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Italo Calvino è stato uno dei primi esponenti del genere letterario del Neorealismo, un genere nato in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nei suoi racconti e romanzi però non ci sono solo storie realistiche, ma anche fiabe e racconti fantastici. Ciò fa di lui uno degli autori più completi e poliedrici della letteratura italiana.

Come autore a scuola viene affrontato nell’ultimo anno, anche se a volte, data la vastità dei programmi, a volte viene lasciato da parte. Essendo parte del programma dell’ultimo anno, è molto probabile che esca all’esame di maturità, sia come traccia al tema sia durante la prova orale. Ecco quindi un riassunto della vita e delle principali opere di Italo Calvino.

Vita di Calvino

Italo Calvino riassunto

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Italo Calvino è nato nel 1923 a Cuba, dove suo padre dirigeva un’impresa agricola sperimentale e l’annessa scuola agraria.  Nel 1925, la famiglia Calvino torna in Italia, a Sanremo, dove lo scrittore trascorre l’infanzia, la giovinezza e gli anni delle scuole. 

Durante gli anni tra il 1943 e il 1945, Calvino partecipa attivamente alla Resistenza e questo suo impegno si riflette nelle sue prime opere. A guerra finita, si trasferisce a Torino, dove consegue la laurea in lettere e dove pubblica il suo primo romanzo. Durante gli anni ’50, l’autore collabora con la casa editrice Einaudi e ciò gli permetterà di pubblicare alcune delle sue opere più importanti e di maggior successo; in questo periodo, poi, il suo impegno politico si  intensifica: si iscrive al partito comunista e collabora con numerose riviste, in particolare con il “Menabò”, fondato insieme all’autore e amico Elio Vittorini. 
Dopo il matrimonio, avvenuto nel 1964, Calvino si trasferisce a Parigi, dove viene a contatto con gli ambienti culturali più all’avanguardia e più in voga del momento, in particolare con l’OuLiPo, (l’Ouvroir de Littérature Potentielle, Laboratorio di letteratura potenziale), dove ha l’opportunità di sperimentare nuove forme letterarie. Negli anni ’60 e ’70, la sua fama e il suo prestigio creativo e artistico si diffondono in tutta Europa e raggiungono anche gli Stati Uniti, nei quali viene invitato, nel 1985, a tenere una serie di conferenze presso l’università di Harvard; il progetto però non andò mai in porto, perché l’autore morì improvvisamente, nello stesso anno, mentre si trovava a Siena.

Opere di Calvino


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Il primo romanzo pubblicato da Calvino è stato “Il sentiero dei nidi di ragno“; questo libro, pubblicato nel 1947, è un romanzo ispirato alla Resistenza, che in quest’opera viene vista dal punto di vista di un ragazzino, il protagonista Pin. Alla lotta partigiana, alla quale Calvino aveva partecipato, è dedicata anche la raccolta di racconti “Ultimo viene il corvo” (1949); anche qui, il tentativo di essere il più oggettivo possibile porta l’autore ad assumere un punto di vista “strano”, quello di un gruppo di vagabondi. 

Gli anni Cinquanta furono gli anni più fecondi della carriera dell’autore. Tra il 1952 e il 1959 pubblicò i romanzi della trilogia dei Nostri antenati (Il visconte dimezzato nel 1952; Il barone rampante nel 1957, e Il cavaliere inesistente nel 1959), storie allegoriche che trattano della crisi esistenziale dell’uomo contemporaneo. Queste opere riflettono l’interesse di Calvino per la fiaba, che si tradusse nella pubblicazione delle Fiabe italiane (1956), riscrittura del patrimonio favolistico italiano, e dei Racconti (1958). Nel 1963 pubblicò “La giornata di uno scrutatore”, importante testo di impianto tradizionale, e “Marcovaldo”, uno straordinario libro per ragazzi. In questi testi Calvino riflette sui problemi della società italiana del boom economico.
Nelle “Cosmicomiche” (1965) e in “Ti con zero” (1967) si assiste a un’innovazione letteraria: I saggi critici e la produzione narrativa di questo nuovo periodo si inseriscono in un’indagine delle potenzialità della scrittura, alla ricerca di nuove vie per adeguarsi a un mondo percepito non come continuo, ma come ‘discreto’ (cioè composto da parti separate). La creazione diventa un’attività combinatoria. Calvino costruisce abili meccanismi narrativi, capaci di rendere una realtà (quella dell’origine, dell’evoluzione e del destino dell’universo) difficilmente immaginabile e afferrabile con gli strumenti linguistici tradizionali. In “Ti con zero”, in particolare, il gioco combinatorio si applica a una realtà terrena, quella della nostra civiltà, in cui alla comunicazione tra gli esseri viventi si è sostituita una combinazione di segnali vuoti e insensati.
Anche negli anni Settanta la narrativa di Calvino oscilla tra queste due tendenze narrative, quella che lavora sui segni, più fantastica, e quella combinatoria. Alla prima tendenza si rifanno “Le città invisibili” (1972), una conversazione immaginaria tra Marco Polo e Kublai Khan che ha come oggetto le città visitate dal mercante veneziano, il quale in realtà usa la fantasia per raccontare città immaginarie. Il gioco combinatorio si radicalizza invece nel romanzo “Se una notte d’inverno un viaggiatore” (1979), un “romanzo semiotico” (o un ‘romanzo della teoria del romanzo’, nella definizione del critico Cesare Segre), in cui il lettore ha un ruolo centrale nella costruzione narrativa, frutto di scelte combinatorie esterne all’autore. 
Palomar (1983) è il resoconto di una serie di episodi marginali di vita comune raccontati da un filosofo saggio e malinconico, nel quale si riconosce l’autore stesso. Nel romanzo Calvino sembra indicare che, nell’assenza di ordine del mondo contemporaneo, le possibilità conoscitive sono riservate a chi si apparta, si fa marginale ed esercita così una disillusa forma di razionalità.

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