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Tema sul terrorismo: Esposizione e argomentazione del tema “terrorismo“, con ampio spazio alla storia, alla scienza e alla psicologia del terrore e con una presa di posizione personale. A scuola in seguito ad un atto terroristico gli insegnanti assegnano questo compito per sensibilizzare i propri studenti, e per scoprire cosa ne sanno del terrorismo e cosa ne pensano. Questo tema svolto sul terrorismo permetterà di fare una buona figura con l’insegnante d’italiano, sia nel caso in cui si studi alle scuole medie, sia nel caso in cui serva per gli istituti superiori.
La tematica, negli ultimi tempi è più scelta del solito, a causa dei gravi attentati commessi dall’ISIS, che sta minacciando di mettere in ginocchio tutto il mondo occidentale, anche se almeno per ora la minaccia sembra essere impraticabile, vista la poca consistenza dell’ISIS. Non molti anni fa, ci fu l’attentato alle Torri Gemelle, che fu un gravissimo atto di terrorismo, ed è per questo che i ragazzi più giovani devono prendere coscienza di questo male, perché solo così si potrà sconfiggere. Ora basta divagare, e iniziamo il tema.

Tema Sul Terrorismo

Tema Sul Terrorismo: Svolgimento

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La paura è l’unico sentimento che tutti gli animali sono in grado di provare, perché è il più primitivo. La paura è infatti strettamente collegata all’istinto di sopravvivenza: anche la mente più primitiva arriva a provare paura quando sente che la sua vita è in pericolo. Secondo i più autorevoli antropologi, la paura è il primo motore dell’evoluzione: se l’homo habilis non avesse avuto paura del fuoco e non avesse superato questa paura, non avrebbe scoperto che anche gli animali hanno la stessa paura, non avrebbe imparato a dominarlo e probabilmente vivremmo ancora nelle caverne.

Col passare dei secoli e con l’avvento della civiltà, nacquero i regimi tirannici e i tiranni impararono subito a farsi temere dai propri sudditi. 
Come sosteneva Crizia, filosofo sofista, allievo di Socrate e “capo” del governo dei Trenta Tiranni, imposto ad Atene dopo la sconfitta della città nella guerra del Peloponneso, e come in seguito sarà ribadito da Machiavelli nel Principe, per un Tiranno o in genere un potente è meglio che sia temuto piuttosto che amato dai suoi sottoposti, perché un suddito che ha paura del suo re è più facile da controllare e da tenere buono. 

Questo proprio per il motivo scritto prima: avendo paura per la sua vita, l’ “animale suddito” cercherà protezione nel suo tiranno. I tiranni iniziavano quindi a fare un largo uso del cosiddetto “terrorismo psicologico”: viene cercata una categoria di persone, quasi sempre gli abitanti della città nemica o il re nemico, e viene demonizzata, in modo che la gente comune ne abbia paura. Ciò è avvenuto anche nei regimi dittatoriali del XX secolo, che altro non sono che diretti discendenti delle antiche tirannidi.

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Nell’era contemporanea, quando i regimi tirannici sono ormai tramontati, il potere non si serve più del terrore. Il terrore viene sì utilizzato per fare leva sugli strati più deboli della popolazione, ma oggigiorno ciò avviene in nome di un’ideologia. In Italia, negli anni ’70, gli attentati delle Brigate Rosse e dei terroristi neri erano ispirati da ideologie politiche di estrema sinistra o destra, mentre oggi i fenomeni degli attentati di Al Qaeda o la barbarie dell’ISIS sono ispirate da un’interpretazione estrema e fanatica della religione islamica. 

In entrambi i casi, gli “attivisti” di questi “movimenti” sono convinti, come gli antichi tiranni, che incutendo timore nella popolazione riescano ad ottenere l’approvazione necessaria per raggiungere i propri grandi obiettivi. Per ottenere ciò, compiono gesti estremi come stragi, attentati o in tempi più moderni video di decapitazioni diffusi in rete. Devo dire che i tagliagole dell’ISIS sono riusciti a spaventarmi superficialmente, ma non al punto da farmi intendere che debba riverirli come si doveva ai tiranni.
Per concludere, questo Tema sul Terrorismo, nonostante tutto, io ritengo che il terrorismo sia pur sempre una forma di lotta politica e per quanto sbagliata possa essere non mi sento di condannarla totalmente: i veri terroristi, quelli che lottano per i propri ideali, sono anche disposti a sacrificare la propria vita per una causa da loro ritenuta giusta; ciò che non condivido sono le ragioni e le modalità con cui queste organizzazioni operano: non è giusto rispondere ad un torto con la violenza, senza contare che nelle stragi e negli attentati spesso periscono persone innocenti, che si trovavano in quel luogo per caso o, come nel caso dell’11 settembre 2001 a New York con l’attentato alle torri gemelle, o in quello dell’11 marzo 2004 a Madrid, si trovavano semplicemente sul posto di lavoro o avevano la necessità di prendere un treno. In questo modo, i terroristi ottengono esattamente il risultato opposto: invece che ottenere consenso e venerazione, ottengono disprezzo e sdegno.

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