli d’istruzione e per capire il perché basta leggerlo: si tratta infatti di un racconto bellissimo, un racconto di una semplicità estrema in cui si fondono concetti altissimi e un racconto di un’attualità straordinaria.

Andiamo quindi ad esaminare insieme la novella dedicata a Rosso Malpelo, scritta da Giovanni Verga, in questo riassunto di Rosso Malpelo. Se vi dovesse servire, abbiamo prodotto anche un riassunto generale della vita e delle opere dello stesso autore, che potete trovare qui: riassunto Giovanni Verga. Quest’opera è una delle più belle della letteratura italiana, nonostante la sua semplicità, e difatti è una delle più amate dai ragazzi di ogni grado d’istruzione.

Riassunto Rosso Malpelo

Rosso Maleplo riassunto
Scena tratta dal Film “Rosso Malpelo” del 2007

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Il Verga pubblica per la prima volta la novella Rosso Malpelo nel 1878 su uno dei giornali con i quali collaborò e successivamente entrò a far parte della raccolta “Vita dei Campi“.

Il racconto si apre con la descrizione di Malpelo. Malpelo è un ragazzo molto giovane, poco più di un bambino, ed è caratterizzato da un particolare molto evidente: una folta capigliatura rossa. Verga ci dice che i capelli del ragazzo sono di quel colore perché Malpelo era “cattivo e malizioso” e “prometteva di diventare un fior di birbone”, facendo leva sulla diceria popolare secondo la quale le persone coi capelli rossi sono malvagie; è proprio da queste caratteristiche, la nomea di ragazzaccio e di “poco di buono” unita agli spiccanti capelli rossi, che si origina il soprannome di “Rosso Malpelo”, che nel tempo è diventato talmente usato da prevaricare sul vero nome di battesimo del ragazzo, che persino sua madre pare aver dimenticato.
Malpelo è contento di questo soprannome? Assolutamente no, infatti a causa del nome il nostro ragazzo è soggetto a continue burle, prese in giro e maltrattamenti da parte dei colleghi di lavoro. Sì, lavoro, perché Malpelo alla sua età lavora in una cava di rena rossa in Sicilia, costretto ad aiutare il padre per arrotondare la misera paga ricevuta per mantenere la propria famiglia. Come se non bastasse, il nostro Malpelo è anche costretto, a causa della sua nomea, a sopportare le angherie della sorella, la quale credendo che faccia la cresta sui già miseri guadagni, nel dubbio, quando il ragazzo tornava a casa con lo stipendio della settimana, era solita prenderlo a schiaffi. L’unico a prendere le sue parti in quel mondo avverso è proprio suo padre, mastro Misciu detto Bestia, il quale però ben presto rimane vittima di un terribile incidente sul lavoro: un’esplosione di gas provocata da un colpo di piccone genera una frana che seppellisce il malcapitato Bestia, il quale perde la vita. In questo modo, Malpelo si ritrova solo in un mondo che gli è totalmente antagonista, e oltre a questo deve anche continuare a lavorare per mantenere la madre e la sorella.

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Malpelo quindi cambia totalmente atteggiamento: diventa sempre più schivo, violento nei confronti dei più deboli (per esempio inizia a maltrattare la sua asina) fino a quando, un giorno, arriva alla cava un altro ragazzo più o meno della sua età: il Ranocchio, chiamato così perché a causa di una lussazione femorale si ritrovava con una gamba storta, come un ranocchio appunto. I due diventano amici, ma il rapporto che intercorre tra loro è ambiguo: a volte Malpelo prende in giro Ranocchio e si rivolge a lui in maniera aggressiva e a volte violenta, a volte invece si mostra amichevole e disponibile ad aiutarlo nei compiti più duri o nelle altre difficoltà.

I fatti però continuano a peggiorare, perché viene trovato il corpo del padre e ciò indurisce ancora di più l’animo di Malpelo e, come se non bastasse, Ranocchio si ammala di tisi e nonostante le cure e le attenzioni che Malpelo gli offre (anche perché si sente in qualche modo coinvolto dal momento che l’ultima crisi della malattia era scaturita proprio da un suo spintone) il ragazzo muore dopo poco. In questo modo, avendo perso anche l’ultimo e forse unico amico che aveva nella miniera, l’animo di Malpelo, già abbastanza duro, diventa durissimo e il ragazzo vive come in isolamento. Totalmente abbandonato e solo al mondo, anche perché pure la madre (quella che non si ricordava il suo nome) e la sorella (quella che lo picchiava), che nonostante tutto erano pur sempre l’unica famiglia che aveva, si trasferiscono in un’altra città lasciandolo solo a se stesso, Malpelo, che non ha più nulla da perdere, accetta di svolgere anche le mansioni più dure e pericolose e, infine, da una di queste non farà più ritorno. Il corpo di Malpelo non verrà più ritrovato e la storia del ragazzo diventerà una sorta di leggenda all’interno della miniera.

Spiegazione di Rosso Malpelo

Rosso Malpelo è l’emblema, l’esempio principe di novella Verista: i fatti raccontati rispecchiano infatti perfettamente la realtà dei lavoratori minori nelle cave di rena in Sicilia nei primi anni dell’Italia Unita. La voce del narratore e pressoché assente e come lo stile Verista comanda Verga non accenna a considerazioni morali di nessun tipo; si limita solo a raccontare la realtà dei fatti così come sarebbero benissimo potuti succedere. Anche se l’autore non giudica in alcun modo la situazione, noi lettori siamo perfettamente in grado di trarre delle nostre conclusioni morali; riusciamo a capire i sentimenti e lo stato d’animo di Malpelo semplicemente osservando le sue azioni.

Rosso Malpelo
Altra scena tratta dal Film

Questo tipo di comprensione ci è reso possibile anche da un altro espediente letterario. Nel racconto, infatti, è largamente usato il discorso indiretto libero: una sorta di via di mezzo tra il discorso diretto e indiretto che permette una resa realistica perfetta della narrazione, che sembra la trasposizione testuale della vita in miniera.

Oltre a questo, il racconto è anche estremamente attuale e basta aprire un qualsiasi giornale per rendersene conto. Immaginate che un autore dei giorni nostri scriva un racconto su un bambino congolese costretto a estrarre il coltan (un richiestissimo minerale contenente Niobio e Tantalio, elementi fondamentali nella composizione di apparecchi elettronici) per vivere, oppure su un bambino del sud est asiatico che lavora per quattro soldi cucendo palloni in una fabbrica di un marchio sportivo, il risultato sarebbe molto simile alla novella di Rosso Malpelo.

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