Se ti stai preparando per gli esami, oppure vuoi semplicemente ripassare la storia di Ugo Foscolo,  dopo aver ripassato quella di Giacomo Leopardi, questo riassunto può aiutarti.

Vita e Formazione

Ugo Foscolo nasce nel 1778 a Zante, isola greca appartenente all’arcipelago delle Ionie, le quali all’epoca appartenevano a Venezia. Il fatto di essere nato in un’isola greca e la nazionalità della madre porteranno il poeta ad amare il mondo della Grecia classica e la sua cultura. Alla morte del padre, avvenuta nel 1793, si trasferisce a Venezia con la famiglia e qui scopre gli affascinanti ideali della Rivoluzione Francese, diventando un acceso sostenitore di Napoleone. Quando però quest’ultimo cede Venezia e tutti i suoi territori all’Austria come sancito dai trattati di Campoformio (1797), il poeta viene colpito da una profonda depressione. Il trauma del “tradimento” di Napoleone infonderà in lui un profondo sentimento antifrancese, portandolo così ad odiare quello che prima amava. Costretto a lasciare Venezia, si trasferisce a Milano, quindi in Francia, dove ha l’opportunità di trascorrere alcuni anni tranquilli, che impiega soprattutto intrattenendo varie relazioni amorose, fra cui quella con una donna inglese che gli darà una figlia, Floriana. Torna quindi in patria, ma nel 1815 fugge in Svizzera per non dover giurare fedeltà all’Austria, che aveva definitivamente messo le mani sulla sua Venezia. Dopo una breve permanenza nel paese elvetico, si trasferisce a Londra dove muore nel 1827.

Ugo Foscolo riassunto

Opere

Le più importanti opere di Ugo Foscolo sono il romanzo epistolare Le Ultime lettere di Jacopo Ortis (1802), due Odi (1803), dodici Sonetti (1803), il carme Dei Sepolcri, l’ode Neoclassica alle Grazie e la ‘Notizia intorno a Didimo Chierico’, un racconto ironico che faceva da accompagnamento alla traduzione del Sentimental Journey through France and Italy di Laurence Sterne (Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l’Italia).

Opere di Foscolo: le Ultime lettere di Jacopo Ortis

Pur essendo stato un poeta di grandissimo livello,  Ugo Foscolo viene ricordato come l’iniziatore del genere del Romanzo Italiano. Con Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis (1802), infatti, si apre la stagione del Romanticismo italiano. Esse sono la prima opera importante e degna di nota del poeta e il primo esempio del genere del romanzo italiano. Ispirandosi a ‘I dolori del Giovane Werther’ di Goethe, e riprendendone i temi essenziali dell’intreccio e la struttura, Foscolo scrive un romanzo epistolare in cui, come nel Werther, si racconta la vicenda di un giovane che si suicida per amore, anche se però ciò rappresenta solo la ‘cornice’ intorno a cui si sviluppa quello che è il vero tema centrale. Se nel Werther il tema centrale era quello del conflitto tra intellettuale e società, nell’Ortis tale scontro viene portato anche sul piano politico: Jacopo Ortis infatti si trova senza una patria dopo il trattato di Campoformio e il conseguente fallimento degli ideali rivoluzionari dell’età napoleonica. Il romanzo è pessimista, come vogliono i valori del preromanticismo cui Foscolo si rifà, ma il pessimismo di fondo che pervade l’opera è attenuato dalla continua ricerca, senza successo, di valori positivi quali gli amori, gli affetti, le amicizie, l’amore per la patria e il culto delle lettere. 

La trama delle Ultime lettere di Jacopo Ortis è la seguente. Jacopo, una specie di “alter ego” dell’autore, indirizza all’amico Lorenzo per metterlo a conoscenza del suo dramma sentimentale e politico. Jacopo è un giovane patriota che, dopo aver smarrito la fede nella libertà e nella patria in seguito al trattato di Campoformio, decide di ritirarsi sui Colli Euganei. Qui, si innamora di una certa Teresa, ma questo amore è impossibile perché la ragazza è già promessa sposa a un tale Odoardo. Disperato per questa situazione, Jacopo inizia a vagabondare attraverso l’Italia. Alla fine torna sui colli Euganei per rivedere Teresa, ma scopre che è definitivamente andata in sposa al promesso Odoardo. Perduta quindi ogni speranza, si uccide.

Opere di Foscolo: le Odi e i Sonetti

I componimenti poetici di Foscolo, ovvero le Odi e i Sonetti, spaziano tra i più diversi temi, argomenti e influenze; è possibile, infatti, riscontrare riferimenti ai valori dell’Arcadia, del Preromanticismo e anche del Neoclassicismo. Quest’ultimo in particolare emerge soprattutto nelle due Odi, “ A Luigia Pallavicini caduta da cavallo” e “All’amica risanata”, due componimenti in versi pubblicati nel 1803, il poeta esalta la bellezza femminile e la sua capacità purificatrice e rasserenatrice degli animi inquieti degli uomini, valori chiaramente Neoclassici. Anche la poesia viene esaltata, poiché capace di donare agli uomini l’eternità, come per altro già pensava il poeta latino Orazio. 
I dodici sonetti (tra cui  tra cui ricordiamo i famosissimi “In morte del fratello Giovanni”, “A Zacinto”, in cui emerge l’amore per la patria e il dolore per non potervi più ritornare, “Alla Sera” e l’Autoritratto), d’altro canto, sono invece decisamente più vicini al Preromanticismo. I temi trattati, infatti, riprendono gran parte dei tremi trattati nell’Ortis, come l’esilio (A Zacinto), visto dai Preromantici prima e dai Romantici più tardi come il simbolo della condizione, politica ed esistenziale, di sradicamento, la funzione consolatrice della poesia (Alla Sera), la morte e l’illusione della sepoltura “lacrimata” (In morte del fratello Giovanni).

