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Catullo è sicuramente uno degli autori latini più amati e studiati nei licei. Chi non ha mai sentito anche solo parlare delle sue famose poesie? Lo conosceremo meglio in questo riassunto della vita e opere di Catullo, una delle più amate voci della poetica latina. 
Catullo riassunto

Vita di Catullo


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Come per altri autori latini, anche per quanto riguarda Catullo non abbiamo notizie molto precise sulla sua vita. Di lui sappiamo che nacque nei pressi di Verona circa nell’84 a.C. da un’importante e ricca famiglia della provincia della Gallia Cisalpina. In gioventù si trasferì a Roma e qui ebbe l’opportunità di stringere importanti amicizie con i più grandi poeti, coi quali diede vita al circolo dei Poetae Novi o Neóteroi, che approfondiremo in seguito. A Roma conobbe anche la donna di cui si innamorò e a cui sono dedicati la maggior parte dei suoi componimenti: Lesbia.

In realtà il nome “Lesbia” è un soprannome. Il suo vero nome, come giustamente ci informa Apuleio nella sua decima Apologia, era Clodia e questo ci suggerisce che si tratti della sorella del politico romano Publio Clodio Pulcro, tribuno della plebe nel 58 a.C e grande amico di Giulio Cesare, nonché nemico mortale di Cicerone. Clodia/Lesbia doveva essere una donna incredibilmente bella, raffinata, intelligente, colta e spregiudicata e furono proprio queste le caratteristiche che fecero innamorare Catullo. Ella era inoltre circa di dieci anni più anziana del poeta e era una donna sposata: suo marito era il potente politico Quinto Cecilio Metello Celere (console nel 60 a.C. e morto l’anno successivo). 


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Il soprannome Lesbia deriva molto probabilmente dall’isola greca di Lesbo in cui la celeberrima poetessa lirica greca Saffo aveva il suo circolo. Si pensa inoltre che alcuni carmina di Catullo possano in realtà essere semplici traduzioni e adattamenti di alcune poesie di Saffo. Come è facilmente prevedibile, l’amore tra i due fu tutt’altro che semplice: la storia infatti si sviluppò a ritmi irregolari nel corso di alcuni anni tra entusiasmi, depressioni, delusioni, litigi (parecchi, a giudicare da alcuni carmina particolarmente accesi) e conseguenti riappacificazioni.

L’unico evento della vita del poeta di cui abbiamo certezza assoluta che sia avvenuto è un viaggio in Asia Minore al seguito del propretore Gaio Memmio, avvenuto nel periodo in cui questi era governatore della provincia della Bitinia, quindi tra gli anni 57 e 56 a.C.. I motivi per cui Catullo intraprese questo viaggio ci sono sconosciuti, probabilmente si recò dal propretore per motivi di carattere economico (aveva bisogno di soldi, in poche parole). Durante la sua permanenza in Asia, il poeta andò a rendere omaggio alla tomba del fratello, morto probabilmente in battaglia in quelle regioni, come testimoniato nel famosissimo Carmen 101.
Catullo morì a Roma intorno al 54 a.C.

Chi sono i Poetae Novi?


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Come abbiamo detto, Catullo contribuì alla nascita e alla diffusione del circolo dei Poetae Novi (letteralmente: “poeti nuovi”). L’aggettivo novus-a-um, in una società fortemente tradizionalista e attaccata ai valori come quella romana, assume un valore dispregiativo: “nuovo” diventa infatti sinonimo di “sovversivo”, “rivoluzionario”, “che va contro i valori della tradizione”.

Il carmen 95 di Catullo è un elogio alla Zmyrna, un’opera dell’amico poeta Gaio Elvio Cinna, e si può dire che sia il manifesto dell’opera dei Poetae Novi, i quali proponevano un tipo di poesia nuovo appunto, con nuovi valori estetici e etici che erano in forte contrapposizione con la tradizione, per questo erano in qualche modo osteggiati dai più accesi tradizionalisti come Cicerone (fu proprio lui a coniare il termine).
Le caratteristiche di questa poesia nuova, che trae profonda ispirazione dalla lirica greca ellenistica, sono in sostanza una lirica breve e elegante, frutto di una grande opera di lavoro stilistico, il cosiddetto “labor limae”, letteralmente: lavoro di lima. In pratica una volta che avevano scritto la loro composizione, ci ritornavano su più e più volte, in modo da renderla perfetta. Un po’ quello che faccio anch’io coi miei articoli. Il tutto era poi accompagnato da un’esposizione leggera e essenziale dei temi trattati, spesso molto complessi: non tutti i poetae novi scrivevano solo storie d’amore, neanche lo stesso Catullo.
I temi della nuova poesia non erano quindi solo amorosi, ma molto di più: Catullo e “i suoi fratelli” rivendicavano uno spazio alle ragioni e ai bisogni dell’individuo, che  non ritenevano meno importanti di quelli della collettività. A differenza di altri poetae novi, Catullo non entrò mai in politica e ciò gli permise di indagare più a fondo nei suoi sentimenti, ma non era del tutto estraneo a essa: infatti non mancano nei suoi carmi riferimenti anche satirici nei confronti degli uomini politici del suo tempo.

Oltre a Catullo e al già citato Elvio Cinna, appartengono a questa categoria anche i poeti Valerio Catone, Furio Bibàculo, Varrone Atacino e Gaio Licinio Calvo.

Le opere di Catullo: il Liber

Tutto ciò che è giunto fino a noi dell’opera di Catullo è il suo Liber: una raccolta di 116 poesie (carmina), organizzata secondo criteri soprattutto metrici. 
Queste poesie sono divise in tre gruppi:

  • I carmina dall’1 al 60 sono componimenti brevi in metri vari: le cosiddette “Nugae” (poesiole, componimenti di poco conto). Queste sono poesie non troppo impegnate dal punto di vista dei contenuti; gli unici rilevanti sono i carmina riguardanti l’amore per Lesbia, in cui il sentimento è analizzato in tutte le sue sfaccettature e contraddizioni. In queste poesie emerge anche un nuovo modo di concepire l’amore, un modo rivoluzionario se paragonato alla precedente produzione letteraria Romana e ai valori che essa portava: l’amore, in Catullo, soprattutto quello passionale, è vissuto come un’esperienza fondamentale nella vita dell’uomo e a una relazione “proibita” con una donna sposata viene conferita la stessa dignità e gli stessi valori riconosciuti ai legami familiari.
  • I carmina dal 61 al 68 sono invece i cosiddetti “Carmina Docta“, componimenti scritti soprattutto utilizzando la formula dell’epillio, dell’epitalamo e dell’elegia. Questi, al contrario delle Nugae, sono caratterizzati da una maggiore erudizione nei temi trattati, molto più colti rispetto a quelli delle Nugae. Il mito è il principale protagonista della narrazione, ma viene spesso fuso a argomenti autobiografici. L’amore riassume i suoi tipici valori che aveva nella società e viene esaltata la fedeltà coniugale.
  • I carmina dal 69 al 116 sono molto simili alle Nugae dal punto di vista metrico (si tratta infatti di distici elegiaci, elegie e epigrammi. componimenti comunque molto brevi.), ma sono molto più alti dal punto di vista dei contenuti. In questa ultima categoria rientrano il famoso carmen 101 dedicato al fratello e il celeberrimo “odi et amo”.

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