La cremazione è senza dubbio una delle pratiche dalle valenze religiose o semplicemente culturali più adottate, assieme all’inumazione, per trattare le spoglie di un defunto in tutto il mondo. Si tratta di una particolare funzione in grado di ridurre la salma in piccoli frammenti ossei, che secondo le volontà espresse in vita dal defunto, oppure dai familiari nel caso in cui queste ultime non fossero reperibili da testamento, possono essere recuperate e riportate all’interno di un recipiente, di solito un’urna, per essere conservate o sparse sempre osservando gli ultimi desideri del defunto.

Quanto costa la cremazione

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Si tratta inoltre di una usanza particolarmente trasversale, in quanto presente nelle consuetudini e nella storia delle religioni di tutto il mondo: la cremazione è inoltre un ottimo modo, in alcune comunità particolarmente povere, per eliminare sul nascere particolari agenti virali o infettivi che possono aver determinato il diffondersi di un contagio, spesso per via di scarsa igiene o aree colpite da morbi e pandemie endemiche. La cremazione è inoltre un’usanza di grande importanza in paesi europei dalla tradizione culturale vasta e documentata, come ad esempio la Grecia, che riservava tale pratica solamente alle persone più celebri e nobili del paese, come segno di riverenza.

In Italia, le prime testimonianze di cremazione e della sua crescita si hanno dall’epoca romana: questo popolo costruiva difatti nicchie o piccoli loculi in cui potessero essere raccolte le ceneri, trasformando questo servizio in un vero e proprio “business” per i tempi, fino al declino parziale di questa usanza per l’attecchire del cristianesimo, nonostante non fosse vietata esplicitamente. Nei tempi moderni, il primo forno crematorio italiano è stato quello impiantato nel cimitero monumentale situato a Milano. La cremazione era allora un processo delicato e molto costoso, tuttavia a partire dagli anni settanta i primi apparati più efficienti cominciarono a distribuirsi in tutta la penisola.

A partire dagli anni Novanta, infine, si raggiunse una vera e propria proliferazione di leggi che disciplinavano la dispersione di ceneri, fino ad allora materia ambigua. Le ceneri vengono ora consegnate ai familiari, che potranno disciplinare la dispersione in spazi aperti, come ad esempio mari o boschi, oppure in spazi designati all’interno del cimitero. Molto spesso, chi desidera farsi cremare nonostante le possibili opinioni avverse dei familiari, può iscriversi ad una particolare società che disciplina la cremazione secondo le esecuzioni testamentarie, ovvero la SOCREM, che permetterà alle pratiche burocratiche di essere espletate in ogni comune del nostro paese.

Quanto costa farsi cremare

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Detto ciò, quanto costa farsi cremare? Negli ultimi tempi sono stati aggiornati i limiti entro cui il costo della cremazione può essere stabilito. La cremazione di cadavere di norma si attesta attorno ai 600 Euro nel caso in cui si tratti di una salma interamente preservata, il che avviene per la maggior parte dei casi disciplinati. Si possono inoltre fare cremare resti mortali, una pratica che verrà a costare qualche centinaio di Euro in meno, di norma non più di 400, a seconda della quantità dei resti. Nel caso in cui si tratti di cremazione di resti di dispersi, ovvero parti anatomiche riconoscibili, il prezzo si attesterà su qualche decina di Euro in meno, circa 350-370; mentre per quanto riguarda i feti non si superano i 200 Euro, spesso con un costo inferiore nel caso in cui si tratti di prodotti delle fasi del concepimento non portato a termine.

La dispersione delle ceneri, di norma, può essere praticata all’interno delle aree cimiteriali ad un prezzo che si aggira attorno ai 200 Euro, a seconda dell’area prenotata per l’espletamento della pratica. In alternativa, è possibile conservare le ceneri del defunto presso il proprio domicilio, assegnando una targhetta personalizzata all’urna o recipiente che le conterrà. Questa pratica è sempre più richiesta anche da giovani, ritenendola più igienica di molte altre: è possibile iscriversi ad ulteriori federazioni oltre alla già citata SOCREM, come ad esempio la FIC, Federazione Internazionale Cremazione italiana che riunisce le volontà testamentarie raccolte da tutte le società di cremazione italiane. Il loro scopo è operare in modo che vengano rispettate sia la dignità che le scelte personali dell’individuo, tutelando la promozione sociale e il pluralismo all’interno delle fedi, pur rispettando sul nascere le volontà finali della persona.

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Si tratta dunque di associazioni che proteggono le cosiddette “direttive di trattamento”, che disciplinano la cremazione nel contesto di un testamento, un atto di natura scritta che verrà eseguito in causa di malattia o morte traumatica imprevedibile, in modo da sapere anticipatamente che fare al posto del defunto. La maggior parte di tali associazioni, tra cui la FIC stessa, offrono inoltre servizi pre-cremazione, ovvero le sale di Commiato, nelle quali il defunto può trovare gli ultimi conforti nel caso in cui sia in malattia di fase terminale, rendendo meno doloroso l’addio secondo le sue convinzioni.

La cremazione è quindi una pratica attuabile con discreta facilità e con un considerevole risparmio di risorse rispetto ad altri motivi di trattamento del defunto. I prezzi sono quindi variabili all’interno di margini di poche decine di Euro da comune a comune, seguendo comunque le linee generali che vi abbiamo fornito nella nostra analisi.

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