Le-ultime-lettere-di-Jacopo-Ortis
Ugo Foscolo a 23 anni, nel 1801. In questo quadro si vede chiaramente l’immagine che il poeta voleva mostrare di sé nel suo ‘Autoritratto’, uno dei suoi più celebri sonetti. Esso recita così

“Solcata ho fronte, occhi incavati intenti,
crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto,
labbro tumido acceso, e tersi denti,
giuste membra; vestir semplice eletto,
ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti;
sobrio, umano, leal, prodigo, schietto;
avverso al mondo, avversi a me gli eventi.
talor di lingua, e spesso di man prode;
mesto i più giorni e solo, ognor pensoso,
pronto, iracondo, inquieto, tenace:
di vizi ricco e di virtù, do lode
alla ragion, ma corro ove al cor piace:
morte sol mi darà fama e riposo.”

Un sonetto di Ugo Foscolo: “A Zacinto”

A Zacinto, è un sonetto e un autentico inno d’amore per la terra materna, che il poeta ha abbandonato quando era bambino e dove non potrà più tornare perché in esilio. L’isola si trasforma in un luogo mitico, una specie di paradiso inarrivabile. In un certo senso, presenta alcune analogie con la ballata “Perch’io no spero di tornar giammai” di Guido Cavalcanti.

Nè più mai toccherò le sacre sponde
    Ove il mio corpo fanciulletto giacque,
    Zacinto mia, che te specchi nell’onde
    Del greco mar, da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
    Col suo primo sorriso, onde non tacque
    Le tue limpide nubi e le tue fronde
    L’inclito verso di Colui che l’acque
Cantò fatali, ed il diverso esiglio
    Per cui bello di fama e di sventura
    Baciò la sua petrosa Itaca Ulisse?
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
    O materna mia terra; a noi prescrisse
    Il fato illacrimata sepoltura.

Opere di Foscolo: Dei Sepolcri

Dei Sepolcri” è un carme (cioè un’opera poetica alta e solenne, composta di 295 endecasillabi sciolti) in cui il poeta celebra i grandi valori dell’umanità, che non muoiono insieme al corpo. Esso, infatti, viene composto nel 1807, dopo l’in occasione dell’estensione all’Italia nel 1806 dell’editto di Saint Cloud, che imponeva la collocazione dei cimiteri fuori dalle mura cittadine e una regolamentazione egualitaria delle tombe. 
Nonostante il poeta abbia una concezione del mondo e dell’anima fortemente epicurea, quindi ateo-materialistico-meccanicista (secondo cui, dopo la morte, il corpo cessa di esistere e l’anima muore con esso) egli celebra la funzione che la tomba ha nella storia dello sviluppo umano sia sul piano individuale/illusorio (la tomba tiene in vita il defunto. Prima parte del Carme), sia su quello storico oggettivo (le tombe, infatti, sono tra quelle istituzioni che hanno segnato il passaggio dell’umanità dalla preistoria alla storia. Seconda parte del Carme), sia sul piano civile e politico (come per esempio le tombe dei grandi d’Italia a Santa Croce a Firenze, Terza parte del Carme), sia su quello della tomba come fonte d’ispirazione della poesia epica (le tombe degli eroi Troiani cui Omero si sarebbe ispirato per comporre i suoi poemi. Quarta parte del Carme). La poesia, in particolare, è secondo Foscolo capace di superare la distruzione della materia, e quindi la morte.

Opere di Foscolo: Le Grazie

Il poema dedicato alle Grazie, cui Foscolo lavora a più riprese e rimasto incompiuto in uno stato frammentario (forse intenzionalmente, o almeno questa è l’interpretazione che ne viene data), viene composto con l’idea di essere una sintesi totale delle tematiche foscoliane. I temi principali sono comunque principalmente neoclassici, poiché il poema si sviluppa intorno all’idea centrale della funzione civilizzatrice della bellezza, capace di vincere non solo la barbarie della preistoria ma quella immanente nella storia umana e, ancora, quella insediata in ciascuno di noi, dunque capace di consolare l’uomo nel dolore inevitabile dell’esistenza. Il testo frammentario conferisce un certo spessore ai singoli brani, cosa che non sarebbe avvenuta se fosse stato pubblicato in maniera 
organizzata e completa, e ciò rende anche più evidenti tutti i significati allegorici. 

Opere di Foscolo: Didimo Chierico

La Notizia intorno a Didimo Chierico, uscita in accompagnamento alla versione italiana del Viaggio Sentimentale di Sterne, è ironico autoritratto dell’autore. Didimo Chierico è, dopo l’Ortis, il secondo alter-ego di Foscolo, ma questa volta l’autore si presenta in una dimensione psicologica diametralmente opposta a quella di Jacopo Ortis: se il primo era passionale, emotivo, incontenibile (anche sul piano espressivo), Didimo Chierico appare invece misurato, ironico, disincantato, ma comunque sempre afflitto dalla stessa tensione interiore.
Questo era un riassunto sulla vita e sulle opere di Ugo Foscolo, speriamo che vi sia servito per un rapido ripasso prima di un’interrogazione o per altri fini didattici. Per qualsiasi dubbio o perplessità, usate pure i commenti!

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